Errore del ministero: decurtati gli stipendi a presidi di Lazio e Abruzzo. E vanno in piazza
La mobilitazione davanti alla sede di Roma, in viale Trastevere. Trattenuti dalla busta paga fino a 250 euro al mese, che rischiano di diventare 500 di SALVO INTRAVAIAROMA - Il ministero sbaglia i calcoli e a rimetterci sono i dirigenti scolastici. Accade nelle regioni Lazio e Abruzzo, dove dallo scorso mese di gennaio ai presidi vengono trattenuti dallo stipendio circa 200/250 euro netti al mese, che da ottobre - cioè dal 23 ottobre, quando verranno accreditati gli stipendi - diventeranno 500 o addirittura di più.I capi d'istituto delle due Regioni sono sul piede di guerra e non ci stanno, così giovedì 15 ottobre protesteranno in viale Trastevere, dove si trova la sede del ministero dell'Istruzione. "Lo stipendio non ce lo siamo calcolati noi - dice un dirigente che preferisce rimanere nell'anonimato - Perché quando sbaglia un dirigente scolastico paga di tasca propria e quando sbaglia un dirigente del ministero paghiamo sempre noi?"
La storia riguarda circa 900 degli ottomila dirigenti scolastici in forza nelle scuole delle due regioni in questione. "Si fa un gran parlare di Buona scuola e presidi-sindaci - commenta uno di loro - ma noi ci sentiamo umiliati e demotivati da questo trattamento che ci viene riservato per responsabilità non nostre. La decurtazione sullo stipendio diventerà pesante e chi ha preso impegni negli anni precedenti si troverà in difficoltà", continua.
Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro. Lo stipendio dei dirigenti scolastici si articola in tre blocchi: la parte fissa, che è anche la più consistente, e la parte variabile che sua volta si articola nella retribuzione di posizione e in quella di risultato.
Queste ultime due quote vengono contrattate a livello regionale in base alla complessità delle scuole e in base ai risultati ottenuti da dirigente. Ma finora, non essendo partita la valutazione dei presidi, questa parte è stata conglobata nella retribuzione di posizione. E mentre la quota base è per tutti i dirigenti scolastici pari a circa 42mila euro l'anno lordi, per la parte variabile - circa 14mila euro lordi a testa - il ministero assegna ad ogni regione una cifra che poi, in base alle contrattazioni regionali, viene distribuita ai capi d'istituto. La querelle, spiegano dalla Flc Cgil, riguarda le quote variabili relative agli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014, "superiori all'ammontare complessivo rideterminato dal Miur a seguito dei rilievi dell'Ufficio Centrale di Bilancio".
Rilievi che "hanno determinato in questi tre anni un disavanzo di più di 3 milioni di euro" e la trattenuta per gli incolpevoli presidi laziali e abruzzesi. Nelle altre regioni le contrattazioni sono partite in ritardo e si è fatto in tempo a bloccare tutto, mentre nel Lazio e in Abruzzo la contrattazione è stata effettuata più celermente e i relativi contratti registrati prima di tutti gli altri.
Nel corso di un incontro tra sindacati e tecnici del ministero, svoltosi lo scorso 24 settembre, è arrivata la notizia che oltre al taglio "provvisorio" della retribuzione di risultato - pari ai circa 200/250 euro a testa prelevati da gennaio scorso - da questo mese scatterà anche il taglio del 50 per cento della quota di posizione: altri 300 euro per ogni dirigente scolastico, che si sommeranno a quelli precedenti.
"Si tratta - continuano dalla Flc Cgil romana - di una decurtazione inaccettabile che abbiamo tentato in ogni modo di scongiurare, chiedendo al governo di trovare una soluzione politica a un problema causato dall'interpretazione sbagliata del decreto Tremonti da parte del Mef che penalizza gravemente una categoria già pesantemente colpita dai tagli alle retribuzioni". E per evitare la penalizzazione dei 900 presidi incappati nei rilievi di via XX settembre, i sindacati hanno chiesto una soluzione politica, ma dal ministero sono stati irremovibili.
Non faccio che sentire gente di tutte le età che se ne vuole andare da questo Paese.Soldi sprecati in opere pubbliche faraoniche abbandonate al degrado,mantenimento di Enti Inutili, stipendi pagati a gente che non ha alcun lavoro da svolgere, ruberie continue, privilegi di Casta con benefit, vitalizi ecc. ecc. ecc. .... e poi non si mantengono i patti con una classe dirigente delle più responsabilizzate e gravate di compiti, lasciata sola anche su responsabilità che competono ai Comuni (edilizia scolastica e sua manutenzione), come su un elenco infinito di competenze a cui i Presidi debbono sopperire in prima persona (addirittura preparare bandi di gara per gli appalti senza avere un ufficio preposto allo scopo come hanno invece nei ministeri).Il Ministero, lo Stato recuperano denaro dagli stipendi dei Presidi perché si sono accorti che sono costati troppo: 3 milioni di euro in 3 anni !!!C'è un giovane Preside, vincitore dell'ultimo durissimo Concorso, che mi confessa che "era meglio se restava a fare il Professore": "Non avrei tutte queste responsabilità che mi trattengono a scuola anche 12 ore al giorno, non lavorerei anche a casa nei giorni che dovrebbero essere di riposo e, fatte le mie lezioni, al massimo avrei solo i compiti da correggere a casa... Ho fatto tutto questo per guadagnare quasi quello che guadagnavo prima!"Quello che avviene in Italia ormai o è scandaloso o è paradossale!!Non vi è più nulla di normale!E' diventato il Paese del NON DIRITTO, il Paese di chi sgraffigna i soldi pubblici e non paga, per contro si punisce chi si comporta bene, si tolgono i soldi a chi lavora duramente, si permette che chi sa lavorare stia in mezzo alla strada e chi non fa niente venga mantenuto!!Ogni giorno si fa strame della Giustizia e, più che riformare la Carta Costituzionale, si calpesta quella che c'è.