Magazine Cultura
E' una notizia che gira già da diversi mesi: il proprietario francese ha deciso di tagliare i rami secchi e gli store in Italia sono stati i primi a venire fatti fuori. Molti hanno già chiuso, i dipendenti sono stati messi in cassa integrazione senza che sia stato ancora ben chiarito quale sarà il loro futuro.
L'ultima notizia, che dovrebbe essere definitiva, è quella che la Fnac è stata comprata dal gruppo Trony che la ingloberà in qualche modo al suo interno. Se rimarrà il marchio o meno, non si sa.
Se andate sul sito in questi giorni troverete questo annuncio:
Dal 17 maggio non è stato più possibile fare acquisti online e tutti i negozi sopravvissuti stanno facendo svendite fino al 70%. Lo scopo è sicuramente quello di svuotare i magazzini, di vendere il più possibile fino alla fine e poi... Eggià, e poi? Cosa succederà domani, 27 maggio? Chi passeggerà in via Roma a Torino troverà ancora lo store Fnac aperto? E in via XX Settembre a Genova? E a Milano, a Napoli e a Verona? Non sono riuscita a trovare notizie in merito... e quindi l'unica soluzione è guardare il sito domani e vedere cosa ci sarà scritto.
La chiusura di Fnac mi intristisce parecchio. Lo so, essendo una grande amante dei libri e della lettura a detta dei più dovrei fare acquisti solo nelle piccole librerie, ignorando negozi online o grandi catene. Ma me ne sono sempre un po' fregata, devo essere onesta. Certo, mi piacerebbe che non ci fossero librerie di catena e che ogni piccola libreria potesse avere tanti clienti e poter sopravvivere. Ma abito in un paesino e se non facessi acquisti online leggerei molto ma molto meno.
E con la Fnac, quella di via Roma a Torino, ho un grande, grandissimo legame affettivo. Lì è dove compravo i libri in lingua originale. Lì è dove andavo in pausa pranzo tra una lezione e l'altra all'università o dove mi rifugiavo dopo gli esami, per consolarmi o per festeggiare in base all'esito. Lì potevo perdermici per ore, finché il caldo soffocante non aveva la meglio sulla mia voglia di curiosare tra gli scaffali. Grazie a loro sono riuscita a completare la mia collezione di Mafalda in spagnolo senza dover comprarli direttamente in Spagna (non li avevano nemmeno in catalogo, ma nel giro di neanche un mese mi hanno procurato tutto). Lì è dove compravo dvd a prezzi stracciati e le agende scontate a metà febbraio. E mi fa strano pensare che da domani forse non ci sarà più (o ci sarà con un altro marchio che ho il terribile sospetto che farà sparire il settore libri).
Non ho approfittato di questi sconti perché non sono potuta andare a Torino in quell'arco di tempo. Chi c'è stato me ne ha parlato con una profonda tristezza, per quel senso di arresa e di desolazione che si respirava tra ogni scaffale. E quindi da un lato sono contenta di non esserci andata. Anche se mi spiace non averla potuta salutare forse per l'ultima volta.
(PS: magari poi domani invece sul sito ci sarà scritto che riaprono più belli e più forniti di prima. E mi auguro proprio che sia così. Ma nel dubbio che questo non possa succedere, mi sembrava giusto scrivere questo post per salutare la Fnac e ricordare tutto quello che ha rappresentato per me).
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