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+ Renato Dulbecco a “Giovani Talenti” (Radio 24) +

Da Fugadeitalenti

RADIO 24 –  Premio Nobel per la Medicina RENATO DULBECCO:

“LA FUGA DEI CERVELLI UN PROBLEMA SERIO, MA E’ POSITIVO CHE ESISTA COMPETIZIONE TRA RICERCATORI”.

“La fuga dei cervelli è una questione che mi ha occupato per parecchio tempo. E’ qualcosa di grande importanza. Ed è un problema serio. Io lo vedo in questo modo: per una ricerca che fa passi avanti, occorre innanzitutto sviluppare la competizione. Una competizione che spinge oltre, che suggerisce nuove vie. E’ normale -a mio parere- che esistano questa “fuga dei cervelli” e questa competizione: senza di ciò, non potrebbe svilupparsi una ricerca positiva. In sé questa competizione non è negativa”.

Così il Premio Nobel per la Medicina, il professor Renato Dulbecco, ai microfoni di “Giovani Talenti”, la trasmissione di Radio 24 condotta da Sergio Nava, in onda sabato 18 settembre alle 15. Dulbecco è intervenuto nel corso della puntata dedicata alla storia di Laura Perin, ricercatrice e docente universitaria italiana, al lavoro a Los Angeles.

Dulbecco ha commentato le recenti affermazione dell’altro premio Nobel italiano Mario Capecchi, secondo il quale ”l’Italia ha grandi talenti e creatività, ma mancano le opportunità per i giovani, che hanno idee per fare ricerca, ma che di fatto non possono farla”: “Io penso che Capecchi abbia ragione”, ha dichiarato Dulbecco. “Per fare ricerca occorrono parecchi fattori. Non basta solo l’entusiasmo: servono conoscenze, attrezzature e l’ambiente giusto. Senza di tutto ciò non si può fare ricerca. Sono cose che non si improvvisano”.

Il professor Dulbecco ha dedicato un pensiero ai giovani: “I giovani devono poter fornire un contributo fondamentale in qualsiasi campo dell’attività umana. Il giovane ha le idee, e le può sviluppare. Ciò è la base della ricerca”.

E alla domanda su una possibile soluzione alla “fuga dei cervelli” italiana, Dulbecco ha così risposto: “Non c’è una soluzione ovvia: servirebbe cercare diverse soluzioni, e trovare la più adatta. Occorre aprire le porte anche ai ricercatori stranieri: l’importante è che si tratti di menti che si dedicano alla sacra conquista della verità”.



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