Renzi non è affatto "l'ebetino di Firenze"...ma ha "agganci TOSTI". Vedi il mitico caso della Fiducia Consumatori ai max dal 2010 (secondo l'ISTAT)

Creato il 29 aprile 2014 da Beatotrader

Renzi non è affatto "l'ebetino di Firenze"
come lo spaccia l'astuto piddino-embedded-Crozza che gioca a fare il giullare indipendente di facciata...
Matteuccio in realtà ha degli "agganci TOSTI"...
Vedi come ultimo esempio il mitico&allucinogeno caso della Fiducia Consumatori italiana ai max dal 2010 (almeno secondo l'ISTAT... ed in contemporanea con il record storico di disoccupazione...)
Un dato "utile" uscito come il cacio sui maccheroni....
Ed ecco i titoli vomitevolmente&falsamente ad effetto sui giornaloni a libro paga....
Guarda a caso...
l'ASSIST dell'ISTAT è stato subito colto da chi di dovere...;-)

Gli agganci di Matteuccio sono un po' ovunque...
- in Italia (vedi la potente massoneria fiorentina...e sapete BENISSIMO come io sia avverso al complottismo da Bar Web...)
- nei mass-media-lecca-culo-a-libro-paga
- ma anche e soprattutto nella Finanza che conta (via UK-Davide-Serra...)
ALTRIMENTI
veramente pensate che un 39enne acqua&sapone (così ve lo spacciano...)
in questa Italia gerontocratica e feudale
sarebbe LI' DOV'E'?
Suvvia....
sveglia!!!!
Andate OLTRE al marketing del giovincello innovatore&rottamatore che vi vendono
ovvero
un Marketing buono solo per gli Italioti
(che purtroppo sono maggioranza...).
Ma torniamo ai FANTASY DATI
sulla fiducia consumatori made in Istat.......
.

Lo so....
Solo 4 gatti della riserva indiana dell'informazione indipendente
coglieranno la REALTA' delle COSE
invece della manipolazione spacciata da istituzioni e mass-media...
Ma tant'è...
andiamo avanti lo stesso...
eroicamente e/o masochisticamente....;-)
da IcebergFinanza
Ieri all’improvviso una raggio di sole sul nostro Paese…
“Fiducia consumatori, Istat: record dal 2010. Ottimismo sull’economia.In aprile l’indicatore che riassume le aspettative sulla situazione economica del Paese e sul bilancio famigliare è salito a 105,4 dal 101,9 del mese precedente. Miglioramento in tutta Italia. Ma restano stabili le attese sulla disoccupazione”
Subito un coro quasi unanime, dal partito di Renzi e dal Governo, è l’effetto della manovra, il miracolo degli 80 euro.
Sono andato allora a spulciare di dati sul sito dell’Istat per osservare quanto è accaduto negli anni scorsi quando arrivarono in ordine, Monti, Letta e Renzi e il risultati sono interessanti.

La bella notizia senza voler per forza andare a spulciare le statistiche da polli di trilussa, dove le medie sono quelle che sono,
è che in fondo gli italiani sono tendenzilamente degli ottimisti, basta continuare a cambiare premier che la fiducia risale.
Peccato però che siano dinamiche che durano si e no dai tre ai quattro mesi, poi all’improvviso, scompaiono, facendo i conti con la realtà!.........
Traduzione = gli italiani sono talmente italioti che sbavano di fiducia sul primo Wanna-Renzie's (o Wanna-Berlusconi et similia...) che passa...
e dunque il dato fiducia consumatori in Italia è poco affidabile come leading indicator 
perchè gli italioti sono troppo creduloni e superficiali...
dunque questo dato successivamente non si traduce quasi mai in crescita effettiva delle vendite al dettaglio e del PIL, come spesso accade negli altri Paesi.
Insomma siamo troppo ITALIOTI
perchè il dato fiducia consumatori
abbia una valenza predittiva e macro-economica come altrove....;-)
GUARDA BENE QUESTI GRAFICI  
DIVERGENTI...

fiducia consumatori italioti...


ed effettiva dinamica dei consumi italioti....

Ma....dopo gli strabilianti dati ISTAT di ieri
sulla fiducia consumatori che starebbe ri-salendo da mesi
e che sarebbe tornata addirittura ai max dal 2010 (con i Mass-media a libro paga a fare da grancassa)
ECCO CHE IRROMPE LA REALTA'....
E MI PRUDONO LE MANI...
Anche perchè saremo in 4 gatti a capire...mentre la massa ci cascherà, come sempre.
Commercio: Le vendite al dettaglio calano a febbraio dello 0,2%
Il dato è nettamente peggiore delle previsioni degli economisti.
Le vendite al dettaglio sono calate in Italia a febbraio dello 0,2%. 
Gli economisti avevano atteso un aumento dello 0,4%.
Le vendite di prodotti alimentari sono scese dello 0,1% e quelle di prodotti non alimentari dello 0,2%.
Su base annua le vendite al dettaglio sono calate a febbraio dell'1%, sintesi di diminuzioni dell'1% per le vendite di prodotti alimentari e dell'1,2% per quelle di prodotti non alimentari.
E non mi dite che Fiducia Consumatori è un LEADING INDICATOR che impatterà sul futuro e non su febbraio scorso...
Sono cose che SO benissimo
Ma il Trend rialzista della Fiducia Consumatori Italiana made in ISTAT dura da mesi e mesi...
è una specie di RALLY...

