Renzi, rimembri ancor? Il Pallista di Frignano sull'Arno e il Jobs Act

Creato il 09 agosto 2014 da Tafanus

...qualcuno si ricorda ancora del mitico "Jobs Act" (in arte "Giobatta")? Ma si... quella riforma epocale data per già fatta in febbraio, illustrata prima ad una Merkel descritta come "perplessa" dai giornali tedeschi - perchè non ci aveva capito niente - ma "entusiasta" dal disinteressato Bischero di Frignano? Ricordo che era una riforma urgente-urgentissima, bella-bellissima. giàfatta-già fattissima.

Poi, a furia di non riuscire a mettere dei contenuti all'interno dell'indice, il "coso" è diventato ul "Disegno di Legge" (la tomba di qualsiasi provvedimento... Diceva il saggio Andreotti che un ddl non si nega a nessuno... La crono-cazzata slittava a metà anno (non 2014, ma 2015!).

Adesso, colto da un attacco di amnesia selettiva, o da una botta di vergogna, non ci dice ancora in cosa consisterà il coso, ma che isso sarà pronto entro Natale.

A beneficio dei renziani a tutto tonto desaparecidos dal blog, che si "irritavano" tutte le volte che analizzavamo i c.d. "programmi" renziani, lo abbiamo rifatto: abbiamo ripercorso (non a memoria, ma avvalendoci dell'attrezzatissimo Archivio Storico" del Corsera). In questa crono-vergogna c'è il DNA del Bischero: tutto chiacchiere, distintivo, tweets e hastag

Creiamo anche noi il nostro hastag: #renziquandodiventeraiserio? Cronistoria o crono-vergogna?



