2009 – 2011
Il tempo era trascorso, si erano presentati nuovi problemi ai quali dare una giusta soluzione, per cui i pensieri si erano completamente allontanati da “Voglia di Volare”.
Fino a quando, un giorno, per caso, una pubblicità trasmessa da Canale5 attrasse la mia attenzione, la solita frase:”Hai scritto un libro? Inviacelo”.Non avevo mai visto una casa editrice fare pubblicità attraverso una rete come Canale5, fui incuriosito ed inviai due testi, uno di questi era “Voglia di Volare”.
Feci alcune ricerche e tentai di reperire il maggior numero d’informazioni possibili su questo Gruppo Albatros, il nome sembrava carino.
L’albatros; un uccello, il mio libro; “Voglia di Volare”, chissà forse avrebbero potuto esserci delle affinità.
Dopo non molto tempo mi giunse una lettera proveniente da Roma inviata dal Gruppo Albatros, all’interno c’era una proposta editoriale, diedi una rapida scorsa e vidi che si trattava del solito pagamento, ebbi un gesto di stizza e gettai i documenti in malo modo sul tavolo.
Li lasciai lì per qualche giorno, ma la mente non mi lasciava libero e continuava a rimandare i pensieri al quel contratto di edizione.
Lo ripresi tra le mani e lo analizzai meglio, lo ripiegai e cominciai a fare delle valutazioni.
Trovavo assurdo dover pagare per lavorare, ed ancora oggi la penso così, soprattutto dopo aver avuto numerose esperienze di contatti con literary agents e editori stranieri, nonché con i responsabili della campagna di “Imprimatur” dopo la pubblicazione di “Voglia di Volare”.
Attraverso loro sono stato informato del fatto che “Voglia di Volare” conteneva una vicenda Italiana di forte interesse, ma che appunto essendo una vicenda Italiana non suscitava coinvolgimento in paesi stranieri.
Essi in una e-mail mi suggerirono che avevo come unica possibilità quella di cercare in Italia qualcuno che avesse la lungimiranza di uscire dalle briglie del sistema Italiano di protezione dei soliti noti, (cito testuali parole: coraggio, purtroppo è ben noto il sistema italiano non demordere), mi consigliarono di fare un tentativo inviando la seguente e-mail:
Gentili amici,
mi chiamo Achille F., ho letto la vicenda degli autori di imprimatur e ho scritto al sito dedicato alla questione, da loro ho ricevuto il consiglio di rivolgermi a voi o magari direttamente a Simone Berni. Sinceramente mi vergogno un poco a sottoporvi questa questione in considerazione delle vicende legate alle vicissitudini di imprimatur, ma credo che sarete così cortesi da ascoltarmi e darmi un consiglio se non un aiuto. Ho scritto un libro che sta subendo forme di censura e boicottaggio perché accusa con prove e documentazioni un personaggio molto potente in Italia. La questione dura da quasi dieci anni, a causa del vergognoso sistema editoriale italiano, per essere considerato, agli inizi degli anni 2000, scrissi un libro su una trasmissione all’epoca in erba, leggendone il successo futuro, e lo inviai a diverse redazioni. La trasmissione in questione è Amici di Maria De Filippi. Il libro attraverso una raccomandazione venne consegnato, a mano, ma anche inviato in più riprese a parte del suo staff e a lei stessa.
Dopo anni di silenzio e tentativi educati e civili di raggiungerli, ho ricevuto una telefonata da una loro redattrice che con veemenza e insulti mi intimava a stare zitto e nello stesso tempo a inviare anche a lei il manoscritto, cosa che feci.
Trascorsero ancora anni di vani tentativi, poi ad un tratto scoprì che usando diverse idee che avevo espresso nel libro( come l’idea stessa di fare un libro) pubblicarono un libro loro e modificarono e continuano a modificare il format della trasmissione, con le idee anticipate nel libro già nel 2003. A questo punto ho cercato di rendere nota la cosa attraverso i giornali, ma al nome De Filippi venivo quasi messo alla porta.
Oggi il libro con l’intera vicenda (ed un racconto che ha vinto un concorso letterario commissionato da un gruppo di Inglesi, sulla questione stessa)è stato pubblicato dal Gruppo Albatros, ma osteggiato in tutti i modi per farlo restare anonimo.
Librerie si sono rifiutate di promuoverlo e venderlo per paura di ritorsioni, giornalisti anche conosciuti in Italia hanno cancellato il mio intervento dalla conferenza stampa alla quale mi avevano invitato, ad un’ora dall’inizio, con una e-mail, senza valide spiegazioni.
La vicenda è complessa, anche perché il possibile plagio ora passa in secondo piano in virtù di ciò che sta accadendo. Se fosse possibile sapere in che modo posso contattare un editore non italiano che magari sia interessato alla vicenda.
Grazie
Cordialmente.
Anche su questo fronte il nulla.
In virtù delle numerose constatazioni ed esperienze, decisi di valutare più attentamente il progetto della Albatros.
Sul piatto della bilancia c’era una proposta editoriale di una casa editrice che, sebbene fosse una EAP, mostrava i chiari segni di un editore forte con le possibilità non solo economiche, ma anche logistiche e commerciali per essere la giusta soluzione al mio caso.
Essi annoverano tra le loro fila la Caos Film, trasmissioni radiofoniche e televisive, sebbene ancora non facilmente fruibili, mezzi e personale per potersi occupare di una solida divulgazione e promozione di un libro.
Restava il fatto che dovevo pagare.
Sull’altro piatto della bilancia c’erano le polemiche sulle case editrici a pagamento e i diversi editori che vantavano l’offerta della possibilità di pubblicare gratuitamente.
