Renzi contro Matteo

In principio era lo statuto del PD;
diceva che chi diventava Segretario del partito sarebbe poi stato automaticamente e di diritto anche il candidato premier, allorchè all'orizzonte si fossero intraviste le elezioni.
E venne il giorno in cui il giovane Matteo contestò alla radice quel principio, dato che gli avrebbe impedito di partecipare al concorso di "Mister centrosinistra".
Allora il Partito modificò quella norma, proprio per consentire al giovinotto di giocare la sua partita, che poi si concluse con una schiacciante (e democratica) sconfitta: 60 a 40 per lo smacchiatore di giaguari (a sua volta stordito dal frinire del Grillo).
Infine è arrivato Renzi, che contesta alla radice lo statuto secondo Matteo, e che vuole riportare le lancette a quando la figura di segretario e quella di premier si fondevano in un sol nome.
Adesso attendiamo che si esprima il sindaco di Firenze e che dirima definiftivamente questa questione, dato che la notte fatichiamo a prender sonno.