Repubblica Dem. del Congo / La difesa armata è importante ma non basta a ridare pace e giustizia alla gente comune

Creato il 20 settembre 2014 da Marianna06

   

Il presidente Joseph Kabila ha firmato una serie di provvedimenti per accelerare la riforma delle forze armate, un impegno preso nel quadro di un accordo di pace regionale siglato nel 2013 ad Addis Abeba.

Si tratta di 29 ordinanze, di cui è stata data lettura alla televisione pubblica, per riorganizzare le forze militari sul territorio.

“Per consolidare la pace nell’est del paese, lacerato da venti anni di guerre, il capo dello Stato ha deciso di creare settori operativi non solo per proteggere la popolazione ma anche per sradicare la violenza, da qualsiasi parte provenga” recita uno dei provvedimenti.

Kabila ha quindi creato sette settori operativi ripartiti fra le aree dove sono attivi i gruppi armati, locali e stranieri: Nord Equateur (nord-ovest), Nord Katanga (sud-est), Nord Kivu, Grand Kivu, Sud Kivu (est), Ituri, Uele (nord-est).

Il generale Gabriel Amisi è stato nominato al comando della prima zona di difesa, che copre a opvest le province di Kinshasa, Bandundu, Bas-Congo ed Equateur. 

Amisi è stato riabilitato dopo essere stato destituito, tempo addietro, con accuse di corruzione, legate al traffico d'armi destinate a bracconieri. E non solo.

L'impegno di Kabila è apprezzabile quanto alla difesa ma la Repubblica democratica del Congo, che di democratico ha molto poco, ha bisogno di altro. Di molto altro.

O meglio ne hanno bisogno  i suoi cittadini, che hanno difficoltà a vivere con dignità a meno che non appartengano a una ristretta cerchia di bene-abbienti, che ruota, come sempre e in ogni parte del mondo, intorno al potere.

          a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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