Andare in giro con un mazzolino di tulipani coloratissimi, appena ricevuti o comprati, fa molto Varsavia.
Quasi ad ogni angolo di piazza o via principale ci sono le vecchiette che li vendono, dando un tocco di colore lungo strade che a volte sarebbero davvero troppo grigie.
D'estate i tulipani sono sostituiti dai cestini da 1 kg di fragole
Attraversare strisce pedonali lunghe tre corsie per le auto, due per i tram e altre tre per le auto, nel tempo di un solo semaforo verde, tenendo in una mano la borsa del pc e nell'altra il caffè di starbucks e riuscire con un cenno a fermare un taxi libero, fa molto Varsavia (le polacche ovviamente fanno tutta l'operazione con i tacchi minimo 8).
La ricostruzione ha comportato l'impianto di strade estremamente larghe, secondo il modello di architettura sovietica della prospettiva.
Incontrarsi per colazione alla caffetteria coffe heaven con qualcuno che prende solo un espresso perchè sai sono a dieta, e sentire raccontare che poi a mezzogiorno si vede per un sushi certificato bio con tizio che è un broker bravissimo, poi alle due si trova per un'insalata organica con caia che è una consulente spettacolare, poi alle cinque si vede per un te con torta con cioccolata calda da Wedel con una tipa che è un genio del pc, ma stasera andiamo da mia mamma che ha fatto i pierogi, vuoi unirti a noi? - fa molto Varsavia.
Ti porto nella pizzeria migliore di Varsavia dove fanno la pizza persino meglio che in Italia, fa molto Varsavia.
Sedersi sui divani da Traffic a leggere a sbafo e totalmente indisturbati giornali e libri per due ore, fa molto Varsavia.
Sdraiarsi sulle panchine -pianoforte di Nowy Swiat a prendere cinque minuti di sole con sottofondo di Chopin direttamente emanato dal marmo sotto il proprio sedere, fa molto Varsavia (donne).
Andare al parco a correre e poi sedersi a un baretto all'aperto con gli altri corridori a bere mezzo litro di birra per parlare delle Spa che si frequentano, vanificando ogni sforzo, fa molto Varsavia (uomini).
Essere orgogliosi consumatori e portatori di loghi di marchi polacchi antichi (quelli di prima della guerra o subito dopo), fa molto Varsavia: la gelateria Grycan, la gioielleria W.kruk, la cioccolata Wedel etc, fa molto Varsavia.
Essere orgogliosi consumatori e portatori di loghi di marchi internazionali (il caffe' di starbucks, la borsa di furla, la maglietta di top shop etc etc) perche' Varsavia e' una citta' internazionale dove c'e' tutto, come a Londra, fa molto Varsavia.
Essere voraci consumatori di pierogi quanto di sushi, per gli stessi motivi di patriottismo e di aspirazione globale su menzionati, fa molto Varsavia.
Raccontare a bassa voce con aria cospiratoria che se compri un volo low cost e vai in Italia a fare shopping a gennaio e a giugno, trovi tutte le cose di marca scontate e il prezzo di origine è già la metà di quello dei negozi di Varsavia, fa molto Varsavia. (uomini e donne).
Adorare o boicottare i locali della famiglia di ristoratori Gessler, fa molto Varsavia.
I Gessler sono una saga cibofamiliare tipo dinasty, ancora non ho capito bene tutto il trigo dietro le vicende sentimental imprenditoriali, ma mi riprometto di farlo ad aprile: per ora accontentatevi di sapere che decine di ristoranti a Varsavia (in stile polacco, itaiano, fast food etc etc) sono firmati magda gessler, marta gessler, adam gessler, piotr gessler...
Avere il proprio parco, fa molto Varsavia.
La citta' e' caratterizzata da grandi e piccoli parchi, anche in pieno centro, sia ereditati dal glorioso passato (come i parchi dove sorgono costruzioni architettoniche legate ai reali del passato, come i parchi Leszenski, Wilanow, Krolikarnia, etc.), sia semplicemente creatisi nel vuoto lasciato dalla distruzione della guerra. Ognuno ha un parco vicino a dove abita e di conseguenza ha il proprio parco.
Sognare di abitare o abitare in un kamienica e non in un block, fa molto Varsavia.
In una citta' quasi rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale e poi ricostruita piu' secondo i dettami dell'architettura sovietica che su quelli dei palazzi andati, per molti abitare in uno dei rari palazzi sopravvissuti o ricostruiti in mattone e pietra e non nei cubettoni sovietici di cemento, fa una differenza quasi ancora piu' spirituale che sociale.
Il domofon, ovvero il citofono per cui devi sapere il numero di appartamento al quale vuoi suonare, fa molto Varsavia: anche il piu' povero dei blocks di periferia ce l'ha, mentre spesso anche il piu' fastoso kamienica del centro, non ha l'ascensore: farsi cinque o sei piani a piedi svariate volte al giorno, fa molto Varsavia.
Dire che si abita a Varsavia, ma non si e' di Varsavia, fa molto Varsavia.
Dire che non solo si abita a Varsavia, ma si e' proprio di Varsavia, fa molto Varsavia.
Nel 1939 a Varsavia vivevano 1 milione e trecentomila persone circa, nel 1945 420.000. Oggi conta 1 milione e settecentomila abitanti.
Domani vi proporro' una cartolina con i miei personali consigli su cosa visitare, dove mangiare, dove dormire e gironzolare se volete passare qualche giorno a Varsavia.