Omicidi, violenze e abusi nei confronti della comunità musulmana del paese. Ecco la denuncia di Amnesty International che chiede l’intervento urgente della comunità internazionale. Intanto è emergenza alimentare…
Il campo profughi di Mpoko, in Repubblica Centrafricana (blogs.ft.com)
Nel giorno della denuncia di Amnesty International, che ha riportato l’attenzione sulla Repubblica Centrafricana, devastata della guerra civile, la presidente di transizione, Catherine Samba Panza, ha avvertito di voler “muovere guerra” contro le milizie di autodifesa anti-balaka (a maggioranza cristiana), responsabili di omicidi, violenze e abusi nei confronti della comunità musulmana del paese, minoritaria.
“Pensano che siccome sono una donna sia debole”, ha dichiarato Samba Panza. “Ma adesso gli anti-balaka intenzionati a uccidere verranno braccati“, ha tuonato la presidente parlando agli abitanti di Mbaiki (80 km dalla capitale Bangui), durante una visita del ministro francese della Difesa Jean-Yves Le Drian. ”Nessuno accetterà una divisione del Paese”, ha detto in questa occasione Le Drian, rispondendo al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, che invece aveva evocato tale scenario.
Intanto il Programma Alimentare Mondiale dell’Onu ha attivato un ponte aereo tra Douala (Camerun) e Bangui per fornire cibo a 150.000 persone che hanno bisogno di assistenza alimentare. Il primo aereo cargo dell’Onu, carico di 80 tonnellate di riso, è atterrato nel pomeriggio nella capitale; seguiranno 24 consegne di cibo quotidiane per alleviare la situazione di un milione e trecentomila persone, più di un quarto della popolazione del paese.
Amnesty International ha richiamato l’attenzione sulla “pulizia etnica” dei civili musulmani che sarebbe in corso nell’ovest del Paese nel più completo disinteresse delle “forze internazionali”. In un comunicato, Amnesty chiede alla comunità internazionale di “fermare le milizie anti-balaka e dispiegare truppe in numero sufficiente nelle città dove i musulmani vengono minacciati”.