Daria Bignardi è tornata stasera su La7 con Le Invasioni Barbariche. Tra gli ospiti del programma il sindaco di Firenze e neo-eletto segretario del Pd, Matteo Renzi che parla di come la legge elettorale dovrebbe essere cambiata: ““Io vorrei una legge elettorale che dia la certezza di chi vince e non dia la possibilità di fare ricatti! So benissimo che la gente che mi ha votato, non mi ha votato in quanto salvatore della patria, mi ha votato come a dire: 'Mah, proviamo un po’ anche ’sto Renzi, poi se non va ci resta solo il Mago Otelma. La vera democrazia è chiedere a chi governa che le promesse fatte vengano mantenute. Scelta Civica ha delle percentuali di voti da prefisso telefonico, perché dovrebbe mettere becco sulla riforma per la legge elettorale? Chi li ha votati loro?".
Sul leader del M5S dice: "Beppe Grillo mi ha dato dell’ebete, è vero. Ma è il suo modo di dimostrare affetto, è fatto così. Ora dice che si vuole candidare a sindaco di Firenze? Ma magari lo facesse! Dove si firma?". Mentre su Silvio Berlusconi, che incontrerà domani pomeriggio, afferma che "Non è tanto Berlusconi, il problema è che l’Italia deve cambiare!" e poi aggiunge “Non sto facendo tutta questa manfrina per andare a fregare il posto a Letta. Anzi, lancio un hashtag: #Lettastaisereno”. Alla domanda della Bignardi: “Ma lei non ha paura del suo incontro di domani con Berlusconi e di quello che la stampa e l’opinione pubblica potrebbe dire?” - Renzi risponde: “No, perché io non ho paura delle mie idee. A me hanno insegnato: male non fare, paura non avere”.
Poi si dice favorevole alle unioni civili e sullo ius soli dice : “Io giro molto per le scuole e proprio non capisco perché un ragazzino cresciuto in Italia che ascolta la stessa musica e legge gli stessi libri degli altri, non debba essere considerato italiano come gli altri”. E riguardo alla legalizzazione delle droghe dice: "Non puoi mettere sullo stesso piano droghe leggere e droghe pesanti, ma questo non significa che quelle leggere debbano essere subito legalizzate. Cominciamo a fare delle distinzioni, prima”.
A.D.P.