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Report – Il delitto perfetto

Creato il 17 dicembre 2013 da Funicelli
In Italia abbiamo un problema di giustizia che non è dovuto alle toghe politicizzate, le toghe rosse, magistratura democratica che vuole sovvertire i risultati delle elezioni.
Il problema della giustizia è legato alle tante riforme e provvedimenti in materia, messi in atto dal Parlamento (e mai abrogati), pensati per risolvere i guai giudiziari di una parte politica (e tenuti buoni per il futuro dall'altra parte politica), e che oggi mettono a rischio il diritto costituzionale ad una giustizia uguale per tutto.
Una di queste riforme, su cui si è concentrata l'inchiesta diAlberto Nerazzini, riguarda la prescrizione dei processi: 130000 processi ogni anni finiscono in prescrizione, ovvero si sarebbe anche individuato il colpevole di un delitto, ma è passato ormai troppo tempo da quando è stato consumato, per cui la giustizia di deve fermare. Nessun risarcimento per la collettività, nessun risparmio per lo stato, magistrati costretti a lavorare anni per inseguire piste, ascoltare testi. E poi, zac .. arriva la forbice della ex Cirielli che taglia tutto. Lavoro inutile. La prescrizione estingue il reato.
È successo nei processi di Berlusconi, per i torturatori in divisa di Genova (le violenze alla scuola Diaz, a Bolzaneto), per il processo Andreotti.
La norma della prescrizione risale al codice Rocco, degli anni '30, e non ha mai subito modifiche, anche dopo la riforma del codice penale del 1988.
Quella che doveva portare il processo penale italiano ad inseguire i modelli anglosassoni, senza riuscirci.
La prescrizione all'italiana, dove cioè tempo per calcolare il tempo massimo del processo non si ferma nemmeno al rinvio a giudizio, esiste solo qui e in Grecia, e non sarà un caso.
Non è un caso se le carceri sono piene di piccoli delinquenti condannati (e recidivi) per reati di spaccio, furto, emigrazione clandestina.
Questo è un altro effetto della legge che prende il nome di ex Cirielli, perché il padre non l'ha più riconosciuta, dopo che Forza Italia nel 2005 l'aveva modificata: nata per inasprire le pene ai recidivi, ha abbassato i tempi di prescrizione dei reati per gli incensurati.
Il risultato sono i colletti bianchi liberi, perché si possono permettere avvocati scaltri nel prendere tempo, e sempre incensurati, e piccoli delinquenti in galera poiché loro, l'avvocato di grido (che può pure presentare il legittimo impedimento), non se lo possono permettere.
La corte europea condanna l'Italia per la situazione delle carceri? E noi facciamo la prescrizione facile e poi, per metterci a posto la coscienza, facciamo pure un bell'indulto e una amnistia generale. Come nel 2006.
Ci prendono pure in giro, i politici che presentano queste proposte vergognose: basterebbe depenalizzare taluni reati (che non devono intasare le aule di un Tribunale), investire nella giustizia, informatizzare il processo, limitare il meccanismo di Appello (oggi se hai i soldi, vale la pena tentare l'appello, almeno per abbassare la pena), abrogare la ex Cirielli, costruire carceri.
Questo sistema della giustizia è fatto per i furbi, per i ricchi, per i grandi evasori e corruttori. Assieme all'avvocato Fornani, il giornalista di Report ha fatto il calcolo del tempo medio di un processo: sono 109 mesi, circa 9 anni. Considerato che i tempi medi per la prescrizione di un reato sono 7,5 anni, è facile comprenderne le conseguenze.
Nerazzini ha mostrato diversi casi di vittime senza giustizia: la ragazza violentata dallo zio. La Marlene in Calabria, una fabbrica dove non sono state rispettare le norme di sicurezza e che per questo degli operai sono morti.
Il G8 di Genova. Una ragazza maltrattata dai genitori adottivi nel Veneto, il cui processo si trascina dal 2003, in modo vergognoso (e dove l'avvocato dei genitori imputati è un certo Ghedini).
