Tutto va bene per cementare l’idea di un governo che sta sereno, ma sereno veramente, e che non intende farsi logorare dalla vicenda Boschi. Che Renzi rispedisce al mittente. Lo fa da Vespa: «La strumentalizzazione politica di queste ore mi fa veramente tristezza». E lo fa con la sua Enews in cui continua a portare avanti lo scontro aperto con i giornali. Vorrebbe spiegarci, Renzi, che l’informazione è contro di lui. E che ignora (!) la Leopolda: «L’attenzione dei media come sempre è stata catturata da altro rispetto all’energia dei leopoldini», ha scritto. «Noi abbiamo parlato di politica, loro hanno scritto di banche». Poi il tono si fa sarcastico, e aggiunge: «Succede.».
Renzi è di parte se dice questo e a mio avviso lo sa che la questione Banca, in cui è implicata l'intera famiglia della Ministro Boschi, non può non stare sotto l'attenzione di tutti e dunque della stampa. Anche se non ci fosse stato il triste suicidio del Sig. Luigi di Civitavecchia.
E' questione grave perché, anche se è vero che i Governi precedenti non hanno provveduto a dare alla Banca D'Italia, che li chiedeva, gli strumenti legislativi per bloccare la vendita al dettaglio dei titolo a rischio, è anche vero che la Banca in cui è coinvolta la famiglia Boschi dava fidi, senza ritorno di guadagno per la Banca stessa, ad "amici degli amici" mentre nel contempo incentivava tale vendita ai piccoli risparmiatori per dragare liquidità. Insomma l'acqua entrava dai piccoli rubinetti mentre non si riparava il buco che c'era nella vasca.
Il decreto Renzi evita il fallimento, di fatto esistente, della Banca Etruria e sembra che, nell'articolo 35, impedisca ai singoli truffati di querelare i funzionari e i dirigenti della Banca che li hanno ingannati:
«L’esercizio dell’azione sociale di responsabilità e di quella dei creditori sociali contro i membri degli organi amministrativi e di controllo e il direttore generale (…), spetta ai commissari speciali sentito il comitato di sorveglianza, previa autorizzazione della Banca d’Italia». Dunque, senza il benestare dei commissari, del comitato di sorveglianza e di palazzo Koch non si potrà esercitare l’azione di responsabilità”. Questa interpretazione restrittiva della norma UE rende più difficile le eventuali azioni di risarcimento.
Per la prima volta in vita mia ho detto "Bravo!" a Vespa, quando ha rivolto a Renzi la domanda riguardante proprio questo aspetto del decreto, ma Matteo ha risposto brevemente che riguardava solo i NUOVI AMMINISTRATORI. Vespa non ha insistito per avere ulteriori chiarimenti e, data la brevità e non particolare chiarezza dell'eloquio nel formularla, non so quanti l'abbiano capita. Speriamo che Matteo abbia detto il vero.
Una questione che mi sta a cuore della Legge di Stabilità è la faccenda del pagamento del cosiddetto canone RAI in bolletta elettrica. Ho già consultato un bravissimo avvocato donna della Federconsumatori, a cui sono iscritta, e lei mi ha detto che dobbiamo aspettare i decreti attuativi della Legge, prima di fare qualsiasi obiezione che ora sarebbe prematura. Corretto, ma siamo vicini a gennaio 2016, periodo in cui dal 1970 pago il cosiddetto abbonamento RAI, e non sapendo ancora come difendermi dal pagarlo 2 volte, vista questa bella pensata di Renzi, ho una certa inquietudine. La ragione risiede nel fatto che, appunto, la mia famiglia lo ha sempre pagato da ben 45 anni! Ora non vorrei che, causa l'evasione e il fatto che Renzi ha giustamente tagliato i finanziamenti agli spreconi della RAI, quelli come me vengano puniti a pagarlo 2 volte!
Insomma è una legittima preoccupazione, visto che in Italia le cose vanno bene a chi evade e a pagare è sempre chi si comporta bene!
Come per molti cittadini, il contratto per l'elettricità su una casa è a nome mio e su un'altra a nome di mio marito. Il cosiddetto abbonamento RAI (l'imposta) è a nome di mio marito fin dal 1970. Potrei dunque trovarmi a dover pagare 2 volte il canone in bolletta, essendo 2 le intestazioni.
Basterebbe formulare l'attuazione di questo recupero di evasione in modo da dare la possibilità alle famiglie che hanno un numero di abbonamento di comunicarlo al gestore elettrico, evitando così di legare l'imposta al nome dell'intestatario del contratto. Per evitare frodi bastano i codici fiscali visto che nelle denunce dei redditi sempre si deve dichiarare il coniuge, anche se si fanno Mod. 730 separati.
Insomma la strada per evitare l'abuso delle tasche delle famiglie c'è: staremo a vedere se vorranno farlo o no.