Matteo Renzi ha ufficialmente aperto la campagna elettorale per le primarie dell’8 dicembre con le quali si eleggerà il segretario del Partito Democratico. Lo ha fatto a Bari, alla Fiera del Levante.
Il sindaco di Firenze ha esordito con una frecciatina rivolta a tutti coloro che stanno salendo sul suo carro, ritenuto quello vincente: “sui carri non si sale, i carri si spingono”. Coloro che vorranno schierarsi dalla sua parte dovranno quindi darsi da fare per “cambiare verso”. Detta cosi non significa molto ma “l’Italia cambia verso” è proprio lo slogan scelto per la sua campagna elettorale.
Il discorso di Renzi è quindi interamente dedicato sullo scopo di riempire di significato questo slogan: cambiare verso all’Europa, cambiare verso all’Italia e cambiare verso al Pd.
Cambiare verso all’Europa, spiega il sindaco di Firenze, significa dar vita agli Stati Uniti d’Europa, istituire il servizio civile europeo, organizzare un esercito europeo e, infine, avere regole di lavoro comuni per tutti i paesi della UE. Perché se c’è un malato, continua il sindaco, quello non è l’Italia ma l’Europa stessa. Il nostro paese però, per portare avanti queste istanze di cambiamento, deve prima cambiare lui stesso.
Cambiare quindi verso all’Italia. Ma come? Renzi propone innanzitutto una legge elettorale con cui si sappia chiaramente chi abbia vinto le elezioni, con cui chi vince governa e con cui ci possa essere un’alternanza che garantisca il bipolarismo.
Per cambiare verso al nostro paese, inoltre, dobbiamo partire dalla Costituzione, applicandola o modificandola. Applicare la Costituzione, per esempio, nell’articolo uno: garantire quindi la “libertà di essere assunti e non solo la libertà di essere licenziati” (cfr. legge Fornero). Per far questo si deve cominciare con il semplificare la burocrazia. Modificare la Costituzione invece per quando riguarda il bicameralismo perfetto.
Cambiare verso all’Italia significa avere un sistema carcerario degno di un paese civile; significa basarsi sul principio dell’uguaglianza, che non vuol dire essere tutti uguali ma vuol dire dare a tutti le stesse possibilità. Poi chi è più bravo vince.
A proposito di vittoria, Renzi promettere, da segretario, di cambiare verso anche al Pd, con lo scopo di costruire un partito curioso nel cercare di capire le persone e coraggioso nel recuperare il gusto della sfida. Un Pd, per dirla chiaramente, che vinca le elezioni.
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