Reincarnazione

Fuori quaranta gradi abbondanti, anche quarantacinque e un sole che spacca le pietre (infatti è tutta sabbia)  abbastanza anomalo per novembre. Dentro temperatura polare e condizionatori a manetta. Escursione termica da giorno e notte nel deserto di Gobi.
Indiani da ogni angolo del subcontinente cercano il permesso di soggiorno. Pakistani da Islamabad, di Peshawar, da Karachi e da Lahore vengono a farsi un'identità di fonte agli Sceicchi rigorosamente separati dalle flippine che dall'altra parte del vetro fanno appello per uno studio in un residence e il loro posto da maid.
Gli Emaratee in dishdasha che sciabattano pigri e svogliati e le loro connazionali a sistemarsi continuamente il velo sono messi più che altro come oggetti d'arredamento. La giornata passa lenta. In sala d'aspetto la gente, più che altro, aspetta.
Vi siete mai chiesti dove si reincareranno questi indiani quando muoiono? Io gli auguro che lo riescano a fare in qualsiasi forma - esseri umani, animali inferiori, insetti, in un filo d'erba, un fiume, una nuvola o anche in oggetti inanimati che deve essere davvero il livello più basso - ma che quantomeno sia qualcosa che risieda già qui negli Emirati. Altrimenti gli tocca passare ancora un'altra lunga giornata a farsi ignorare, quasi fossero entità invisibili,  all'ufficio immigrazione.