La folle fuga dei "tombaroli" del mare:
a Cala Pira recuperate anfora e ancora
Un blitz in mare, ad un miglio e mezzo dalla costa di Cala Pira, suggestiva baia di Castiadas col recupero a 35 metri di profondità di un’ancora e un’anfora del periodo romano.
Il tutto al termine di un incredibile inseguimento tra la motovedetta dei carabinieri di Villasimius e una grossa barca con a bordo almeno quattro sub che si preparavano a recuperare i reperti archeologici. I predatori del mare sono scomparsi nel buio fuggendo in direzione di Capo Ferrato. Inutile il successivo appostamento della Motovedetta dell’Arma che per un giorno è rimasta in attesa dei misteriosi sub che hanno preferito girare a largo da Cal’e Pira. Tutto è iniziato la notte di giovedì, quando la pattuglia della motovedetta dell’Arma (composta dal brigadiere Massimo Pisano e dall’appuntato Efisio Atzeni), ha notato una luce a mare. I carabinieri sono riusciti ad avvicinarsi: a bordo c’era almeno i sub ed il comandante. Una presenza scomoda che non è sfuggita ai misteriosi "uomini del mare" con la barca che è schizzata tra le onde a fortissima velocità. Gli uomini della motovedetta hanno tentato l’inseguimento, desistendo dopo venti minuti visto che la barca diventava imprendibile. A loro non è rimasto altro da fare che tornare indietro e fare una ispezione nel punto di "impatto" col natante in fuga. I carabinieri hanno così notato una bottiglia in superficie ed una fune rivolta verso il fondale marino. La zona è stata presidiata sino a ieri quando sono intervenuti i carabinieri subacquei che a 35 metri di profondità, hanno recuperato l’ancora e l’anfora risalenti al primo secolo dopo Cristo. Le ispezioni sott’acqua continueranno nelle prossime ore con la convinzione che i reperti riportati in superficie siano di una nave i cui resti potrebbero essere nelle vicinanze. L’ancora e l’anfora sono state poi portate al porto di Villasimius e consegnate alla Sovrintendenza archeologica di Cagliari.
Fonte: L'Unione Sarda
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