di Francesco Sasso
I rapporti intercorsi tra Renato Serra e Luigi Ambrosini, giornalista di talento e amico intimo, sono ben noti. In particolare la collaborazione intellettuale e la partecipazione alla vita letteraria in alcune riviste agli inizi del Novecento.
Ad ampliare la prospettiva di questo fortunato sodalizio, i cui esiti segnarono positivamente la storia personale dei due intellettuali, giunge ora questo nuovo, prezioso contributo a cura di Andrea Menetti che ci presenta il carteggio intercorso tra Renato Serra e Luigi Ambrosini in un volume curato con rigore filologico e con un apparato di note informative che ricostruiscono con esattezza il percorso di un sodalizio lungo nel tempo. Il volume raccoglie sessantanove lettere e cartoline postali che i due giovani letterati vennero scambiandosi tra il 1904 e il 1915 (l’ultima lettera di Serra fu scritta otto giorno prima di morire sul fronte), quindi negli anni decisivi della loro formazione intellettuale. Le lettere fanno parte dell’archivio di Casa Serra e il Fondo della Biblioteca Malatestiana di Cesena.
Dalle lettere proposte emerge come una vita si fa letteratura. Spesso le riflessioni letterarie di Serra affondano le radici nell’autobiografia. Tanti giudizi acuti o evasivi, nascono da un’esplorazione cauta e in apparenza svagata della vita. I due amici comunicano, si rincorrono, si incontrano, dialogano, si sollecitano, si scambiano idee sulla letteratura e consigli, tuttavia ci è offerta soltanto una parte della corrispondenza, a volte però leggiamo la risposta. Nondimeno si assiste a un duetto in cui si sente viva la voce dei due intellettuali mentre esprimono l’intensità di un sentimento d’amicizia o un conflitto interiore.
Analizzando Mio carissimo, recuperiamo l’immagine di un Serra pigro, indolente, lirico, afflitto dalla malattia del gioco, tutto colmo di sensibilità decadente, in cerca di un’occupazione sicura, vittima di un tentato omicidio per l’onore di una donna sposata. Man mano che le lettere si avvicinano al grande evento (la Grande Guerra), la riflessione di Serra sulla vita umana e sulla guerra tocca altezze memorabili.
In conclusione, pur nella sua essenzialità, il carteggio rivela la storia di un’intensa amicizia mozzata dalla Grande Guerra o, probabilmente, da un anelito di morte.
f.s.