L’oratorio è stato costruito sopra della nuda roccia e, probabilmente, l’edificio ha sostituito un culto antico, pagano e dimenticato dalle memorie dei tempi.Coloro che hanno eretto San Remigio non avevano dubbi.Il luogo era quello e si doveva seguire la roccia nel suo intrappolare la terra.Fatica e conoscenza costruttiva.L’oratorio è molto antico, viene menzionato la prima volta nel 1132 in una bolla di Innocenzo II nella quale conferma, a Litifredo, l’elenco dei beni e delle chiese che sono sottoposte al vescovo della città di Novara. [1]Dobbiamo risalire il corso del tempo e giungere al 1341 per trovare una seconda menzione dell’oratorio. Siamo tra le righe di un documento che parla dei beni appartenenti alla chiesa di Sant’Angelo. [2]L’oratorio di San Remigo e la chiesa di Sant’Angelo, edificio che sorge su di un isolotto posto di fronte a Pallanza, sono menzionati insieme per una seconda volta.Una seconda curiosità, che si evince da questo documento, è legata alla presenza di un castello nei pressi dell’oratorio. Dal documento si comprende che San Remigo è posto sulla strada che conduce ad esso.Dell’esistenza di un castello ne siamo certi in quanto fra Paolo Morigia, nel corso del XVII secolo, così descriveva la zona della Castagnola:
Poco lontano da questa chiesa, alquanto più in alto, si vedono le rovine e le vestigia di una torre e di un castello, e di altri edifici. Ancora si chiama Castellazzo. [3]Allontaniamoci dai documenti riguardanti la storia della zona nella quale è posto l’oratorio per entrare, fisicamente e mentalmente, nel suo interno.La chiesa è orientata. [4]Presenta due navate che si concludono con due absidi semicircolari.Ha un campanile a pianta quadrata sul lato nord ed un portico addossato alla facciata. [5]Entrando in San Remigio si comprende la sua importanza dal punto di vista storico ed artistico. Nell’abside minore, quello di destra per noi che camminiamo, vi sono affreschi risalenti al secolo XI.1000 anni la loro età.Siamo di fronte alle pennellate di un uomo, magari monaco, che ha voluto lasciarci un ricordo del suo pensiero e delle proprie idee.Siamo privilegiati a poter ammirare affreschi di tale bellezza.Dobbiamo interpretare oppure soltanto raccontare?Al centro il Cristo benedicente, affiancato dagli arcangeli Gabriele e Michele. Tra i due arcangeli è rappresentato un soggetto in atto di preghiera verso, quello che si pensa, l’arcangelo Gabriele. Questa persona è stata interpretata come il committente delle opere.Atipica la rappresentazione di Gabriele, se di lui si tratta nella realtà. L’arcangelo appare con un libro nella mano sinistra e la destra aperta sul petto.Ritengo che il riconoscimento dell’angelo sia avvenuto grazie alla contestuale presenza di Michele sull’altro lato dell’affresco. L’associazione tra i due arcangeli è tipica del periodo nel quale è stata realizzata l’opera.Potrebbe essere questo l’angelo dell’Apocalisse?
Poi vidi un altro angelo possente che scendeva dal cielo, avvolto in una nuvola e con l’arcobaleno sul capo. Il suo volto era come il sole, i suoi piedi come colonne di fuoco ed aveva in mano un libretto aperto, ed egli posò il suo piede destro in sul mare ed il sinistro in su la terra.[6]Non potendolo mai comprendere ritorniamo al Cristo, che ci appare a mezzo busto e non, come di consuetudine, a figura intera.Le sorprese non si concludono con l’abside di destra.Dirigendosi verso l’abside maggiore ritroviamo il Cristo tra gli apostoli. A San Remigio è “tra gli apostoli” nel senso che non è rappresentato al centro dell’abside ma spostato sulla sinistra e, fatto ancora più curioso, non è affrescato “in Gloria” nel semicatino absidale, in altre parole in alto, ma nel semicilindro.Gli apostoli sono rappresentati in pose ripetitive ed in posizione eretta. I piedi sono divaricati e tendono a sovrapporsi leggermente.Tutti gli apostoli reggono un libro tenendo le mani nello stesso atteggiamento.Tutti tranne uno.Andrea porta la croce sulla spalla.Sotto gli apostoli, il gioiello di San Remigio!I nostri occhi si posano su un importante ciclo dei mesi e delle attività dell’uomo. Importante poiché si riesce a risalire a nove mesi su dodici.In tutto il territorio nazionale non restano tanti affreschi riguardanti il ciclo dei mesi, e di questi sono ancora meno quelli più leggibili di San Remigio. Come esempio si potrebbe utilizzare la chiesa della Beata Vergine Assunta del Piaggio a Villadossola, dove sono visibili tre attività, oppure Fara Novarese dove sono leggibili nella loro interezza.Vorrei concludere il resoconto su quest’oratorio parlando del proprietario.San Remigio è stato affrescato sulla parete di destra nell’atto di benedire. Nella mano sinistra tiene il pastorale.L’affresco è datato 1533.Remigio è famoso per esser riuscito a battezzare il merovingio Clodoveo I, re dei Franchi, nella cattedrale di Reims.Era il 25 dicembre del 496.Famose anche le parole utilizzate dal santo:
Piega il capo, fiero sicambro, adora ciò che hai bruciato e brucia ciò che hai adorato.Un angelo consegnò al battezzante la sacra ampolla contenente l’olio santo. Da quel momento la cattedrale di Reims divenne il luogo per la consacrazione dei Re di Francia.In Italia non sono molte le chiese dedicate a San Remigio.Particolare la zona nella quale è stato eretto l’oratorio.Faticosa la costruzione a ridosso della pietra che, silenziosa, scivola verso il Lago.Singolare la composizione degli affreschi al suo interno.Sfuggente la dedicazione a San Remigio.Mi viene da pensare ad un luogo sacro che poteva fungere da “battesimo” per la religione esistente prima del Cristianesimo.Rimane da comprendere come la conoscenza di questo “luogo sacro per il battesimo” sia giunto ai costruttori l’edificio della nuova religione……
Fabio Casalini.
All'interno dell'oratorio di San Remigio è presente una raffigurazione della Madonna del Latte di cui ho parlato diffusamente in questo articolo (se volete leggere l'articolo cliccate sul testo di seguito): La donna che non poteva mostrare il seno.
[1] Litifredo all'epoca della bolla di Innocenzo II era vescovo di Novara.
[2] Sant'Angelo con il trascorrere del tempo ha assunto la denominazione di Isola di San Giovanni.
[3] La frase riportata è contenuta nella Historia di fra Paolo Morigia.
[4] Quando si parla di orientamento delle chiese si intende il punto cardinale verso cui si rivolge l'abside dell'edificio.
[5] Il portico dovrebbe risalire al XIV secolo.
[6] Apocalisse capitolo X.
Bibliografia
* Maria Pia Zocchi: affreschi medioevali di San Remigio di Pallanza. I quaderni del Museo del Paesaggio. 1986 Vangelista editore.