Un’infermiera e un’attrice che ha deciso di non parlare più. La prima la assiste e gradualmente si apre, raccontandosi fino in fondo. I confini tra le due identità diventano sempre più labili. Film estremo che tratta una miriade di fondamentali tematiche novecentesche: la psicoanalisi, il tema del doppio, la comunicazione, il soggetto in rapporto all'ambiente, la maschera sociale. Sublime la fotografia.
Grottesco, cinico, cattivo. La trama si sviluppa intorno a vari protagonisti. Tutti “sporchi”, tutti a loro modo “vinti”, tutti scontenti soprattutto quando dicono di non esserlo. Come se non bastasse i temi trattati sono scabrosi, anche se il limite tra la decenza e il cattivo gusto non viene (quasi) mai oltrepassato. Ottima la recitazione.
Giornalista di serie B (Livio Perozzi) conquista la Rai grazie ad una “botta di culo”: la torre di Pisa crolla proprio mentre lui sta facendo un servizio sulla città. Il nuovo contratto ha però una clausola: entro la fine dell’anno Perozzi/Panariello dovràfare un altro scoop. Le situazioni paradossali si susseguono e si intrecciano con una storia d’amore. Commediola passabile.