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Repubblica delle fiabe – favola dei due marò

Creato il 22 settembre 2015 da Thefreak @TheFreak_ITA

Prologo

In Italia quando qualcosa va storto s’invoca l’aiuto della Madonna.

Ad esempio: il Colosseo chiude per sciopero? Madonnina pensaci tu!

Umberto Smaila si rifiuta di rifare Colpo Grosso? Madonnina!

Balotelli ritorna in Italia? Maròòò!

Capite, quindi, che quanto più è grave la situazione, più l’invocazione è repentina e sentita.

Per questo, molti anni or sono, un corpo specializzato della Marina Militare Italiana fu chiamato Corpo dei Marò, proprio perché erano celeri nel rispondere alle chiamate del popolo italico che si lamentava al grido di “Maròòòò”.

Favola dei due Marò

Mumbai, Rione Sanità. La famiglia Kumar, pescatori da 74 generazioni, è in apprensione: il capofamiglia, Salvatore Kumar, è partito da due giorni col suo peschereccio e non è più tornato.

Sua moglie, Assunta Kumar, ha già chiamato tutte le forze investigative indiane: Chi l’ha visto, Mistero, Quinta Colonna e la Redazione di Barbara D’Urso che è meglio dei Carabinieri del Ris di Nuova Delhi.

Nessuno però ha visto il povero Salvatore Kumar nelle ultime 48 ore.

Nel frattempo, al largo della costa Indiana, naviga allegramente la nave Enrica Lexie, i cui passeggeri si stanno divertendo mangiando tartine, bevendo superalcolici e cantando antiche canzoni marinaresche come “Torna a casa Lexie” di Coleridge, “Da Roma a Bangkok” di John Keats feat Mary Shelley e “Fiky Fiky” di Lord Byron.

Insomma festa grande!

Su quella nave ci sono anche due fucilieri del glorioso corpo dei Marò, la loro missione è scortare la nave durante il suo lungo e spassoso viaggio intorno al mondo e controllare che nessuno dei passeggeri si faccia male durante le gare di limbo o gli spericolati giochi-aperitivo.

Al culmine della festa, cioè quando Jerry Calà al pianobar fa partire “Maracaibo” di Jean Austen, una piccola imbarcazione scalcagnata si avvicina minacciosamente alla Enrica Lexie: è il piccolo peschereccio di Salvatore Kumar, Mascalzone Latino.

I due fucilieri corrono alle mitragliatrici, tolgono il cellophane e leggono velocemente le istruzioni scritte in milanese da Renato Pozzetto:

Caricare le munizioni, taaac

Togliere la sicura, taaac

Reggersi forte a qualcosa per evitare il rinculo, taaac

Premere il grilletto e divertirsi parecchio, taaac

I nostri eroi premono i grilletti e succede l’irreparabile: per il rinculo vengono sbalzati via mentre gridano “MARÒÒ!” e finiscono sul tavolo del buffet distruggendolo.

I camerieri disperati si mettono le mani nei capelli e gridano “MARÒÒ!”

Il primo ufficiale Spugna guarda i litri di negroni rovesciato e grida “MARÒÒ!”

Bruno Vespa, che non si perde mai feste in barca e giochi-aperitivi, capisce che potrà fare 130 puntate di Porta a Porta sui Marò e grida entusiasta “MARÒÒ!”

Jerry Calà smette di suonare e grida “LIBIIIDINE!”

Nel frattempo le mitragliatrici stanno sparando ovunque alla cazzo di cane e colpiscono in ordine sparso: L’Arciduca Francesco d’Austria facendo scoppiare la sanguinosa Prima Guerra Mondiale, il Presidente Kennedy facendo scoppiare la sanguinosa presidenza Lyndon Johnson, John Lennon facendo scoppiare, molti anni dopo, i sanguinosi One Direction. (Se Lennon fosse stato ancora vivo nessuno avrebbe ascoltato quegli asini ragliare.)

Da quel momento i due Marò diventano i capri espiatori preferiti di Facebook per circa tre anni.

Vengono liberati solo il 20 settembre 2015 quando la nuova Miss Italia, di soli 18 anni, dice una vaccata sulla Seconda Guerra Mondiale diventando il nuovo bersaglio della (divertentissima) sassaiola del web. Così nessuno s’incula più i due Marò che tornano alla loro mansione principale: i buttafuori delle feste in barca.

Fine

Ah dimenticavo: nel frattempo Salvatore Kumar è ancora a bordo del suo Mascalzone Latino, in fuga da Mumbai e dal Rione Sanità. Sta facendo rotta verso le coste italiane, il suo sogno è sbarcare a Milano Marittima, iniziare una nuova vita vendendo collanine sulla riviera romagnola, e riuscire un giorno ad aprire un locale chic dove farà pagare 30 euro un mojito fatto male a gente ricca, arrogante e tatuata.

di Marco Improta All rights reserved


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