23/01/2014
- Lo spettatore Letta a questo punto sembra allargare le braccia: Renzi ieri lo ha sostanzialmente bloccato rinviando la presentazione del Jobs Act alla prossima settimana; il premier dovrà probabilmente andare a Bruxelles, il 29, senza quel rilancio del programma scritto nero su bianco, che sperava di portare con sé. La conclusione, almeno filtrata dai suoi uffici, è un misto di rassegnazione e preoccupazione
23/01/2014 - Come spiega il segretario del Pd ai suoi: «Capisco le aspirazioni di Enrico, ma il timing è quello che ho detto». Ossia, prima la direzione che deve discutere sui «Jobs act», poi il resto. Tradotto: prima di febbraio non firmo niente. Ri-tradotto: se fosse per Renzi fino a metà del prossimo mese il patto di governo non va firmato. Perché «per qualche poltrona io non cambio il mio punto di vista». Perché, il sindaco di Firenze non vuole farsi «imbrigliare» in un gioco che «non è il mio»: «La palude no, assolutamente no»
24/01/2014 - Per questa ragione, pur seguendo la procedura «programma di governo» e dando gli ultimi ritocchi al «Jobs act», il primo cittadino del capoluogo toscano continua a seguire con grande attenzione
la «pratica riforma elettorale»
28/01/2014 - Il Jobs act è sparito di nuovo. Non c'è più, con buona pace di chi era convinto che fosse quello l'oggetto della riunione. Quello è un programma che va bene per «una campagna elettorale», dice
uno dei fedelissimi del sindaco di Firenze, non un «compromesso al ribasso per trattare con Alfano, Lupi, Quagliariello e Giovanardi». Tradotto dal politichese all'italiano: il Jobs act sarà materia di campagna elettorale in vista delle elezioni europee, non materia di scambio con il Nuovo centrodestra per una mediazione qualsiasi che, magari, preveda un rimpastino
29/01/2014 - Del Jobs Act a cui sta lavorando il Pd di Matteo Renzi a oggi si sa poco o nulla. Una cosa sola è certa, però: il documento promuoverà lo smartwork . O lavoro agile, a seconda delle preferenze
linguistiche. Per intenderci, il lavoro dipendente che si può fare da casa, dall'azienda o da dove si vuole, tanto poi si viene valutati sui risultati. «Certo, all'interno del Jobs Act si parlerà anche di smartwork », conferma Marianna Madia, responsabile Lavoro della segreteria del Pd. «Si tratta di uno strumento interessante che può favorire la conciliazione famiglia-lavoro? continua Madia
30/01/2014 - I più scatenati tra i renziani lo sognano a Palazzo Chigi già dopo le Europee, dopo una «staffetta soft» con Enrico Letta ed è lui, il leader, che li prende da parte e li fa ragionare: «Guidare il governo non è nei miei piani, non adesso». Prova ne sia il fatto che subito dopo la firma dell'accordo ha rilanciato sulle riforme, a partire dal Jobs act
15/02/2014 - Se il governo Renzi otterrà la fiducia, i primi provvedimenti saranno dedicati all'abbassamento del costo del lavoro per creare nuova occupazione. Come prevede il progetto di Jobs Act, annunciato l'8 gennaio, l'Irap dovrebbe scendere del 10%, con un risparmio d'imposta per le imprese di quasi 2 miliardi e mezzo. Accanto a questo taglio generalizzato scatterebbero incentivi per l'assunzione di giovani con meno di 30 anni: le aziende, in questo caso, pagherebbero solo i contributi previdenziali ma non le imposte. Per le assunzioni di giovani in attività innovative e di ricerca ci sarebbe anche un credito d'imposta. In tutto, questi incentivi costerebbero un paio di miliardi. Sempre il Jobs Act prevede l'introduzione del contratto d'inserimento a tutele progressive, che rende più facili i licenziamenti. E quindi sarà necessario un assegno universale di tutela del reddito per chi perde il lavoro. Che, nelle intenzioni di Renzi, dovrebbe sostenere in particolare chi viene licenziato e non è più ricollocabile e anche i giovani che non trovano lavoro, a patto però che seguano un corso di formazione.
17/02/2014 - Ora, secondo me, la ricetta per rifare il Paese è composta non solo da un Jobs Act serio, ma anche da tagli drastici al cuneo fiscale, da un nuovo minimo vitale, sgravi fiscali per stimolare l'occupazione femminile, incentivi per incoraggiare fondi pensione privati, risparmi massicci nella sanità senza togliere servizi ai cittadini attraverso un intervento sul Titolo V che ricentralizzi tante competenze ora nelle mani delle Regioni, ma anche, e infine, un piano per l'abbattimento del debito che sfrutti il patrimonio pubblico senza svenderlo (...insomma, al programma 1994 di Berlusconi manca solo "cchiù pilu pi tutti, le dentiere gratis, e il Prosciutto Rovagnati in omaggio. NdR)
22/02/2014 - Ma come si spiega che Renzi non ami i corpi intermedi e alla fine abbia scelto il leader di una delle maggiori organizzazioni di rappresentanza? La risposta è semplice: ha scelto l'uomo Poletti e non il presidente delle coop. Adesso i due si dovranno parlare lungamente perché toccherà al responsabile del Lavoro dare gambe al Jobs Act, la scelta programmatica numero uno di Renzi.
27/02/2014 - «Per il 17 marzo, quando avremo il bilaterale con Angela Merkel, il Jobs act sarà sostanzialmente pronto». Non era invece pronto, ed è stato cancellato dal programma, l'incontro con le delegazioni sindacali di Electrolux. «Lo faremo a Roma con tutti gli stabilimenti, per noi è una priorità», ha promesso Renzi. Ma le Rsu, Sel e pure il governatore Zaia non hanno gradito.