Un prete condannato in sede civile per violenze sessuali (e prescritto in sede civile): sarà la curia a risarcire la vittima (diocesi che aveva scelto i migliori avvocati per difendere l'educatore).
“La prescrizione esiste in tutti i paesi civili”, si è difeso nel servizio l'ex parlamentare di AN (ora FLI). Non esiste in Inghilterra, dove tra l'altro non hanno mai sentito parlare di amnistia o indulto.
Amnistia o indulto sconosciuti anche negli Stati Uniti: in questi paesi capita persino di vedere qualche politico finire in cella, magari per pochi mesi. Perché in questi paesi la giustizia è considerata una cosa seria: chi commette un reato sa che non la farà franca.
Negli Usa gli imputati preferiscono patteggiare, per evitare pene lunghe. Qui in Italia patteggia solo il 10% dei casi, e si può pure fare appello.
Nerazzini ha intervistato l'ex giudice capo, lod Judge, e anche un famoso avvocato di Londra, Qureshi. Il modello inglese non prevede prescrizione e puoi essere giudicato sempre perché, spiegano, per inchieste complicate, specie sui reati fiscali, serve molto tempo per trovare le prove.
In questi paesi non conviene prendere tempo, per sperare di cavarsela.
Chi ostacola la giustizia, mentendo alla corte ad esempio, può finire in cella automaticamente (e pensate a quello che è successo nel processo Ruby, coi testimoni di B. a libro paga).
E' vero che qui non hanno i maxi processi, che non hanno la mafia, in appello ci finiscono i casi dove c'è stato un errore legale: ma un processo penale dura in media 2 anni, 1 anno per un processo civile.
L'ambasciatore inglese, sentito da Nerazzini, ha spiegato come è il problema della giustizia in Italia che blocca gli investimenti dall'estero: non l'articolo 18, i sindacati, i bamboccioni e le altre sciocchezze che ci raccontano.
Il nostro è un sistema che non offre ai cittadini e alle imprese che investono garanzie di giustizia: troppi avvocati e troppi avvocati in Parlamento.
ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPOInfine un inglese che vive in Italia. Christopher Prentice da due anni è l’ambasciatore britannico. Il suo interesse è un piano di sviluppo condiviso tra Italia e Regno Unito, ma non è facile portare gli investitori da noi.CHRISTOPHER PRENTICE - AMBASCIATORE BRITANNICO IN ITALIAPer ottenere ciò, una struttura giudiziaria affidabile è essenziale. Un gran passo avanti sarebbe procedere verso una riforma del sistema giudiziario non tanto direi negli aspetti che sono stati spesso trattati dalla stampa tipo il dibattito sulla politicizzazione o meno della magistratura, questa non mi sembra la questione principale. Il punto chiave è il sistema offre un buon accesso alla giustizia?ALBERTO NERAZZINIQuindi lei dice che essendo la macchina giudiziaria così importante per un paese, oggi il nostro paese non attrae gli investitori?CHRISTOPHER PRENTICE - AMBASCIATORE BRITANNICO IN ITALIAQuesto riassumendo è il nocciolo della questione.ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPOL’ambasciatore dialoga con i nostri addetti ai lavori per trovare una soluzione. Per lui i problemi sono il diritto automatico di appello e il fatto che da noi in ogni grado le prove siano riascoltate. E poi?CHRISTOPHER PRENTICE - AMBASCIATORE BRITANNICO IN ITALIALa prescrizione. Perché incentiva in modo perverso gli avvocati ad allungare il processo per cercare di raggiungere quel limite, quindi si tratta di una lentezza insita nel sistema. La resistenza al cambiamento deriva da interessi radicati come in qualsiasi altro paese. Noi abbiamo, dicono, troppi avvocati in Italia e soprattutto troppi avvocati in Parlamento.

Chissà se Renzi o Letta hanno capito il messaggio (o forse no, la sinistra non parla mai di abrogare la ex Cirielli).
Il link dove rivedere la puntata.

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