Quanti bei pensieri.
La veritá é che sí, ho smesso di lavorare a gennaio, non ho ricevuto la maternitá come mi avevano detto a Mallorca, mi arrangio con la Ayuda Social grazie al fatto che ho un figlio, altrimenti neanche quella avrei, ho dovuto dire di no, giusto il giorno prima della partenza da Mallorca, al lavoro che stavo aspettando, ma proprio perché ero troppo incinta per accettarlo, passando cosí una gravidanza stressante con trasloco e giri per tutti i cambi d'indirizzo e di medici, visite della gravidanza, pochi soldi, pancione enorme, quasi senza vestiti da indossare. Un parto difficile, nessuno ad aiutarci, un Buddha che perde la famigerata pazienza, che mi snerva con i suoi "Dov'é? Che ne so io! Come si fa? Me ne son dimenticato", un raffreddore a luglio, due mastiti con febbrone alto a novembre, un Buddha che non ha la patente ed io che mi devo arrangiare, un bimbo stupendo ma che non mi fa dormire da prima di nascere (comunque la prima notte senza tetta é andata una meraviglia, ha dormito la bellezza di 9 ore con una sola chiamata-biberon!!! - io invece mi son dovuta alzare durante la notte per togliere latte perché avevo la maglia cosí inzuppata che un concorso di maglietta bagnata rende l'idea...mah...).
Arrivo cosí al giorno di oggi, dopo ben 11 mesi d'inattivitá lavorativa, che solo di quella son inattiva giá che per il resto corro anche troppo, pensando che ormai posso anche uscire di casa senza preoccuparmi di far morire di fame mio figlio (sempre e solo se lascio indizazioni complete ed esaurienti ad un padre che sembra scordarsi che suo figlio ha bisogno di cibo, non solo di giochi e nanne), e che posso riprendere, almeno in parte, a far qualcosa di diverso dall'essere madre-casalinga.
Bene, fin qui nessun problema. Si capisce che arriva sempre il momento in cui una donna per esigenze personali o materiali decide che é l'ora di guadagnare qualcosa. La mia esigenza viene soprattutto dalla voglia, necessitá e decisione di lasciar sto paese nei tempi piú brevi, ma non meno di 6-9 mesi.
Ok, devo guadagnare, ma vivendo dove vivo non ci son grandi possibilitá di lavoro.
Primo problema: vale la pena lavorare per spendere quasi tutto in un asilo?
Secondo problema: chi mi da degli orari flessibili?
Terzo problema: che lavoro posso fare se al massimo le scelte sono tra cameriera o commessa?
I tre quesiti son comunque da farsi se ci sono possibilitá di lavoro, cosa che qui in paese scarseggiano. E allora che dovrei fare? Andare fino a Málaga, 60 km, e tornare? Siamo seri, se voglio un orario flessibile, non vado a Málaga, comunque spendo piú di benzina che d'asilo alla fine.
Ho lavorato giá come cameriera e commessa, non mi piace nessuno dei due lavori.
Ho studiato, son laureata, só 4 lingue, ho tanta esperienza nel settore aereoportuario, e altre cosette. Purtroppo a 32 anni non ho ancora trovato il lavoro che davvero mi piace. Non son specializzata, non posso dire "Io sono..." perché non son niente, non ho una professione, il ché mi fa star male. Perché dopo quasi 10 anni nel mondo del lavoro ho sempre dovuto accettare per esigenza economica quel che veniva, senza poter scegliere qualcosa che mi piacesse. A parte l'anno scorso quando la compagnia aerea a cui ambivo mi chiama, ed io devo traslocare, o quando finalmente mi vogliono come interprete e rendendosi conto che son incinta mi dicono che non va bene, buona fortuna e addio.
Son anche stanca di star dietro a sti contratti di 1, 3 o 6 mesi, per poi ritornare in disoccupazione. Sempre se ce l'ho....
Son stanca di cambiar sempre di lavoro dovendo ricominciare ogni volta da zero con tutte le mie competenze da rimettere in gioco, dovendo far vedere che valgo, che só imparare in fretta, che mi sacrifico, che....insomma, non ho 20 anni, ne ho 32, e ok, il mondo del lavoro é cambiato, tutti siamo nella stessa barca, tutti viviamo male (ma mica tutti dai, siamo sinceri, che c'è chi se la passa bene!), e allora che? Dovrei accettare?
Questa cosa dell'accettare giá non la sopporto.
Aguanta (sopporta)
Sopporta un lavoro che non ti piace e dove ti pagano poco. Sopporta amici approfittatori che solo vogliono usarti per scaricarti quando tu hai bisogno di loro. Sopporta la gente che un giorno potrebbe aiutarti che non si sa mai come vanno le cose. Sopporta il padre di tuo figlio che comunque é il padre, ed anche lui ha il suo trauma paternale da superare. Sopporta suoceri rompiscatole che presto verranno a trovarci e qualcosa mi dice che dovró averli tra i piedi tutto il tempo, e non son i miei genitori! Sopporta il caldo afoso, il freddo umido, le tasse da pagare, Hacienda, la gente che ti critica, chi ti dice di allattare, chi no, chi gli vuol mettere le scarpe a tuo figlio, chi ti ripete di raparlo a zero, sopporta il vicino che non ha educazione e urla, grida, discute, alza il volume della tv a tutte le ore e non ti fa dormire, il poco che riesci, ovvio, sopporta sti guidatori a cui han regalato la patente e poi si chiedono perché ci son tanti incidenti, e sopporta dai, che sembra essere lo sport nazionale!
Divago, ma non troppo. É che giá non sopporto.
E siccome non sopporto devo reinventarmi. Per reinventarmi devo capire cosa posso essere.
Ed é quello il problema, ormai non lo so, perché ho passato troppi anni sopportando e accettando.
Ho bisogno di capire cosa voglio essere, come poterlo essere, possibilmente lavorando per i fatti miei, con i miei orari, potendo guadagnare abbastanza per andarmene da qui in tempi brevi e non dover sopportare piú niente. O almeno parte del tutto.
Ma se mi metto nel Google e scrivo "il lavoro adatto a me", troveró la soluzione?????
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