
Forte paura, per non dire terrore, aleggia in tutto il nord della Repubblica Centrafricana e la città di Kaga Bandorò è anch’essa caduta, ieri, nelle mani dei ribelli del Seleka, che saccheggiano e malmenano gli abitanti del luogo senza farsi eccessivi scrupoli.
Quando non violentano e non stuprano le donne, le poverette di ogni età che incontrano sul loro cammino
Motivazione ufficiale degli uomini del Seleka, che sono in realtà tre grossi gruppi armati,che hanno firmato gli accordi di pace nel 2007-20011 con Bangui è l’accusa nei confronti del presidente François Bozizé di non essere stato fedele ai patti.
Città cadute sotto il controllo dei ribelli sono già Ndelé, Sam-Ouandja, Ouadda, Bamingui, Mbré, Bria, Kabo, Batangafo. E poi anche l’importante Nssadim (miniere d’oro), Ippy e Bambari,decisamente una delle più importanti e popolose, in assoluto, nel contesto settentrionale del Paese.
La situazione è difficile in quanto il Centrafrica con le sue ricchezze, un autentico tesoro nel sottosuolo, fa gola a parecchi.
Infatti ci sono da giorni dimostrazioni a Bangui degli abitanti del luogo e movimenti politici organizzati contro le ambasciate francesi e statunitensi e così, per i cittadini stranieri, l’unica salvezza è il rientro immediato in patria.
I nostri media ne parlano poco o niente ovviamente in quanto è la Francia la maggiore interessata in nome dei trascorsi coloniali.
Accanto alle truppe centrafricane e contro i ribelli,a sostegno del presidente Bozizé, c’è il Tchad di Idriss Déby Itno, suo stretto alleato e “longa manus” di Parigi.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Nella foto in alto l'immagine delle ore successive all'attacco all'ambasciata francese di Bangui
