Tu non avrai più voce, ugola
rara, e il canto a bocca chiusa
risuonerà per valli interiori,
dove, su spettrali rami,
marciscono i germogli abortiti
di copernicane rivoluzioni.
Con voce paterna, disse di te
il fato che fosti nato stanco,
pusillanime Raskolnikov; inaudito,
l’inudito lavorio interiore
giammai produsse funzione
ancillare al Moloc bonario
e sorridente del benessere.
Vano svelare, bastardo
Don Chisciotte, lo schiudersi
di fiori che altri non potevano
godere, morigerati gaudenti
incarcerati nel bianco e nero
della morale asservita al potere.
Spirito libero e libero pensiero,
intrappolati nelle ragnatele
dell’anima e del cuore, più
non dibattono le loro esauste
ali d’albatro, ma rassegnati
attendono l’ultimo rantolo.