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Repubblica delle Fiabe – CANTO DI NATALE (Edizione senza canditi nè uvetta) – PARTE I

Creato il 10 dicembre 2015 da Thefreak @TheFreak_ITA
Repubblica delle Fiabe – CANTO DI NATALE (Edizione senza canditi nè uvetta) – PARTE I

C'era una volta il capitalismo, per cui dovevi lavorare fino al 24 di dicembre. Mica come a scuola dove le vacanze iniziavano il 20 e arrivavi al 24 mattina che erano già quattro giorni che ti nutrivi solo di pandoro e cartoni animati.

Questa storia inizia il 24 dicembre del milleottocentoequalcosa a Londra. Si, la Londra del milleottocento dove tutto accade: Mary Poppins droga i bambini, Peterpan li rapisce e li rivende sul mercato indonesiano, Alice scopre il crack, Jack lo Squartatore sostiene campagne moraliste contro le case chiuse e, cosa più grave di tutte, la mongolfiera viene considerato un mezzo di locomozione comodo per farsi i weekend nello yorkshire. E non vi dico l'esame per ottenerne la patente...

Ma tutte queste robe non ci interessano. Ci interessa, invece, un piccolo ma ricco studio commercialista in un'elegante via della City: Marley&Scrooge.

Marley non valeva molto come socio per il semplice fatto che era morto. Scrooge non aveva mai cancellato il suo nome dall'insegna per puro marketing: sarebbe stato come eliminare Dolce da Dolce&Gabbana. Chi se lo compra un vestito da diecimila euro che si chiama Gabbana?!

Insomma, in questa Vigilia di Natale il vecchio Ebenezer Scrooge se ne stava tutto affaccendato alla sua scrivania. Il tempo era freddo, uggioso e la nebbia avvolgeva le vite. Gli orologi avevano battuto le tre ma era già quasi notte. Nell'ufficio era presente un'altra piccola scrivania, quella del suo stagista sottopagato Bob Cratchit.

"Buon Natale zio!"

Gridò una voce. Era quella del nipote di Scrooge, Fred, piombato d'improvviso nell'ufficio.

"Non te li presto i soldi Fred."

Disse con sufficienza Scrooge senza alzare gli occhi dai documenti ai cui lavorava.

"Ma va a caghèr zio, come puoi pensare che io sia qui per chiederti soldi?!"

"Perché lo fai ogni festività. E anche ogni primo del mese. E a dirla tutta anche ogni sabato pomeriggio. Che poi che ci farai mai con tutti 'sti danari..."

"Eh zio i vizi costano, poi siamo nella Londra vittoriana e io sono un tipico dandy donnaiolo: le lady dell'800 non le incanti mica portandole al cinema a vedere i filmetti della Pixar, le devi portare ai balli e ci vogliono fiori e doni e cadeaux e.."

"Ma perché non vai a donnacce come tutte le persone normali?"

"Perché mi prenderei la sifilide. Il tuo socio Marley non è morto proprio di quello?!"

"Marley era appena tornato da un importante viaggio d'affari in Centr'Africa, e la sifilide era forse l'unica malattia conosciuta tra quelle che aveva contratto laggiù"

"Che incosciente, avrebbe dovuto usare il preservativo.."

"Il che?!"

"Il preservativo. È un sacchettino che si mette sull'amico Fritz tipo calzino, così puoi infilarlo in tutti i pertugi più esotici. È l'ultima moda in città e puoi trovarli di cotone, ricamati a mano e perfino di cachemire. Molto eleganti!"

"Va via ti prego"

"Senti ma cosa fai a capodanno?"

"T'ho detto che non te li presto i soldi"

"Manco 50 euro?"

"Per me puoi andare a rubare alle vecchiette.."

"Ok, allora scappo a visitare i cestini delle chiese.."

Così il nipote tornò nella nebbia fredda da cui era uscito, scervellandosi su come trovare i soldi necessari per comprare il regalo alla ragazza di cui si era innamorato e di cui non aveva parlato ancora a nessuno.

"Senta Dottor Scrooge.."

"Che vuoi Cratchit?"

"Visto che domani è Natale e son chiusi tutti gli uffici e le banche, e pure Canale 5 manda solo repliche.. Mi chiedevo se fosse possibile avere la giornata libera"

"Certo, ma ti tratterrò la giornata di paga.. Ora ti pago 10 euro al giorno giusto?"

"10 sterline. E un pacchetto di Goleador alla frutta!"

"Bene, sei ancora nella fascia stipendio raccoglitore di frutta senegalese. Se per i prossimi sei mesi non mi chiederai più giornate libere, ti alzerò la paga a 15 sterline, così entrerai ufficialmente nella fascia cameriera ucraina. Hai visto?! I tuoi anni all'università ti hanno portato ad una luminosa carriera!"

"Dottore mi sono laureato dieci anni fa, ho 35 anni e quattro figli di cui uno storpio e malato di qualcosa che nessuno capisce cosa cazzo sia."

"Bene, bene Cratchit! La gavetta è la base di ogni vita di successo, continua a lavorare, che fino alle 19 il tuo culo è di mia proprietà"

"Grazie Dottore e mi scusi per il disagio"

disse ossequioso lo stagista. La porta dell'ufficio si aprì di nuovo.

"Chi minchia è ora?"

Entrarono due signori distinti col cappello in mano.

"Salve Signor Scrooge. Noi entriamo i tutti gli esercizi commerciali, ci posizioniamo fuori le chiese, alle casse dei supermercati e ci sparpagliamo nei quartieri bene di tutte le città. E a tutti chiediamo UN'OFFERTA PER I POVERI!!!!"

Scrooge avvertì una fitta al cuore. Gente che scrocca. Facendo leva sulla tua coscienza sporca per giunta.

"FUORI DI QUI!" Urlò Scrooge

"Lo faccia per i bambini africani, bielorussi e sudamericani"

"ANDATE VIA!"

"Per il reparto pediatrico dei poverelli di Suor Maria Stracciona"

"CAZZAROLA ANDATEVENE!"

"Per gli esodati, i disoccupati, i carcerati..."

Gli occhi di Scrooge si iniettarono di sangue, la pressione schizzò a mille e il fegato iniziò una produzione di bile su scala industriale. Cratchit si accorse del pericolo imminente, sbiancò e rivolgendosi ai due malcapitati disse in un soffio:

"Fuggite, sciocchi!"

"Buon uomo lo faccia almeno per l'inquinamento, i canili, i gattili, le balene e l'orso nano marsicano..."

Un uomo può sopportare tutto, qualsiasi tipo di richiesta, ma non gli animalisti. Gli animalisti ti fanno davvero perdere ogni percezione del diritto umano. Al suono della parola "canili" il cervello di Scrooge andò in cortocircuito: aprì il cassetto della sua scrivania, prese una pistola e sparò in fronte i due distinti questuanti. Nel momento in cui i due caddero per terra schizzando di sangue il parquet e la carta da parati, Ebenezer Scrooge torno ad essere amabilmente calmo.

"Cratchit fammi un favore: passa lo straccio per terra. Il Mastro Lindo lo trovi nel ripostiglio. I due corpi mettili in un sacco e portateli pure a casa. Ti ho regalato il cenone per stasera.."

Disse mentre ritornava a lavorare alle sue scartoffie. Cratchit era al settimo cielo! A giudicare da quanto erano grassocci i tipi, aveva appena ricevuto in regalo almeno 180 kili di carne freschissima. C'era da crepare di colesterolo fino a febbraio.

Repubblica delle Fiabe – CANTO DI NATALE (Edizione senza canditi nè uvetta) – PARTE I

Erano quasi le 20. Ebenezer Scrooge percorreva la strada verso con fatica, proteggendosi dal vento gelido e affondando un passo dopo l'altro nella neve. Abitava in un elegante quartiere residenziale, non molto lontano da Viale dei Ciliegi dove quella tata con l'ombrello volante qualche mese prima aveva fatto sparire due bambini in un marciapiede. Pensa te che s'inventa la gente per far divertire i bambini fintanto che nessuno mette in commercio il Nintendo.

Manco a dirlo, l'unico villino scuro e lugubre tra tutti era proprio quello di Scrooge. Il vecchio si fermò un attimo al McDonald di fronte per comprarsi la cena e poi, con la busta puzzolente di patatine fritte, si avviò al portoncino di casa, ma proprio quando stava per mettere la chiave nella serratura, emise un urlo e fece un salto indietro spaventato a morte: gli era parso che il picchiotto a forma di leone che si trovava sul portoncino avesse preso per un momento le sembianze del socio morto Marley.

Col cuore in gola e con il cuore che ormai stava valutando la possibilità di dare le dimissioni e provocare un infarto, Ebenezer mise velocemente le chiavi nella serratura e girò cercando di non guardare il picchiotto di ferro battuto, ma quello prese di nuovo la forma dell'amico morto e Scrooge entrò in casa chiudendo velocemente il portoncino alle sue spalle, lasciando fuori con esso tutti i problemi e gli scrupoli morali, come faceva ogni sera.

Salì le scale nell'oscurità bluastra della casa, non aveva mai allacciato la corrente né il wi-fi per risparmiare e andava avanti a candele. Mentre saliva la lunga scala ebbe l'assoluta certezza che ci fosse qualcuno dietro di lui. Si girò di scatto ma non vide nessuno. Continuò a salire e quando fu in cima si sentì accarezzare. Trasalì lanciando in aria la busta del McDonald e spargendo patatine e Fanta per le scale. Corse in camera sua e chiuse a chiave la porta. Poi accese in fretta il camino per fare luce e calore e vi si rannicchiò davanti fissando il fuoco, fissando la luce, unico rifugio dall'oscurità.

Dopo mezz'ora aveva ritrovato un battito cardiaco decoroso e, messa in cantiere la paura, gli venne di nuovo fame e iniziò a rimpiangere tutti quei grassi saturi che aveva sparpagliato lungo le scale. Dunque si alzò per uscire un attimo e tornare al McDonald, ma proprio quando si voltò verso la porta della camera, vide un morto. E non un morto qualsiasi, ma il suo defunto socio Bob Marley. No scusate, Jacob. Jacob Marley. E semplicemente svenne.

"Ehi. Ehi cretino. Apri gli occhi. Non posso neanche darti gli schiaffetti sulla faccia perché ho le mani incorporee e trasparenti. Dai Ebenezer svegliati che non posso stare qui tutta la notte!"

Scrooge cacciò un urlo di terrore tipo un bambino che si trova davanti l'uomo nero, o Vladimir Putin, o Platinette.

"Tranquillo Eby, sono io, Jacob!" disse lo spettro.

"Perché spirito venite a tormentarmi?"

"Oh, nulla di personale, è che sono condannato ad errare per il mondo più o meno per l'eternità. Compreso i festivi."

"Spirito, siete incatenato, perché mai?!"

"Porto la catena che mi sono fabbricato in vita con i miei attaccamenti al denaro, alla figa e alla bamba. Vedi?! Ad essa sono legati forzieri pieni dell'oro che ho sottratto alle vedove, sono legate le vite dei bambini che ho seminato in giro per il mondo senza troppa cura, e lì in fondo c'è anche la mia cara Xbox. Ah e quei pacchetti lì sono tutti gli etti di coca e i litri di alcol che mi sono calato rovinando il mio corpo che avevo avuto in dono."

"Beh ti sei divertito.." disse Scrooge ammirato.

"Già" rispose Marley soddisfatto. "Anzi no, No! Facevo male! E ora mira con che razza di bagaglio mi tocca andare in giro. Non puoi capire il disagio, guarda..."

"Vabbè, e che vuoi da me?!"

"Sono venuto ad avvisarti: ti stai forgiando una catena ben più lunga e pesante della mia. Vi saranno attaccati anche tutti gli stagisti che maltratti e le loro famiglie. E ci saranno tutti i McMenù che ti strafoghi."

"E da quando mangiare al McDonald è peccato?!"

"Stupido idiota, non è una questione di peccato, il peccato non esiste. Ma esistono le tue scelte e i danni che esse provocano a te stesso e a chi ti sta intorno. Ognuno di noi ha ricevuto doni e talenti: la nostra missione consiste nel mettere a frutto questi doni e talenti a beneficio dell'umanità. Siamo luci che brillano e siamo chiamati a custodire la nostra luce, a tenerla viva e a moltiplicarla per illuminare il mondo."

"Ma va a cagher. Io scendo a comprarmi un Happy Meal."

"Ebenezer sei ricco ma sei un pover'uomo. Ti fermi solo quando hai paura. Appena passato il pericolo ritorni alle tue malefatte. Ma sappi che d'ora in poi la tua responsabilità è più grande. Ora sei stato avvisato, ora sai! Ma visto che la Vita è immensamente buona, stanotte riceverai la visita di altri tre spiriti che ti daranno altrettanti avvisi per farti ravvedere."

"Cos'è? Un raduno nazionale?!"

"A mezzanotte verrà a trovarti il fantasma dei Natali passati. All'una e un quarto circa quello del Natale Presente. Dipende se è aperta la metro. Altrimenti viene in macchina ma poi perde tempo a trovare parcheggio. Infine alle tre di notte arriverà il fantasma dei Natali Futuri"

"Sisi vabbè.. Io scendo che ho fame. Se esci dalla finestra chiudi te. Ciaone eh."

Lo spettro di Marley, triste per l'ennesima scelta sbagliata dell'amico Ebenezer, tornò a trotterellare in giro per il mondo con catena a seguito. Ebenezer invece mise a tacere tutte le sue angosce e paure affogandole nel junk food e in due birre rosse. Poi fece un sonoro rutto ai cinque luppoli e si addormentò nel suo letto a baldacchino credendo di aver chiuso la questione.

FINE PARTE I

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