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Report da una fiera di....biciclette

Da Motociclistidatavola
Allora, lunedì 14, dopo un week end assurdo, decido di andare a Verona al CosmoBike. Direttamente nella tana del nemico. No dai, scherzo, ormai da 6 mesi ho cominciato pure io ad andare in bici, l'obiettivo è quello di rendere più performante il Diavel (io perdo peso e lei aumenta le prestazioni perchè ha meno zavorra da portarsi appresso). Allora, dato che le cose finiscono sempre per assorbirmi molto, ho letto, approfondito e alla fine sono pure andato in fiera.Il CosmoBike è una fiera importante, non sto a dirvi cosa ho scoperto perchè fa ridere i polli (in buona sostanza, ci sono due fiere in due week end consecutivi a 80km l'una dall'altra. Il week end scorso Verona, il prossimo Padova). Ho fatto le mie verifiche e sono andato, le mie fonti dicevano che quella “buona” fosse Verona. Intanto una roba che mi ha fatto incazzare: ingresso € 10,00. Come € 10,00? Uffa, io per vedere le moto all'EICMA spendo molto di più. Perchè? Voi ciclisti siete odiosi. Comunque direi che è una buona cosa, invita alla partecipazione, proprio come dovrebbe essere una fiera.La fiera è bella, i marchi grossi ci sono tutti e anche parecchi altri stand sempre vivi. Il settore mi pare sia messo bene, ecco lo scorso anno Eicma con tutti quei bar disseminati in giro mi ha messo più tristezza. All'esterno c'erano anche delle belle aree prova, dove testare i mezzi. E c'erano tanti che giravano e provavano.Ho provato a mimetizzarmi fra i ciclisti, avevo studiato e sapevo di poter gestire conversazioni della durata di 150secondi senza essere sgamato. E invece due indizi mi hanno sputtanato. Il primo: alla fiera della bicicletta il vero ciclista passa per gli stand dei produttori, ammira le bici ma si accalca negli stand dove c'è componentistica. Cioè lo stand Shimano era murato mentre io me ne stavo lontano. Ho quindi scoperto che il vero ciclista customizza la bicicletta molto più di quanto un motociclista faccia con la sua moto. Un po' come se io comprassi telaio, motore e serbatoio e il resto lo assemblassi a casa mia. C'è chi lo fa, solo che nel nostro mondo le chiamiamo special, per i ciclisti è normale. La bicicletta si adatta al ciclista molto più di quanto la moto si adatti al motociclista.Il secondo indizio è quello che poi mi ha portato alla riflessione cuore del post: appena ho visto gli stand Fantic, Benelli, KTM e Ducati sono sobbalzato come una teenagers quando il capitano della squadra di football la inviata al ballo di fine anno. Ecco, vedendo questi stand e vedendo anche cosa proponevano le altre case mi è venuta una riflessione: la mobilità urbana del prossimo futuro è in mano alle case che producono bici.Ogni casa, ogni marchio proponeva una gamma di modelli di biciclette a pedalata assistita. Mentre le biciclette elettriche sono considerate mezzi da badante dell'est o da anziano coraggioso, le biciclette a pedalata assistita non sono messe in un angolo ma bene in vista nei vari stand.Il perchè abbiano in mano questo mercato è facile da ipotizzare. Realizzare una bicicletta a pedalata assistita è molto più semplice (ed economico) che produrre uno scooter elettrico. La prima ha moltissimi punti in comune con la sorella a pedalata umana, lo scooter elettrico è un progetto molto diverso. Le biciclette montano spesso motori Bosch o Yamaha e la tecnologia è tutta lì. Se Piaggio dovesse fare una Vespa elettrica credo che della Vespa a motore a scoppio terrebbero buono molto poco. Quindi da produrre è molto più semplice, tanto che Benelli e Fantic erano presenti con i loro stand con MTB a pedalata assistita. Anche KTM ma la casa di Mattinghofen è saldamente presente nel mercato delle MTB da diverso tempo, con soluzioni e prodotti innovativi. Quindi proporre una MTB a pedalata assistita è semplice, i costi per chi la acquista sono molto più bassi: sia i diretti come manutenzioni, mantenimento, interventi; che indiretti tipo bollo, assicurazione, revisioni.

Report da una fiera di....biciclette

FatBike a pedalata assistita e Scrambler

In montagna ho provato una bicicletta a pedalata assistita e devo dire che se uno deve muoversi in città, andare la lavoro, attraversare ZTL, con questo tipo di mezzo si fanno tanti km con poca fatica e senza sudare. Poi magari se si vuol fare un po' di attività basta disattivare il sistema e diventa una MTB normale (a parte il peso ma son sicuro che col passare del tempo batterie e motori saranno sempre più leggeri). Quindi per sostituire i famosi cinquantini credo che la battaglia abbia preso una direzione precisa. Almeno per chi non è un ragazzino, poi per andare a scuola e fare il figo con le amichette credo che il Booster non lo batta nessuno. Il vero colpo di genio delle case di cicli credo sia stato abbinare questo sistema a biciclette tecniche. Mentre le biciclette elettriche erano mezzi brutti, senza pretese, le biciclette a pedalata assistita sono MTB con tanti contenuti, molto tecniche e il livello di figaggine le ha aiutate ad attirare attenzione. In più la moda del momento si è facilmente adattata ed ecco che tutti avevano anche la FatBike a pedalata assistita.Ecco tutto qui, volevo solo condividere questo ragionamento, in fin dei conti hanno sempre due ruote e spesso sono matti di passione come noi (senz'altro spendono un botto di soldi come noi). E anche se un po' gli manca la cultura della protezione (al massimo indossano un caschetto che io farei fatica a pensare come protezione durante i giochi con le mie figlie) sono appassionati veri e si infiammano come noi quando parlano di mezzi, soluzioni e, soprattutto, prestazioni.Ah, mi risulta mangino anche come lupi.

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