Magazine Musica

REPTILIAN DEATH, The Dawn Of Consummation And Emergence

Creato il 01 febbraio 2014 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Reptilian Death

Dall’India giungono i Reptilian Death, oscuro progetto parallelo di Sahil Makhija (aka Demonstealer), cantante/chitarrista dei più noti Demonic Resurrection e qui all’opera anche in veste di batterista. Il gruppo di Mumbai, temporaneamente accantonato per esigenze prioritarie della band madre, ma con alle spalle una nutrita serie di ep, split e full length, propone un brutal death originale, ultratecnico e violento, capace di agglutinare le più interessanti influenze del metal estremo e di rigurgitarle in una veste eclettica e innovativa. Il muro di suono innalzato dalle chitarre arricchisce di atmosfere tenebrose al limite del black metal un album dove la velocità esecutiva si mantiene mediamente sostenuta. La traccia d’apertura “PrimEvil” è un mid tempo algido e marziale, che funge da introduzione alla thrasheggiante “Inchoate”, brano dalle marcate influenze “old style” e dotato di un intermezzo centrale evocativo. Ma è la furiosa e ipnotica “Stimulate. Hike. Impel. Tear”, vicina per attitudine ai Behemoth più funerei e ricca di vocalizzi sinistri ed effettati, a rimescolare le carte in gioco, spiazzando l’ascoltatore con la sua carica di brutalità travolgente. Affini nella ricerca di aperture melodiche ai Lamb Of God (“Marvelous Gods – The Apple Of My Eye” e “O”), ma – quanto a struttura dei riff – più simili a Origin, Cephalic Carnage e Dying Fetus, i Reptilian Death danno il meglio di loro stessi nella parte centrale del disco. Pezzi come la contorta “Emerge, Hatred, Emerge” e l’asfissiante “Distorted By Bondage, Blood & Bestiality”, con il loro snodarsi nervoso e psicotico spazzano via ogni tentativo di resistenza. La produzione moderna – anche se un po’ distaccata – risulta molto professionale e idonea a porre in risalto le capacità strumentali di un gruppo che fa della blasfemia e dello sfrenato edonismo i temi principali attorno ai quali ruota il concept dell’album. I Reptilian Death mitigano sul finale la loro aggressività, ma assestano il classico colpo di coda con la venefica “Emergence The World, Your Playground”, treno impazzito e deragliato verso l’abisso, eccellente quanto a solismi chitarristici. Una menzione particolare merita lo splendido artwork di copertina, dove un mostro simil-Alien scruta amleticamente un teschio umano (questa prevalenza di chiaroscuri viene richiamata dall’insolito face painting della band). Per chi scrive una delle migliori uscite recenti in ambito death.

email print

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :