Lavorando sull’inconscio dello spettatore, portato a dubitare sul reale significato di ciò che sta vendendo, Amenabar come accadeva in “Apri gli occhi” e in “The Others” trasforma l’indagine del protagonista in una viaggio allucinato e allucinante alla ricerca della verità. A differenza degli esempi appena citati però, la sovrapposizione tra sogno e realtà appare meno naturale e più forzata alla pari della recitazione che, almeno per quanto riguarda Ethan Hawke e Emma Watson, sembra essere fuori sincrono rispetto al tono e alle situazioni proposte dalla sceneggiatura. La quale, nel raccontare i misteri della storia preferisce farlo in maniera esplicita invece che suggerita, costruendo un dispositivo incapace di sfruttare le potenzialità insite nella valorizzazione di ciò che rimane al di fuori del campo visivo. Esattamente il contrario di quello a cui ci aveva abituato il cinema di Alejandro Amenabar, che in questo caso non riesce ad andare al di là di un onesto anonimato.
Magazine Cinema
Regressiondi Alejandro Amenabarcon Ethan Hawke, Emma WatsonUsa, Spagna. 2015genere, thrillerdurata, 106'
Lavorando sull’inconscio dello spettatore, portato a dubitare sul reale significato di ciò che sta vendendo, Amenabar come accadeva in “Apri gli occhi” e in “The Others” trasforma l’indagine del protagonista in una viaggio allucinato e allucinante alla ricerca della verità. A differenza degli esempi appena citati però, la sovrapposizione tra sogno e realtà appare meno naturale e più forzata alla pari della recitazione che, almeno per quanto riguarda Ethan Hawke e Emma Watson, sembra essere fuori sincrono rispetto al tono e alle situazioni proposte dalla sceneggiatura. La quale, nel raccontare i misteri della storia preferisce farlo in maniera esplicita invece che suggerita, costruendo un dispositivo incapace di sfruttare le potenzialità insite nella valorizzazione di ciò che rimane al di fuori del campo visivo. Esattamente il contrario di quello a cui ci aveva abituato il cinema di Alejandro Amenabar, che in questo caso non riesce ad andare al di là di un onesto anonimato.
Lavorando sull’inconscio dello spettatore, portato a dubitare sul reale significato di ciò che sta vendendo, Amenabar come accadeva in “Apri gli occhi” e in “The Others” trasforma l’indagine del protagonista in una viaggio allucinato e allucinante alla ricerca della verità. A differenza degli esempi appena citati però, la sovrapposizione tra sogno e realtà appare meno naturale e più forzata alla pari della recitazione che, almeno per quanto riguarda Ethan Hawke e Emma Watson, sembra essere fuori sincrono rispetto al tono e alle situazioni proposte dalla sceneggiatura. La quale, nel raccontare i misteri della storia preferisce farlo in maniera esplicita invece che suggerita, costruendo un dispositivo incapace di sfruttare le potenzialità insite nella valorizzazione di ciò che rimane al di fuori del campo visivo. Esattamente il contrario di quello a cui ci aveva abituato il cinema di Alejandro Amenabar, che in questo caso non riesce ad andare al di là di un onesto anonimato.
Potrebbero interessarti anche :