Leggo,dopo aver avuto accesso alle “mie” consuete fonti,come faccio ogni mattina ,quando sono appena sveglia e intenzionata a mettermi al computer, che il Paese che la rivista americana “Forbes” definisce il più triste del mondo e cioè la piccola e interna Repubblica Centrafricana, feudo esclusivo fino a poco tempo fa del presidente Bozizé, il quale governerà ancora fino al 2016 ma, sub condicione, e con gli uomini del Seleko, nonostante i “suoi” diamanti (abbondanti e presenti addirittura nei greti dei fiumi,a cielo aperto) se la passa molto male.
Malissimo anzi.
O meglio chi se la passa male, come sempre in questi casi, è la gente comune.
Perché Bozizé, trafficando a suo piacimento anche,per vie non ufficiali, in questo genere di merce, non ha avuto in passato, né ha certamente oggi, problemi di carovita o d’ altro.
Ma la sua gente, invece, sì.
Pertanto vengo ai numeri.
Secondo gli indici di sviluppo umano (fonte Onu) il 62,8% della popolazione della Repubblica Centrafricana vive sotto la soglia di povertà.
E la speranza di vita media è di 48,4 contro i 51 garantiti degli altri Paesi della stessa Africa sub- sahariana.
I prezzi dei generi alimentari, attualmente, sono schizzati alle stelle e dall’oggi al domani, specie durante e dopo la conflittualità con il movimento del Seleko, sono addirittura raddoppiati.
La carne bovina non si trova affatto.
E ancora la manioca, indispensabile alle madri per sfamare la famiglia allargata, è passata da 2000 a 4500 franchi Cfa.
Di contro i famosi diamanti,insieme al legname delle sue foreste,altra notevole ricchezza, che consente lauti guadagni, costituiscono più del 70% della voce esportazioni.
Ora, se questo traffico fosse regolamentato e non “irregolare” com’è, come sostiene un dettagliato rapporto di”International crisis group”, basterebbe a ripianare nel Paese, anche da solo, un situazione difficile e dare, magari, una sia pure modesta boccata d’ossigeno a chi stenta a campare.
Ma ecco, dunque, l’assurdo tristemente noto di un Paese (e non è certamente il solo), in Africa, che è ricco (oltre i diamanti ci sono anche giacimenti di uranio e petrolio) ma che i “governanti” costringono, grazie alla corruzione endemica e dilagante, motivetto di fondo del Continente, ad essere solo e soltanto un Paese “straccione”.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)