Magazine Cultura

René Guénon. La crisi del mondo moderno (1927)

Creato il 22 marzo 2014 da Silcap
René Jean-Marie-Joseph Guénon (Blois, 15 novembre 1886 – Il Cairo, 7 gennaio 1951)

René Jean-Marie-Joseph Guénon (Blois, 15 novembre 1886 – Il Cairo, 7 gennaio 1951)

Che si possa parlare di una crisi del mondo moderno, prendendo la parola “crisi” nel suo significato piú comune, è cosa che i piú ormai non mettono in dubbio; e, almeno a questo riguardo, si è prodotto un mutamento abbastanza sensibile rispetto al periodo che immediatamente ci precede: per la forza stessa degli avvenimenti, certe illusioni cominciano a dissiparsi e noi, da parte nostra, non possiamo che rallegrarcene, poiché, malgrado tutto, in ciò si ha un sintomo già buono, l’indizio di una possibilità di rettificazione della mentalità contemporanea, qualcosa che appare come una debole luce in mezzo al caos attuale. I casi che la fede in un “progresso” indefinito, prima considerata come una specie di dogma intangibile e indiscutibile, non è piú ammessa cosí generalmente; alcuni intravvedono piú o meno vagamente, piú o meno confusamente, che la civiltà occidentale, invece di continuare sempre a svilupparsi nello stesso senso, potrebbe pur subire un giorno un arresto o perfino crollar del tutto per via di qualche cataclisma. Forse costoro non vedono chiaramente ove risiede il pericolo, e le paure chimeriche o puerili che essi talvolta manifestano provano a sufficienza il persistere di non pochi errori nella loro mente. Tuttavia è già qualcosa che essi sospettino un pericolo, anche se essi lo presentono, più che non lo comprendano per davvero, e giungano a concepire che questa civiltà, di cui i moderni sono cosi infatuati, non occupa un posto privilegiato nella storia del mondo: essa può aver la stessa sorte di tante altre già scomparse in epoche piú o meno lontane, alcune delle quali non hanno lasciato che tracce minime, vestigia appena percettibili o difficilmente riconoscibili. Se dunque si dice che il mondo moderno subisce una crisi, ciò che cosi si vuole abitualmente esprimere è che esso è giunto ad un punto critico, o, in altri termini, che a breve scadenza, volendolo o no, in un modo piú o meno brusco, con o senza una catastrofe, dovrà inevitabilmente sopravvivere un mutamento di orientazione. Questo significato dato al termine “crisi” è del tutto legittimo e corrisponde in parte a quel che noi stessi pensiamo: ma solo in parte, poiché, ponendoci da un punto di vista più generale, noi crediamo che tutta l’epoca moderna nel suo insieme rappresenti per il mondo un periodo di crisi. Sembra d’altronde che ci si avvicini alla soluzione, il che rende oggi piú particolarmente sensibile che in qualsiasi altro periodo il carattere anormale di uno stato di cose il quale dura già da qualche secolo, ma le cui conseguenze mai furono cosi visibili quanto ora. Questa è anche la ragione per cui gli avvenimenti oggi si svolgono con una velocità accelerata. Ciò, senza dubbio, può continuare ancora per qualche tempo, ma non indefinitamente Ed anche se non si è in grado di fissare un limite preciso, pure si ha l’impressione che un simile stato di cose non può durare ancora per molto.

LA CRISI DEL MONDO MODERNO (PDF)


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog