Il discorso trionfalistico. Il discorso auspicante. Il discorso gratulatorio. Il discorso dell’ospite straniero in una lingua così sconosciuta che anche l’interprete ha difficoltà a trarne concetti men che astratti. Il sollievo dell’uditorio perché sono finiti i discorsi. Il battimani più convinto è sempre l’ultimo. Il sottosegretario che va via prima del buffet come se avesse davvero qualcosa di urgente da fare. Assalto al buffet come se in città infuriasse la peste e dovessimo ingozzarci di tartine quale ultimo atto prima di perire sotto l’influsso inesorabile della maschera della morte rossa. Hop Frog. La botte di ammontillado. Rumore di bicchieri. Rumore di forchette. Rumore di ganasce. I politici che si prendono sotto braccio e si bisbigliano all’orecchio (ma perché?). I politici che hanno la forfora sulle giacche. I politici che hanno marcati accenti dialettali molto federalisti. L’artista con la sciarpetta. L’artista con la cravatta fluorescente. L’artista vestito inutilmente da artista. Il giornalista che sa il retroscena. Il giornalista ammenonlasifa. Il giornalista che ha mal di piedi. La vecchiarda con la plastica sbagliata in faccia. La vecchiarda con tanti lifting che sembra un’opera di body art particolarmente ardita. La vecchiarda che salta la fila al buffet (compensa psicologicamente la paura della morte con l’avidità dell’appetito). La vecchiarda che attacca a parlare con chiunque di qualunque cosa. I poliziotti ingrugnati. I poliziotti incazzati. I poliziotti annoiati. Le mascelle inutilmente squadrate con grinte degne dell’Afghanistan. Se aprissero il fuoco sporcherebbero di sangue le tartine. L’aplomb del catering mentre infuria la barbarie dell’accaparramento e la gente si rimette in fila dieci volte buttando carte e briciole sui tappeti buoni. Quello che sta impalato davanti ai dolci imperterrito. Quello che fuma una sigaretta in disparte. Quello che sgomita. La bonona che sa di essere bonona. La bonona che l’ha già promessa a tutti. La bonona in declino che medita sulle possibilità della chirurgia al silicone. La bonona che guarda con odio l’altra bonona. E laggiù, in fondo al corridoio, dietro al nastro tagliato. Qualche opera d’arte (sincera, insincera?). La nostra occasione per essere qui. Et in Italia ego.