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Resa dei conti 2013: conquiste e sconfitte delle donne nella rappresentazione mediatica

Creato il 08 dicembre 2013 da Societydoesntexist
Per quest'anno ormai concluso, The Representation Project, un'attiva organizzazione che denuncia le ingiustizie dovute a stereotipi di genere, pubblica in rete un video volto a evidenziare le conquiste e le sconfitte ottenute dalle donne in quest'ultimo anno e nel giro di pochissimi giorni raggiunge già due milioni di visualizzazioni. Eccolo qui:
 
Soffermiamoci adesso su alcuni punti fondamentali  del video.
Resa dei conti 2013: conquiste e sconfitte delle donne nella rappresentazione mediatica
Sulla copertina del Time, tra le 100 persone più influenti del mondo troviamo Malala Yousafzai, attivista pakistana per i diritti civili.
Resa dei conti 2013: conquiste e sconfitte delle donne nella rappresentazione mediatica
Si è raggiunto il record di registe femminili nominate agli Emmy.
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 La PBS ha nominato per la prima volta una squadra di presentatrici televisive per condurre il programma NewsHour, in onda dal 1975.
Tuttavia, dobbiamo anche scontrarci con l'altra faccia della medaglia e "alcune cose non stanno cambiando abbastanza rapidamente", come afferma lo stesso Representation Project. Dobbiamo infatti scuotere la coscienza delle persone verso il vero cambiamento e liberarle da una serie di pregiudizi che sono ancora imperniati nella nostra cultura maschilista.
Qualche altro esempio:
Resa dei conti 2013: conquiste e sconfitte delle donne nella rappresentazione mediaticaQuest'immagine che ha spopolato in rete negli ultimi mesi, dimostra egregiamente il potere di Photoshop ma ancora di più quello della manipolazione mediatica di rappresentare degli ideali estetici femminili che non esistono nella realtà, con lo scopo di avvicinare sempre di più le donne ad una bellezza standardizzata a mo' di Barbie.
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 L'oscar per il tweet più offensivo va alla rivista The Onion, etichettando Quvenzhané Wallis, una bambina di 9 anni, con termini spregievoli.
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La leader del Partito Repubblicano chiama Miss America "una prostituta".
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 E in ultimo ma non per ultimo, strumentalizzare il corpo femminile sembra ancora oggi quasi uno degli unici modi per fare marketing e vendere prodotti.
Ordunque, se qualcosa si sta muovendo nel verso giusto, è ancora troppo presto per ritenersi soddisfatti dei cambiamenti di quest'ultimo 2013, dobbiamo invece rimboccarci le maniche negli anni a venire affinchè l'immagine della donna venga proposta a tutti nella sua piena dignità.

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