Magazine Diario personale

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Creato il 15 dicembre 2013 da Povna @povna

La ‘povna ha latitato, molto. Ma dalla sua ha che ha attraversato ancora mondi, andando incontro alla settimana più densa di questa parte di anno, come era del resto atteso, e annunciato. Martedì, dunque – dopo aver portato al cinema i ragazzi, e essersi riunita con Galileo, e un numero indescritto di ingegneri, nella commissione tecnologica, in una stanza che a un certo punto è risultata chiusa dall’esterno (“Al massimo rimani qui” – le ha detto Hal9000 mentre la ‘povna friggeva, gli occhi fissi alla finestra, perché i luoghi claustrati non le piacciono; “Al massimo mi butto di sotto” – ha ribattuto lei. Poi per fortuna è arrivato il custode) – la ‘povna ha preso tre treni, uno dopo l’altro, in bell’ordine, e se ne è andata nell’altra piccola città. Lì ha trovato il narratario, ad attenderla, e poi Godzilla e Oppa, e grazie a loro ha potuto contare su un punto casa vero e fermo mentre intorno a lei, nell’altro mondo, si svolgeva il convegno del suo gruppo di ricerca, e anche i festeggiamenti ufficiali di zio Remo, per il suo augusto compleanno, e anche la commemorazione dell’Amico Scrittore. Sono stati giorni pieni di interventi (alcuni belli, alcuni brutti), di freddo, di nebbia (ma anche poi di inaspettato sole); sono stati giorni di condivisioni, di visioni critiche, e di modalità di dialogo (con l’amica Noise e Marziale, per esempio – insieme ai quali la ‘povna ha presentato un panel che è stato uno dei più seguiti nel dibattito, nonché ripreso dal nuovo presidente nel suo discorso di insediamento, come a dire poca cosa); sono stati giorni di compleanni (festeggiati con il dovuto quantitativo di alcool e di abbracci), di incontri extra-testuali, collocati a strategia un poco sui margini, con la Professoressa e un’amica virtuale della quale può ora conoscere la faccia; giorni di riflessioni e di dibattiti. E per tutti questi motivi la ‘povna si è sentita, giorno dopo giorno, soddisfatta e contenta di aver partecipato. Ma – se le chiedessero se tutto questo fosse, per la verità, sostanza – la ‘povna risponderebbe di “no”, senza un momento di incertezza. Perché la sostanza, vera e forte (come le ha fatto notare la fida Viola in un a parte), si annidava altrove, in situazione e nei dettagli.
La ‘povna, in questa settimana nell’altra piccola città, ha fatto critica letteraria, ma in realtà ha ridisegnato i confini del suo mondo, ritrovando il senso di parole pronunciate (e poi agite, come è giusto) la bellezza di tredici anni fa. E non c’è (stato) più bisogno di proclami, come allora (che era giovane): in fondo bastano due saluti e un grazie.
La ‘povna è scappata prima della fine, correndo con Peter Pan verso il treno del ritorno. Il giorno dopo, a scuola, le Giovani Marmotte la accolgono festanti: “Come è andata nell’altra piccola città, professoressa?”.
Ma i Merry Men, decisi, la chiudono nel loro familiare cerchio: “Allora è andata bene al convegno” (le parole non fanno domanda). La ‘povna alza gli occhi, guarda la Pesciolina e loro tutti.
“Sì, complicato ma bello”.
Loro sorridono, complicazione è sostanza.
La lezione di oggi è sul film che hanno visto martedì: la ‘povna non dice che è proprio su questo che ha cominciato il suo intervento mercoledì, ma è come fosse ovvio.
Il cerchio si chiude, per riaprirsi in altre pieghe e in altri mondi. La ‘povna (come ha fatto col narratario una sera, prima di scappare altrove, un’altra volta), sorride alla bellezza, faticosa, e irrinunciabile, delle funzione narrative.


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