28/02/2014 - Il premier annuncia che a metà marzo andrà a Berlino per incontrarsi con la cancelliera tedesca Angela Merkel e mostrarle il famoso e ancora misterioso jobs act , titolo inglese del «piano per il lavoro» del quale si aspetta di conoscere il contenuto. E i sindacati, Cisl e Cgil in testa, gli chiedono di illustrarlo a loro prima che a un capo di Stato straniero.
16/03/2014 - Ieri Torino ha ospitato la giornata del freelance : copywriter, sviluppatori, traduttori, comunicatori, creativi, grafici, designer , giornalisti si sono dati appuntamento in uno spazio coworking (ToolBox) per gridare tutto il loro disappunto al Jobs Act renziano accusato di dimenticare il popolo delle professioni (e delle partite Iva).
28/03/2014 - Dopodiché il premier ha illustrato [a Obama] tutte le riforme che il governo ha intenzione di mandare in porto. Quelle istituzionali, il «Jobs Act», la semplificazione, la riforma elettorale (...Obama non ha capito un cazzo ma era entusiasta. Anche la scriba del renzismo targato Corrierone, Maria Teresa Meli, non ha ribattuto una parola quando Renzi ha venduito come cosa fatta  il "taglio di 3000 politici che abbiamo fatto con l'abolizione delle Province, Sic. ABBIAMO FATTO. NdR)
29/03/2014 - Al Nazareno, Renzi procede per «tweet». Sul lavoro dice «basta con il potere di veto dei sindacati», quindi stoppa la minoranza: «Leggo discussioni e ultimatum, che capisco poco. Non è una parte a piacere, c'è una esigenza di risposte immediate». Gianni Cuperlo invoca modifiche su contratti a termine e apprendistato e il leader lo gela: «Punti intoccabili». Avvertimenti che Stefano Fassina respinge, parlando del Jobs Act come di una «proposta della destra». E prima di andarsene senza votare, l'ex viceministro critica come «sbagliata» anche l'indicazione della Serracchiani. Per Renzi aver puntato su di lei e Guerini è una scelta «di garanzia e non di polemica». Per Cuperlo è invece «una soluzione affrettata e non matura».
30/03/2014 - Ed è niente rispetto alla trovata con cui Forza Italia potrebbe tentare di incunearsi nella sfida aperta tra Renzi e la minoranza del Pd sul «Jobs act». «Noi lo sosterremo», sussurra Brunetta.
12/04/2014 - Proprio ieri è scaduto il termine per gli emendamenti in commissione alla Camera sul decreto legge che rende più flessibili i contratti a termine e l'apprendistato, primo passo di quel Jobs act che arriverà con i tempi lunghi del disegno di legge delega.
17/04/20124 - Quando il capogruppo Renato Brunetta chiede ruvidamente alla presidente della Camera, Laura Boldrini, notizie sulla lettera di Padoan e critica il rinvio a oltre il 2015 delle misure sull'occupazione, il cosiddetto Jobs Act, svolge il compito assegnatogli: quello di dimostrare che le promesse del presidente del Consiglio faticano a realizzarsi; che Renzi perderebbe tempo perché non sa dove trovare i soldi per compensare il taglio di Irpef e Irap.
20/04/2014 - Ma c'è qualche punto in comune tra la «Utopia» brunettiana e il progetto del governo sul lavoro? "Non c'è nulla. Il Jobs Act annunciato pomposamente è di una genericità disarmante e vecchia. Doveva essere un provvedimento urgentissimo e ora il ministro Poletti ne posticipa l'approvazione a metà 2015".
23/04/2014 -  cosa accadrà sul Jobs act? Il capo del governo non potrà permettersi simili passi falsi. Perciò Guerini, vice segretario del Pd e braccio destro del premier nel partito, avvisa che sulla legge delega «sarà necessaria una riflessione seria»: «Si discuterà per cercare di migliorarne il testo, a patto però di non snaturarne il profilo».
05/05/2014 - Raffaele Bonanni, leader della Cisl, è più loquace: «Il governo vuole fare tutto a scavalco delle parti sociali, perché pensa solo a trovare una mediazione tra i soggetti politici. Ma questo è un comportamento lesivo dei criteri democratici che anche questo governo deve rispettare». E ancora: «Non abbiamo nessun interesse a fermare Renzi su una strada che lui vuole condurre e che è quella di non fare assolutamente nulla. Sono tre mesi che Renzi ci parla del Jobs act, ma ci pare che siamo di fronte a un Jobs ghost»
16/06/2014 - All'inizio Renzi aveva promesso per febbraio la riforma della legge elettorale e delle istituzioni (bicameralismo perfetto, federalismo), per marzo la riforma del lavoro (il cosiddetto Jobs Act), per aprile quella della Pubblica amministrazione, per maggio quella del Fisco e per giugno quella della giustizia. Rispetto a questo cronoprogramma il premier viaggia con qualche ritardo...
10/07/2014 - il governo ha messo in calendario per la settimana prossima la discussione dei provvedimenti che devono ridisegnare il Senato. Ma, quasi di rimbalzo, è slittato il famoso «Jobs Act»: quello che dovrebbe ridare fiato al mercato del lavoro, e che pure l'Europa aspetta
25/07/2014 - Sulla tempistica assicura che il Jobs Act ci sarà in Aula quest'autunno e spera di approvarlo entro Natale


Tafanus

P.S.: Informo i renzini da lecco che intendo fara analoghe analisi anche sul mitico "programma delle 10.000 scuole da ristrutturare", sulla legge elettorale che dopo otto gorni dall'insediamento il Renzino dava per già fatta ("Abbiamo fatto in otto giorni ciò che gli altri non sono stati capaci di fare in otto anni"), sulla "già compiuta abolizione delle province, e sugli incredibili effetti propulsivi che la marchetta nota come "80 euri" ha impresso alla crescita (non già del paese, ma del risultato elettorale del pd renzino alle europee).

0708/0630/1700


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