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Report - sportivo sarai tu

Creato il 06 maggio 2014 da Funicelli
Come vengono spesi i 411 milioni di euro che ogni anno il coni riceve dal ministero del tesoro, per incentivare gli italiani a fare sport?
Come funzionano le federazioni sportive che fanno riferimento al Coni, hanno i conti a posto, bilanci trasparenti, i presidenti sono persone di specchiata morale?
Se il paese ha qualche deficit in termini di etica, anche il suo sport non sta bene: l'inchiesta di Stefania Giannini ha raccontato delle storture nel mondo dello sport amatoriale.
Dalle assurde regole sul calcio: i ragazzi tesserati che per svincolarsi (e giocare in squadre più forti) devono pagare anche sottobanco le loro società.
I tesserati nelle squadre delle forze armate e delle forze dell'ordine che non accettano una lanciatrice di martello (perché gareggia ci pantaloni senza mostrare le gambe).
L'assurda regola che impone di usare l'erba sintetica, omologata da un laboratorio gestito dal figlio del consulente della lega dilettanti, Armeni.
Un costo esorbitante per le società.
Poi ci sono le spese delle varie federazioni, che in tempi di spending review meriterebbero più di una attenzione: lo sapevate che il leghista Leoni, quello del cappio, è presidente dell'aeroclub.
Chi contesta i conti dell'unione italiana tiro a segno finisce radiato.
E chi ha lasciato il buco nei bilanci della federazione sport equestri se ne è andato senza pagare dazio (l'ex presidente era Petrucci).
Il nuovo presidente del Coni è l'imprenditore Malagò, amico di Letta sr, frequentatore del circolo canottieri di Aniene

GIOVANNI MALAGÒ – PRESIDENTE CONI
Gianni Letta non vota. E quelli che votano, è tutto da capire e da dimostrare se qualcheduno si è fatto condizionare da un’opinione di Gianni Letta. Io su questo ho qualche dubbio, fermo restando che essere amico di Gianni Letta io la considero personalmente una cosa importante della mia vita.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Ne siamo persuasi e anche un pochettino invidiosi perché è amico di mezza Italia che conta. Allora, è stato consigliere di Air One, Unicredit, Tecnimont, advisor per l’Italia del grande gruppo internazionale Hsbc. Ha una società di investimenti insieme al nipote di Agnelli, Lupo Rattazzi, ama giustamente le belle donne, è amico di Carla Bruni e Monica Bellucci. Oggi in qualità di presidente del Coni deve fare quello che non ha fatto il suo predecessore: cioè vigilare sui regimi feudali delle federazioni, dove spese allegre, non c’è limite di mandato, e guai a criticare. Dopo la pubblicità entriamo nei piani alti dove i soldi entrano ed escono.
Rieccoci qui. Siamo al Coni, un Ente pubblico pagato dai contribuenti perché deve promuovere lo sport. Ci lavorano professionisti, come Marco Befera, figlio di Attilio, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, che vigila sulle spese, il figlio del Presidente della Repubblica, Napolitano, Giulio, esperto di diritto sportivo e fa consulenze legali a 59.000 euro a botta. Nel Collegio dei Sindaci non poteva mancare l’ex presidente
dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, che è anche socio del Circolo canottieri Aniene, un dopolavoro più prestigioso, più esclusivo d’Italia dove il presidente è il presidente del Coni, Malagò. Qui si svagano i Vip della politica, della finanza, dell’imprenditoria, dello spettacolo, però non entrano le donne, ma possono andare al bar, al ristorante. Bene. Sta di fatto che Roma è attraversata dal Tevere, ma se vuoi canottare e non sei iscritto ad un circolo, è un po’ complicato.

Una sorta di grande bellezza nello sport, che l'ha portato alla presidenza del Coni: avrà promesso qualcosa ai presidenti delle federazioni che l'hanno eletto?
Il presidente del Badminton è diventato AD di Coni servizi, quello di Federgolf presidente di Coni servizi.
Il servizio è poi parlato degli sprechi per la costruzione delle piscine (1 miilardo di euro), gli impianti costruiti per le Olimpiadi di Roma nel 2009, quando responsabile della federazione era l'onorevole Barelli del PDL.
Un sistema, quello dello sport che per buona parte si appoggia alla passione dei volontari, non pagati e nemmeno beneficiati di cariche

MILENA GABANELLI IN STUDIO
La gran massa fa sport così con i volontari che si sbattono gratis. E fra loro e il Coni c’è il circolo vizioso delle federazioni, sulle quali il Coni dovrebbe vigilare, ma sono loro che eleggono il presidente del Coni, e se le scontenta magari non viene rieletto. Il senatore Ranucci ha proposto una legge che limita il mandato dei presidenti di federazione, che non si schiodano mai, a un massimo di 2. Ma il presidente del Coni Malagò si è affrettato a dire che il loro mondo non è ancora pronto. Forse ne hanno discusso al Circolo canottieri Aniene di Malagò, dove Ranucci è fra i soci. Ricordiamo che il Ministero del Tesoro ogni anno dà al Coni 411 milioni per incentivare lo sport, non per incentivare monopoli o rendite di posizione. E se negli ultimi dieci anni, 50mila adolescenti hanno abbandonato, una ragione ci sarà.

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