Alla fine, René González resterà a Cuba. Gonzaléz, che fa parte dei cinque cubani accusati e incarcerati negli Stati Uniti per spionaggio, ha accolto le indicazioni del giudice Usa che gli ha concesso la libertà condizionale compiendo così un primo passo per il recupero definitivo della libertà. L’ex pilota cubano ha potuto raggiungere l’isola e da qui rinunciare alla cittadinanza statunitense, requisito che ora gli permettere di scontare il resto della condanna a Cuba.
González venne arrestato nel 1998 con altri quattro connazionali, Gerardo Hernández, Ramón Labaniño, Fernando González y Antonio Guerrero, tutti accusati dall’FBI di fare parte della rete di spionaggio “Avispa”, che dal sud della Florida inviava periodicamente a Cuba informazioni ritenute riservate dalle autorità statunitensi.
Il caso, al tempo, assunse una vasta eco internazionale e raggelò ulteriormente i rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba, al culmine della crisi scaturita dalle incursioni aeree ed il conseguente abbattimento dei piloti di Hermanos al Rescate che volavano sopra lo spazio aereo cubano per diffondere propaganda anti-castrista.
In un’intervista rilasciata alla BBC, González ha ribadito quanto sempre espresso nei diversi gradi di giudizio a cui è stato sottoposto e cioè sull’irrilevanza strategica delle informazioni che lui ed i suoi compagni inviavano a Cuba. In particolare, ha insistito sull’inquità del trattamento carcerario riservato a Gerardo Hernández, l’unico dei Cuban Five (come sono conosciuti negli Usa) ad essere stato condannato all’ergastolo e costretto a trascorrere lunghi periodi di isolamento, privo di ogni contatto con l’esterno, includendo le visite famigliari. Hernández, considerato il capo della cellula, è stato condannato all’ergastolo perché ritenuto, tra le altre accuse, responsabile della morte dei piloti di Hermanos al Rescate, una tesi che González refuta e definisce un ¨azzardo¨ del pubblico ministero che, nel clima teso di quei giorni, venne accolto dalla giuria disposta a comminare condanne esemplari ai cinque cubani. Secondo Hernández, il compito dei Cuban Five non era quello di mettere in pericolo la sicurezza Usa, ma solamente di vigilare le attività degli anticastristi della Florida.
¨Non abbiamo mai avuto nulla a che vedere con la sorte dei piloti di Hermanos al Rescate ed infatti non esiste nessuna prova che ci possa accusare¨ ha insistito González, sempre nel corso dell’intervista alla BBC. ¨Le condanne che ci sono state comminate sono irrazionali e sono state il frutto di un accordo tra gli anticastristi di Miami e l’FBI¨.
Per il mese di febbraio del prossimo anno è prevista la scarcerazione di un altro membro del gruppo, Fernando González, mentre Guerrero dovrà aspettare il 2017 e Labañino il 2024. Intanto, continuano le mobilitazioni a favore di Gerardo Hernández, guidate da intellettuali, personalità ed esponenti politici di differenti paesi. Nel 2009 un’istanza di revisione del processo presentata dal presidente Obama, alla ricerca di un segnale di distensione con Cuba (poi svanito anche in seguito alla condanna nell’isola del contrattista Alan Gross) venne rifiutata dalla Corte Suprema di Giustizia. Nel vuoto sono cadute anche le suppliche inviate da differenti premi Nobel, tra cui Desmond Tutu, Nadine Gordimer, Gunther Grass, Rigoberta Menchú, Adolfo Pérez Esquivel e José Saramago. Ignacio Ramonet ha ancora denunciato in questi giorni il silenzio dei media americani, come dimostrazione dell’ossessione anticubana che permea i circoli politici ed intellettuali statunitensi.
Articolo pubblicato in esclusiva sull’appzine L’Indro: http://www.lindro.it/