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René Magritte a Vienna

Creato il 25 gennaio 2012 da Witzbalinka

Probabilmente non è la più trascurabile delle caratteristiche tristemente sintomatiche della nostra epoca che si usi l’aggettivo surrealista per dequalificare qualcosa in modo chiaro ed apparentemente inappellabile.

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In fin dei conti il Surrealismo, erede del Romanticismo, è stato probabilmente la grande rivoluzione contemporanea; un movimento  la cui massima aspirazione è stata liberare il genere umano  dalla crosta dell’abitudine e dall’oppressione del lavoro, dell’ordine, della disciplina e dei castranti valori borghesi per dare accesso, attraverso un sentimento magico-poetico-sacro-dell’esisitenza, alla vera vita grazie all’incoscente, al desiderio, allo humor, all’irriverenza, all’azzardo, all’arte ed ai sogni. Niente riassume meglio la filosofia essenziale del movimento della celebre frase del poeta Paul Eluard: “ Ci sono altri mondi, ma sono in questo”. Eluard era impegnato a rompere il principo di realtà assolutisticamente imposto dal mondo delle convenzioni razionali di base aristotelica del piano del cosciente, utilizzato dal mondo borghese sorto dalla Seconda Rivoluzione Industriale per esercitare la sua sanguinosa dittattura basata sulla produzione, l’utilità ed il denaro, al fine di accedere qui ed ora, nell’inmediato istante, ad una vita inquietante ed insondabile ma infinitamente più bella e più piena. Una vita in definitiva degna di questo nome.

Paradossalmente, il paradosso è naturalmente essenziale nel Surrealismo, pochi artisti hanno contribuito tanto, attraverso una serie di immagini indelebili che formano parte essenziale della cultura e dell’incosciente collettivo contemporanei, a questa sovverisone e rottura del principio di realtà imposto, a segnalare le fessure e le crepe nella parete attraverso le quali respira la vita e si intravede  questa cosa alla quale lo spirito poetico aspira e desidera, quanto l’opera di un pittore  dall’insuperabile aspetto grigio ufficio chimato René Magritte (1898-1967).

Effettivamente in chi, tra coloro che li hanno visti, non ha lasciato un segno indelebile la pipa che non è una pipa, l’uomo che di fronte allo specchio solo vede riflesse la sua nuca e le sue spalle, il vaso d’acqua in equilibrio perfetto sulla  punta dell’ombrello aperto, il cristallo rotto su cui sono rimasti pezzi del paesaggio che si vede dall’altra parte della finestra, gli amanti che si baciano cone le teste completamente coperte da lenzuola, la constante sovrapposizione di piani opposti nei suoi quadri (giorno/notte, dentro/fuori, realtà (?) /rappresentazione), le perturbanti allusioni sessuali tanto frequenti nella sua opera? Al silenzioso e intatto potere sovversivo del creatore di queste immagini  rende omaggio il museo Albertina di Vienna (http://www.albertina.at/) mettendo in mostra fino al 26 febbario prossimo più di 100 opere della straordinaria produzione di Magritte.

Paul Oilzum Only-apartments Author
Paul Oilzum


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