L’aspetto che mi faceva riflettere era proprio questo; oggi pubblicare è divenuta una cosa estremamente semplice, è possibile farlo anche attraverso internet ed in pochi giorni ci si può ritrovare tra le mani il proprio libro stampato con tanto di ISBN.
Il nocciolo della questione è da ricercarsi in due fattori importanti, prima di ogni altra cosa dover fronteggiare il sistema di gestione all’italiana, che sembra diversificarsi ma che in realtà risulta il medesimo in ogni settore, poi doversi confrontare con un problema più specifico; la promozione e la vendita di un libro.
Chi offre la pubblicazione non EAP non garantisce un’adeguata promozione, le spese per la o le presentazioni professionali e utili, un pacchetto promozionale efficace, e quanto altro rientra nelle esigenze di un libro nella fase di pre-pubblicazione e non appena è stato pubblicato sono spese considerevoli, che ricadono sempre e comunque sugli autori esordienti.
Un’altra piaga da fronteggiare per un esordiente, che nessuno vuol farsi carico di lenire, è rappresentata dalle librerie e dai megastore, i quali scaricano ogni responsabilità di esposizione e promozione dei libri sugli editori.
E’ chiaro anche ad un occhio non esperto che un esordiente ha la necessità di avere molta più visibilità per poter essere acquistato di quanta necessiti per un autore affermato, del quale di continuo i lettori ne chiedono le novità e i canali promozionali si logorano per sostenerli.
Un commerciante o il titolare di una catena in franchising che ha l’interesse economico di vendere un nuovo prodotto, deve necessariamente proporlo e consigliarlo ancor più di quanto non debba fare con i prodotti noti di largo consumo, perché nessuno può conoscere uno sconosciuto se non attraverso le immagini e i suggerimenti di lettura.
Si è assistito negli ultimi tempi a come anche personaggi noti siano ricorsi ad una promozione al limite della persecuzione per un nuovo prodotto, ciò a consentito loro addirittura di non tener conto della qualità dei contenuti, come può mai uno sconosciuto offrire la propria fatica se l’unico posto riservatogli è lo scantinato o il web?
Mi ricordai di una di quelle storie che ha fatto il giro del mondo ma solo attraverso canali di nicchia, possiamo immaginare il perché; negli Stati Uniti un non più giovanissimo scrittore disoccupato, senza i mezzi economici per poter più affrontare le difficili peripezie della ricerca di un editore o di un agente, aveva stretto amicizia con il proprietario di un piccolo negozio di alimentari.
La conoscenza tra i due si era fatta sempre più confidenziale con il trascorrere del tempo.
Un giorno il venditore vide che l’amico aveva tra le mani un manoscritto, volle leggerlo, così tanto per curiosità.
Dopo averlo terminato espresse le lodi di ciò che aveva letto concretizzandole nella sponsorizzazione del manoscritto.
La lungimiranza di questo semplice venditore ha condotto il suo amico autore a essere noto negli USA e nel resto del mondo e a lui la possibilità di divenire il proprietario di una catena di market.
Pensai che questa potesse essere solo una vicenda non italiana, dovevo prendere una decisione.
Valutai il fatto che le credenziali sbandierate attraverso il web dai sostenitori della pubblicazione non EAP all’italiana non mi convincevano, mentre c’era almeno una possibilità che questo editore, a pagamento, fosse spronato a impegnare i suoi mezzi sul progetto di “Voglia di Volare”, proprio in virtù dei suoi contenuti.
Accettai e rinviai il contratto firmato alla sede amministrativa dando anche fondo ad ogni energia economica possibile.
In sede di revisione decisi di non apportare numerose e sensibili modifiche al testo, mi limitai solo a qualche lieve livellatura legata ai nomi e ad altri piccoli interventi.
In verità i contenuti espressi nel racconto si offrono alla possibilità di agire attraverso un ampliamento e un consolidamento dell’intreccio letterario.
L’obiettivo da perseguire, però, era quello legato alla denuncia e alla dimostrazione tangibile di quanto realmente inviato e giunto nelle mani di personaggi, redazioni e quanto altro.
Era necessario restare quasi pedissequamente legati al manoscritto originale al fine di poter condurre il libro, a pubblicazione avvenuta, ad affrontare un discorso che fosse capace di toccare differenti aspetti di un’unica denuncia.
L’intenzione originaria, infatti, era quella di sottoporre il manoscritto alla Signora De Filippi o a qualche suo collaboratore competente per una valutazione e poi, se accettato, proseguire nella realizzazione del progetto di pubblicazione, attraverso anche l’ampliamento dell’intreccio letterario legato per di più ad eventuali suggerimenti e richieste della Signora De Filippi stessa.
Restavo comunque poco fiducioso, per questo decisi che dovevo rimboccarmi le maniche e mettermi al lavoro per cercare una buona strategia promozionale e divulgativa, per quanto fosse possibile, per uno sconosciuto solo, senza alleati o amici.
Cominciai con il cercare il modo di organizzare una presentazione particolare nella mia città, la casa editrice è di Viterbo e opera solo su Roma o Milano.
La fortuna mi sorrise, quello stesso coreografo che aveva consegnato a suo tempo “Voglia di Volare” al Signor Rochelle mi disse che avrebbe potuto inserire la presentazione del libro durante la 9° edizione della Giornata Mondiale della Danza che si sarebbe tenuta il 25 Aprile 2010 al Palazzo della Arti di Napoli.
Quale migliore occasione per preparare una presentazione innovativa del testo.
Continua…