Posted 15 novembre 2013 in Repubblica Ceca, Slider with 0 Comments
di Gabriele Merlini
Il capo di stato ceco Miloš Zeman fa slittare per motivi particolari e piuttosto circostanziati la designazione del futuro premier: temporaneamente bloccato in sedia a rotelle causa infortunio al ginocchio il presidente ha individuato nella prima settimana di dicembre il momento migliore per convocare Bohuslav Sobotka, leader del primo partito ČSSD. Riportano le agenzie quanto secondo Zeman (caduto in bagno: sei/otto settimane di limitazioni nei movimenti, rende noto con prontezza il ministro della salute Holcát) un proprio convinto mandato sarebbe la carta più forte da giocare per la stabilità del nuovo esecutivo e insensato forzare i tempi nonché imporre scadenze per completare i negoziati. Inoltre -scivolando nettamente su un piano formale quantomai delicato - suonerebbe inappropriata la cerimonia istituzionale da infortunato (dichiarazione che tra l’altro ha suscitato polemiche da parte dell’associazione nazionale dei disabili NRZP.)
Nel frattempo i socialdemocratici, forti di preferenze oltre il venti percento, proseguono il confronto con la nuova forza in campo ANO o Akce nespokojených občanů (movimento dei cittadini insoddisfatti) del ricco imprenditore Andrej Babiš, che ottimi risultati ha ottenuto nelle elezioni generali di fine ottobre. Ciò in parallelo ai contatti con i cristiano-democratici del KDU-ČSL che tornerebbero al governo dopo una (obbligata) pausa di tre anni. Le antenne dritte in direzione di questi partiti vengono viste come necessità non aggirabili sebbene dolorose, o almeno stando alle dichiarazioni del ČSSD pre-urna di alleanze «partendo da sinistra» nel caso di vittoria.
Così, in linea con le aspettative degli analisti, la formazione dell’esecutivo a Praga non sarà rapida o tanto meno agevole e ciò per varie ragioni. Il buon risultato del ČSSD non ripiana l’assenza di numeri tali da consentire loro una navigazione in solitaria, unito allo scarso feeling con altre forze politiche. Allo stato attuale delle operazioni poche sono le variabili da escludere eppure la quasi interezza dei matrimoni traballa. «Non faremo parte del governo e non appoggeremo un esecutivo della sinistra» ha sentienziato Babiš qualche tempo fa. Occhio a scegliersi i compagni, si è unito al coro il compassato Schwarzenberg, ministro degli esteri di lungo corso e boss del centrista TOP09.
Sobotka ha ricevuto il via libera dal proprio partito domenica dieci novembre: a consegnarlo la commissione centrale (UVV) del ČSSD in allungo sul collega Michal Hasek, vicepresidente dei socialdemocratici e fedelissimo di Zeman. Pochi dubbi che toccherà a Sobotka avviare le trattative per formare il governo. Inoltre, in attesa di sviluppi prende corpo una ulteriore problematica analizzata da stampa e osservatori, ovvero la difficoltà che prevedibilmente emergerà all’atto di scegliere un ministro delle finanze capace di mettersi al riparo da speculazioni o critiche. Pescare da ANO sarebbe azzardato così come, restando in ambito ČSSD, l’esperto di settore Jan Mládek «spaventa tutti nel proprio partito non appena apre bocca» (o almeno in simili termini si è espresso il giornalista Petr Honzejk nel quotidiano economico Hospodářské noviny.) Idem per i nomi in area KDU-ČSL.
Sempre Honzejk prosegue con un parallelismo che farà discutere e merita menzione dati i tasti sfiorati: per la scena istituzionale ceca lo stesso poteva dirsi analizzando la politica ed economia comunista alla fine degli anni ottanta. Fisicamente «non c’erano persone» per ruoli così delicati e si direbbe storia nota come senza individualità competenti e preparate qualsiasi sistema sia destinato a interrogarsi e malauguratamente implodere. Una forzatura però indicativa di superfici non agevoli da percorrere, lastricate di insidie gestionali e (non se la prenda il buon Zeman) davvero a Praga scivolare di questi tempi è un attimo.
Foto: Wikipedia.
Tags: Bohuslav Sobotka, Gabriele Merlini, Miloš Zeman, Praga, Repubblica Ceca Categories: Repubblica Ceca, Slider