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Repubblica delle Fiabe – LUCREZIA BORGIA – Papà ha un paio di giovanotti da presentarti

Creato il 15 marzo 2016 da Thefreak @TheFreak_ITA
Repubblica delle Fiabe – LUCREZIA BORGIA – Papà ha un paio di giovanotti da presentarti

C'è una cosa che le donne amano particolarmente: i propri padri.
Quando un padre è un gran figlio di buona donna, la moglie e i figli ne soffrono, ma le figlie ne escono devastate!

È il 1493 e Lucrezia Borgia è una bella ragazzina di tredici anni che ha tutto, tranne la libertà di godersi i suoi tredici anni. Il suo papà non è un ricco notaio, non è iscritto al Circolo dell'Aniene, non è assessore al comune, né lavora alla RAI. Il suo papà fa il Papa. A volte anche il pappa, visto che ha sparpagliato figli illegittimi da Cortina a Panarea. Ma non divaghiamo.
Suo padre è Papa Alessandro VI, nome d'arte di Rodrigo Borgia, che sembra un nome da attore di telenovelas.

In questo momento il Signor Papa ha parecchie grane perchè il suo Stato Pontificio, che il Cielo lo perdoni per averne avuto uno, è schiacciato tra due fronti: a sud il Regno di Napoli governato dagli spagnoli, a nord i francesi che spingono per invadere l'Italia facendo leva soprattutto sul Ducato di Milano, il cui signore, Gian Galeazzo Sforza, è cugino di primo grado del re di Francia. Motivo per cui nessuno lo sfotte facendo rime col suo nome.

In breve, Papa Alessandro VI deve scegliere con attenzione da che parte stare.

Tra i vari mezzi diplomatici a sua disposizione quali il potere clericale, le terre da regalare e i soldoni, lui preferisce sua figlia Lucrezia. La piccola Borgia non ha ancora dato il primo bacio nè è mai andata in discoteca il pomeriggio, ma un bel giorno viene presa, addobbata come un albero di Natale e data in sposa ad un parente di Gian Galeazzo Sforza, tale Giovanni Sforza, Signore di Pesaro, che all'epoca era una città meno provinciale e ci facevano pure il FestivalBar.

Quello stesso anno Carlo VIII, re di Francia, non avendo dove fare le vacanze, decide di invadere l'Italia, ma il suo esercito trova lunghe code sull'Appennino all'altezza del casello di Roncobilaccio e la campagna si rivela un fallimento totale.

Il Papa, da buon democristiano, cambia alleati: decreta nullo il matrimonio tra la figlia e Giovanni Sforza, dandogli pure dell'impotente, e dà Lucrezia in sposa al figlio del Re di Napoli, il giovane Alfonso d'Aragona Duca di Bisceglie.

Dopo aver scoperto con Google Maps dove cavolo si trova Bisceglie, Lucrezia decide di rimanere a vivere a Roma, ma tra lei e Alfonso nasce un certo affetto, iniziano a volersi bene e sfornano persino un pupo.
La serenità però non è sul menù della vita di Lucrezia: nello stesso periodo suo fratello, Cesare Borgia, sposa una nobile francese, la principessa di Valentinois, e lui stesso inizia a farsi chiamare il Valentino, aprendo anche una maison d'alta moda. Alfonso e la Corona Spagnola, che invece possiedono il 60% di Zara, iniziano a vedere nel Valentino un pericoloso nemico.

Si sa, i litigi tra stilisti sono duri a morire, così Cesare e Alfonso iniziano a farsi i dispetti in giro per Roma, fino a quando il gioco degenera e Cesare uccide Alfonso. Ops.

Lucrezia s'incazza di brutto col fratello: un conto è che gli rompe la Barbie, un altro è che gli rompe il marito. Ma i ragazzi viziati sono così, due soldi in tasca, una striscia di coca e subito si credono Dio.

La povera Lucrezia, che a soli ventun'anni ha già un paio di matrimoni alle spalle ed è una ragazza madre, prende il bimbo e va a sbollire l'incazzatura a Nepi, dove invece il FestivalBar non è mai passato e forse neanche il Giro d'Italia, però si sta parecchio tranquilli.

Nel frattempo Cesare conquista territori per il babbo in tutta la Romagna, e per consolidare le proprie vittorie intavola le trattative per dare in sposa Lucrezia ad Alfonso d'Este, Signore di Ferrara.

"Ma a Ferrara ci sono le zanzare!"

"Si però si mangia bene e poi avresti di nuovo un marito che si chiama Alfonso, così non rischi di chiamarlo col nome sbagliato quando siete a letto."

"Mmmm ok! Però il trasloco me lo fai tu."

"Ok..."

E mentre il papà di Alfonso, Ercole d'Este, si oppone perché considera la piccola Borgia una gran baldracca, Lucrezia si fa voler bene da tutti i ferraresi dimostrando bontà d'animo e grande intelletto, tanto che il marito, quando va via per lavoro, le lascia le redini del ducato e anche le chiavi della macchina che lei non ammacca mai.
E vissero per sempre felici e contenti.
Salvo riempirsi di corna a vicenda.


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