Ritiro le foto della mostra . La signora delle cornici ha grandi occhiali con la montatura nera. Spalanca sempre gli occhi. Quanto ti osserva si ferma completamente. Fascia le immagini prima con una velina sottile e poi con una carta da pacchi e le mette in un sacchetto di una boutique della zona. Sono in anticipo. Come sempre. Vado a piedi e mi compro la focaccia e un bicciere di acqua naturale. Il bicchiere, appena uscito dalla lavastoviglie è ancora caldo.
Dopo aver girellato un po' in un caruggio, arrivato al laboratorio, trovo Ale con un suo amico siciliano che , non so perchè, mi ricorda un torero. Togliamo i pannelli della sua mostra e proviamo a fissare alla parete i miei lavori. La cosa mi emoziona Cerchiamo di capire che forma dare all'esposizione e come appendere i vari tasselli della raccolta. Vorrei creare un circuito di relazioni , grafiche, ma soprattutto cromatiche tra i vari scatti. Trovo a volte questo dialogo molto evidente. Individuo infatti subito una relazione . Una porzione di giallo di una foto del 2008 sembra sprizzare in un'altra del mese scorso. Una medesima linea si propaga anche su tre immagini, anch'esse scattate in mesi diversi, come un segno volontario e voluto. Altre cose sono integre e non interagiscono con niente. E menomale ! Quando arriva Simmi, la Ragazza di A, Ale fa la foto di rito, dietro la finestrella della "Quinta" . Tutti i frequentatori della galleria vengono così fotografati e finiscono, in tempo reale sulla rete. Anche il Bimbozzo, che non ha praticamente foto che lo ritraggano, per una volta non si sottrare al ritratto