Dunque
effetti di miglioramento, anche solo minimali, dovresti già vederli sulle vendite al dettaglio....
ed invece SI SCENDE BEN PEGGIO DELLE ATTESE....
PERFINO SUL DATO-CORE DEGLI ALIMENTARI
ai quali si rinuncia solo se COSTRETTI da sopravvenuta indigenza...
o da mega-fifa sulle condizioni future...
Ecchecazzo!
Siamo mangioni italiani che amano mangiare bene e che ci rinuciano solo se necessario...
Mica siamo Esquimesi Renziani come ci favoleggiano i mass-media a libro paga....
Per chi volesse approfondire ulteriormente la GENETICA DISCRASIA ITALIOTA
tra fiducia consumatori da baluba
vs.
effettivi comportamenti di spesa che poi realmente si manifestano nelle vendite al dettaglio
vi lascio con un paio di dotte analisi a supporto
che tanto come sempre coglieremo in 4 gatti...
mentre la massa italiota continua ad essere maggioranza (purtroppo...)
e ci sfotte pure come se fossimo dei visionari catastrofisti
Non a caso gli Italioti sono stati addestrati per benino...e continuano ad esserlo...;-)
Misteriosamente ottimisti o desolatamente creduli?
Phastidio
La notizia del giorno (si fa per dire, visto che il flusso di notizie è tipicamente da periodo festivo) è che l’indice di fiducia dei consumatori italiani ha toccato ad aprileuna vetta che non vedeva dal lontano 2010.
Sognare costa molto poco, essere galvanizzati sul nulla pare tuttavia una pericolosa inclinazione degli italiani.


L’indice di fiducia dei consumatori, in Italia, non appare legato in modo statisticamente significativo all’andamento della variabile che da esso dovrebbe conseguire logicamente, cioè l’andamento delle vendite al dettaglio.
Ne avevamo già parlato lo scorso anno, quando la fiducia cresceva a grandi falcate eppure l’andamento delle vendite al dettaglio si inabissava.
Ora ci risiamo.


A gennaio 2013 l’indice di fiducia toccava il minimo, al livello destagionalizzato di 84,8.
Da quel momento, in corrispondenza con l’arrivo del governo di Enrico Letta, iniziava un rally impressionante, che portava l’indice al valore di 100,8, a settembre.
Poi, i mesi autunnali hanno visto un costante calo, in parallelo (forse) con la realtà che bussava alla porta, con una Legge di Stabilità che ha portato nuove tasse e con il progressivo sfilacciamento del governo Letta.
Nel frattempo, però, l’indice delle vendite al dettaglio continuava ad inabissarsi.


In pratica, entusiasmo per le promesse della politica e depressione nel portafoglio.
Poi è iniziata la gloriosa Era Renzi, e la musica è cambiata.
O meglio, è tornato il vecchio spartito: indice di fiducia al galoppo, da 97,9 di febbraio al 105,4 di aprile.
Nel frattempo, la realtà restava ingrugnita, con vendite al dettaglio in continua flessione.
A voler essere generosi, la derivata seconda delle vendite al dettaglio sta migliorando: la flessione tendenziale, cioè anno su anno, rallenta, pur restando negativa. Interessante il fatto che i soggetti che hanno risposto alla rilevazione indichino un peggioramento delle opportunità correnti di risparmio, mentre restano stabili quelle future.
Come spesso è capitato dall’inizio della crisi, gli italiani ad intervalli regolari mostrano di credere a “qualcosa”, o a “qualcuno”.


Continua, quindi, questo affascinante fenomeno: gli italiani sembrano entusiasmarsi per le fiabe della politica, mentre continuano a spendere sempre meno.
Sappiamo quello che state pensando: non si può fare una analisi univariata e causale di questo genere, gli indici potrebbero variare per molteplici cause, ed anche in altri paesi europei si registrano recuperi della fiducia dei consumatori.
Avete ragione: eppure, è singolare che in questo paese esista e persista una simile divaricazione tra fiducia e realtà.
Attendiamo i prossimi dati sulle vendite al dettaglio, visto che l’ultimo dato disponibile è quello di gennaio.
Ma l’andamento della correlazione negli ultimi anni, e soprattutto nell’intero 2013, quando si era già registrata la “scossa” di fiducia lettiana, induce a non essere ottimisti.


La capacità predittiva dei consumatori
Linkiesta
La fiducia dei consumatori anticipa la crescita reale, ma non è una sfera di cristallo
Il clima di fiducia dei consumatori, misurato da apposite inchieste statistiche, è sempre più utilizzato come leading indicator della dinamica dell’economia, ovvero un indicatore che anticipa la crescita reale di almeno un paio di trimestri. 
La cosa sembra valere anche per l’italia, dove l’indicatore specifico sul clima economico delle famiglie consumatrici sembra avere un particolare potere predittivo ex-ante nei confornti della serie statistica trimestrale del Pil. 
Interessante però notare come nel recente passato, almeno fino a metà degli anni 2000 l’indicatore fosse lagging, ovvero seguisse invece di anticipare, la dinamica dell’economia. 
Cosa ci si deve perciò aspettare dal balzo recente nel clima di fiducia? 
Ricordiamo che un indicatore di questo tipo ha proprietà più qualitative che quantitative. 
L’ultimo picco del 2009 non sembra essersi riverberato in maniera quantitativamente importante sul taasso di crescita dell’economia. 
Le notizie incorporate dalle ultime indagine sono perciò buone, ma attenzione a gridare al miracolo.

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