Questo è un post che non farà tutti felici, nel senso che non si tratta di un dolce goloso, né di uno di quei piatti che fanno fame al solo pensiero. E’ solo una misera bottiglietta piena di un liquido biancastro e torbido. E che cosa sarà mai? Orzata? Noooo, molto meglio perché credetemi, questa bottiglietta è magica :) Allora mettiamoci comodi che il discorso è un po’ lungo. A parte gli scherzi, spero che questo post possa tornare utile a chi decida di provare a fare il Rejuvelac, perché quando l’ho deciso io, ho letto tante cose, ma nessuna rispondeva al mio grande quesito, o meglio, rispondeva solo in parte e il grande quesito era: ma il Rejuvelac puzza?Perché in effetti dalla data di inizio delle mie sperimentazioni in merito, ho letto tanto. In molti chiedevano se in effetti l’odore forte e poco gradevole fosse normale, il che significa che è una condizione che si presenta spesso. Non sono anni che faccio il Rejuvelac, anzi diciamo che ho appena iniziato, però in un mese ho fatto fermentare di tutto, dalla quinoa, all’avena, al riso e non so cos’altro. Alla fine buttavo sempre tutto perché anche per me l’odore era troppo forte. Finchè un giorno, dopo l’ennesimo tentativo, quell’odore non c’era, o meglio c’era ma molto attenuato e questo va bene. Le bollicine c’erano, il colore biancastro pure, finalmente il rejuvelac! Non restava che sperimentarlo e farci fermentare qualcosa, ma questo ve lo racconto al prossimo post. Quindi quali sono i miei consigli e le mie considerazioni alla luce di tutto quello che ho letto e della mia esperienza seppur non decennale? Ve lo spiego sotto, nel procedimento. Ora vorrei spendere due parole per spiegare a chi non lo sa cos’è il rejuvelac e a cosa serve. Il rejuvelac è il prodotto della fermentazione dei cereali. In rete troverete tutte le informazioni che vi servono, comunque riassumo dicendo che è ricco di vitamine: del gruppo B, K ed E, carboidrati, destrine e fosfati. E’ ricco di enzimi e assumerlo quotidianamente è un toccasana per la flora batterica intestinale. Oltre a questo è utilizzato come starter per far fermentare altre cose, per esempio il latte per fare lo yogurt o la frutta secca per farci i formaggi vegan. Questo in estrema sintesi perché non voglio fare un trattato, però tanto mi basta perché se volete fare il formaggio di mandorle o di anacardi a casa, o usate il rejuvelac o comperate i fermenti lattici in farmacia, il risultato però ion termini di gusto è un po’ diverso. Io vorrei aggiungere una cosa che mi viene dalla mia esperienza personale, e se ci fosse qualcuno che ha informazioni o idee diverse sarò felce di ascoltarle. Per esempio, in quanti sostengono che il rejuvelac sa di limone? A me non pare che sappia di limone, ha un suo sapore che non saprei definire ed è un po’ frizzante, le bollicine si vedono ad occhio: nella prima fermentazione sono piccole, nella seconda più grosse. Ma dopo due giorni in frigo praticamente scompaiono. Questo starà a significare come sostiene qualcuno che è meglio non tenerlo in frigo perché perde le sue proprietà? E qui si accettano suggerimenti. Io comunque il formaggio l’ho fatto con il rejuvelac preparato il giorno prima, quindi un giorno di frigo l’ha fatto, però è fermentato! Comunque sempre meglio utilizzarlo subito, lo dice anche l’autrice del libro formaggi veg Grazia Cacciola da cui ho preso ispirazione :) Ok basta sennò è troppo lunga la storia, passo a spiegarvi il procedimento