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Renzi a Bolzano: difendiamo l’Ue dalla tecnocrazia

Creato il 06 luglio 2014 da Nicola933
di Oreste Cirillo Renzi a Bolzano: difendiamo l’Ue dalla tecnocrazia - 6 luglio 2014

RenziDi Oreste Cirillo. Il premier, Matteo Renzi, torna ancora una volta ad esprimere il suo pensiero sull’ Europa, questa volta a Fiè allo Sciliar - Bolzano – con il cancelliere austriaco Werner Faymann per il convegno: Regioni in Europa. L’Europa delle Regioni” organizzato al castello di Presule, affermando che: “Oggi viviamo in un tempo in cui tutto è presente: siamo sempre online, la politica è sempre live. Tutto è un indefinito presente. Ma se riflettiamo, ci rendiamo conto dei passi in avanti fatti: l’Europa è premio Nobel per la pace non come premio alla carriera ma per quello che ha fatto” – aggiungendo – “Noi non vogliamo che l’Inghilterra esca dall’Europa. Deve far parte della scommessa europea”.

Successivamente il premier si è soffermato sulla tecnocrazia divagante affermando: “Difendiamo l’Europa dall’assalto della tecnocrazia”, perché l’Europa non sia solo la patria di “banchieri e burocrati”. Secondo Renzi per costruire un futuro roseo, non possiamo farci opprimere dalla situazione presente. Quello che manca all’Europa per il premier è condividere valori e un progetto comune: “Non serve a niente condividere una moneta se non condividi un destino. L’Europa non è un insieme di slides e vincoli economici ma di valori”. Ed il primo è l’orgoglio dell’identità che non deve essere “una parolaccia” ma, come dimostra l’Alto Adige, può coniugarsi con l’integrazione.

Questo messaggio di integrazione non è piaciuto molto ad alcuni tirolesi che all’arrivo del premier avevano posizionato un drappello della Suedtiroler Heimatbund, movimento politico d’ispirazione indipendentista, sul quale figurava, con la scritta bilingue Tirol den Tirolern! Weniger Worten – mehr Taten e il Tirolo ai tirolesi meno parole – più fatti, un messaggio di indipendenza. Queste scritte si riferirebbero al 1919 quando l’Alto Adige, il Sud Tirolo per gli altoatesini di lingua tedesca, venne separato dalla madrepatria Austria.

Quanto alla crisi dirompente ha affermato che i paesi più virtuosi sui risultati economici e sull’occupazione, non vanno guardati come “causa dei nostri problemi”. I problemi dell’Italia – ne è ben consapevole il nostro premier – hanno origine nei ritardi e nelle carenze, prima di tutto politiche, ma non secondariamente economiche, dell’Italia. Quindi il primo obiettivo da raggiungere per il nostro Paese è quello di riacquistare “fiducia in sé stessi”.


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