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Relazioni Pubbliche a Berlino

Creato il 07 febbraio 2011 da Fugadeitalenti

Cercare annunci in Italia per laureati in scienze umanistiche è stato fin dall’inizio estremamente difficile. Non ottenni neanche una risposta. Così mi decisi ad accettare una delle offerte che mi si presentarono a Berlino“: così Laura Bruzzone, 30 anni, sintetizza -con grande semplicità- la scelta che l’ha portata a restare in Germania.

La storia di Laura è originale ed “esterofila” fin dal’inizio: un Erasmus nella capitale tedesca la convince a tagliare i ponti con l’università genovese, dove si era inizialmente iscritta. In Germania scopre infatti un sistema accademico molto più disegnato intorno allo studente. Molla tutto e si iscrive così alla Technische Universitaet di Berlino, dove si laurea a metà degli anni 2000. A questo punto, dopo lo “choc” positivo della Germania, arriva quello negativo con l’Italia: nonostante l’esperienza di studio all’estero, il tedesco ottimamente parlato ed il profilo internazionale, nessuno -nel Belpaese- sembra intenzionato a offrirle un impiego. Lei non si perde d’animo, e inizia uno stage presso una piccola agenzia di comunicazione a Berlino.

In pochi anni cambia più volte posizione lavorativa all’interno dell’agenzia, per poi passare ad una multinazionale delle PR. “A volte mi chiedo: mi sarebbe successa la stessa cosa in Italia? Ho spesso la sensazione che gli umanisti -nello Stivale- siano considerati laureati difettosi, senza competenze“, annota con amara disillusione Laura.

Le sue ricerche di impiego nel Belpaese si scontrano spesso con difficoltà tra il ridicolo e l’insormontabile: portali del lavoro con caselle di inserimento dei dati lunghissime, l’impossibilità di descrivere la propria esperienza universitaria o specificare la sua residenza all’estero… peggio ancora: l’esclusione dalla corsa per il posto, solamente perché l’abitazione non si trova entro un raggio di 50 km. dall’azienda. Alla faccia della mobilità geografica!

Per non parlare della reticenza con cui le imprese si qualificano, all’interno degli annunci (spesso non compare neppure il loro nome), o -peggio ancora- delle definizioni altisonanti degli impieghi, dietro le quali si nascondono in realtà veri e propri annunci da venditori porta a porta. Stage e master sono le offerte preponderanti, da parte di chi consulta online il curriculum di Laura. Di qui, la sua sconcertante domanda: “come si cerca lavoro, in Italia?” Un quesito che sempre più giovani si pongono, nel Belpaese.

Ospite della trasmissione è Beppe Facchetti, presidente di Assorel, l’associazione che riunisce le maggiori agenzie di relazioni pubbliche in Italia. Con lui affrontiamo il tema del valore delle lauree umanistiche sul mercato del lavoro della Penisola, e cerchiamo di comprendere meglio la qualità delle offerte di impiego nel settore delle PR.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” torniamo ad occuparci dei programmi regionali per fermare la “fuga dei cervelli”. Oggi facciamo tappa in Molise, per parlare dell’iniziativa di “Master & Back”, avviata dalla regione. Ce la spiega il dirigente Vincenzo Rossi.

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La discussione di questa settimana: Considerate un problema tutto italiano quello della difficoltà nel valorizzare le lauree umanistiche, considerandole alla stregua di semplici “pezzi di carta”? E’ per questo che sempre più brillanti laureati, in questi settori, sono costretti all’espatrio?

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Alla prossima puntata: sabato 12 febbraio, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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