Di recente ho scritto un paio di articoli di cui mi fa piacere parlare in questo lifestyle blog per toccare un argomento che mi sta sempre a cuore: relazioni.
Uno è stato pubblicato su Yoga Journal, sul numero di luglio/agosto. Parla d'amore.
In copertina, come vedete, si legge "Sesso e Yoga". Quello è lo speciale in cui è contenuto il mio articolo: quattro pagine in cui potete trovare anche semplici esercizi e meditazioni da praticare per avere benefici sia nel corpo che nelle relazioni. Ma il cuore del messaggio è volto a sfatare i miti legati allo yoga applicato al sesso. Si parla di tantra, di kundalini, di energia sessuale: tutto questo è ancora frainteso e c'è gente che collega questi concetti a riti tribali o mera performance fisica che prolungherebbe l'atto sessuale e ci renderebbe eredi leggendari di Sting.
Questi i miti. La verità, come sempre, sta nell'esperienza reale, ovvero nel cuore. Il sesso tanto oggetto di interesse è in effetti solo una parte dell'esperienza, che non avrebbe alcun senso se non vissuto consapevolmente. In poche parole, niente di tutto questo si vive solo a letto, bensì è parte di un percorso di crescita personale che è in ogni momento, ogni giorno, nella relazione con se stessi, con gli altri e con il tutto. Una relazione fatta di un amore puro, sano e consapevole.
Purtroppo molta gente è ancora vittima dei luoghi comuni e dell'ignoranza. Un mio ex ragazzo non voleva che praticassi yoga: riteneva che fosse un ambiente frequentato da "uomini che avrebbero potuto provarci con me" e da persone "fissate con l'energia e varie sciocchezze new age". Se fossi rimasta con questa persona - a cui auguro ogni bene e di cui serbo un buon ricordo - le sue insicurezze e inflessibilità mi avrebbero tarpato le ali: oggi non insegnerei yoga e non godrei ogni giorno della mia stessa pratica che mi ha reso più sana e consapevole, fisicamente e mentalmente. Probabilmente non avrei neanche viaggiato liberamente come ho fatto negli ultimi anni. Io stessa, guardando indietro e conoscendomi, stento a credere di avere avuto una relazione simile. Eppure oggi ne sono grata, perché ogni relazione di cui facciamo esperienza, soprattutto se ci sono paure e blocchi mentali, è indispensabile per crescere e capire chi siamo davvero. Di solito, si spera, individui più forti e stabili e in relazioni più sane, consapevoli, autentiche.
A volte la comunicazione è talmente viziata dai miti che abbiamo creato nella nostra mente da compromettere le relazioni. Ne parlo in un articolo pubblicato questo mese dalla rivista allegata al quotidiano La Sicilia, Sicilia in Rosa. Lo trovate alla pagina 45 ed è intitolato "Le parole per stare bene".
Una parente neanche troppo lontana ha espresso più volte calorosamente la sua opinione sullo yoga che pratico: a suo avviso, io e mio marito (anche lui yogi appassionato!) apparterremmo a una setta e saremo dannati, ci dovremmo vergognare. Questa stessa persona ha avuto un tumore al cervello e, quando l'ho accompagnata a una visita di controllo per cui era molto nervosa, mi ha ringraziato per gli esercizi di respirazione che le ho suggerito per calmarsi. Dr Jekyll e Mr Hyde? Sì, è possibile. Quando la mente è confusa e spaventata, quando le emozioni negative prevalgono e fanno perdere il senso di sé.
Paure, insicurezze, frustrazione, rabbia, tante emozioni negative che, se non gestite, rovinano la vita a se stessi e agli altri. Chi vuole essere così infelice? Eppure la maggior parte delle persone felice non è e si sfoga sugli altri. Usando parole terribili, cariche di quelle emozioni collezionate nel subconscio, pertanto affatto lucide e degne di considerazione.
La conclusione a cui io sono arrivata è: 1. ci si può lavorare, 2. non tutti hanno voglia di farlo.
Il secondo punto generalmente fa la differenza. Non c'è persona al mondo che non debba lavorarci, è normale, abbiamo tutti i nostri mostri. Il punto è volere stare meglio, volere aprirsi al mondo con coraggio e chiarezza, volere davvero vedere come stanno le cose.
Quando decidete di fare questo passo di consapevolezza, circondatevi di persone positive, incoraggianti, che godono dei vostri successi. Lasciate perdere quelle negative che vi buttano giù e vi criticano o, peggio ancora, vi giudicano: potete serbare compassione per loro nei vostri cuori, ma non dovete per forza andarci a spasso a braccetto. Se sono relazioni importanti, persone molto vicine, e avete già fatto del vostro meglio per lavorarci attraverso il dialogo ma non c'è stato un punto di incontro nonostante i vostri sforzi, guardate alla relazione con gratitudine: state imparando qualcosa. Poi andate oltre. Soprattutto, credete in voi stessi e state attenti alle parole che usate anche nei vostri confronti: siate positivi, affermate il vostro successo, guardate avanti godendo del presente qualunque sia, certi che tutto andrà bene perché voi potete essere sereni se solo lo volete davvero.
Le parole possono essere uno strumento di pace e consapevolezza, di successo e prosperità, oppure di guerra e autodistruzione. Voi quali preferite, quelle della mente o quelle del cuore?