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Resident Evil 1, by Capcom: quando il cuore vale più della tecnologia
Creato il 01 ottobre 2012 da TizianogbA meno che non abbiate vissuto gli ultimi vent'anni della vostra vita nella giungla amazzonica, a coltivare funghi allucinogeni sotto le ascelle degli indios o chissà che altro, immagino che almeno una volta nella vostra vita siate venuti a conoscenza, diretta o indiretta, della serie di Resident Evil (nel caso non sia così, leggetevi prima questa pagina di wikipedia). Utilizzando questa serie di videogiochi a titolo puramente esemplificativo, mi piacerebbe farvi riflettere su un concetto a volte sottovalutato, forse banale, ma che in linea di massima riflette in pieno un problema relativo a un po' tutti i settori artistici: dalla letteratura al cinema, dalla musica alla pittura, fino ad arrivare ai fumetti e ai videogiochi (che in molti casi sono delle vere e proprie opere d'arte). Il problema in questione è ciò che distingue un capolavoro da un semplice esercizio di stile: e quindi l'anima dalla tecnica. Pensateci bene: qual'è il capitolo di Resident Evil che vi è piaciuto di più? Se scommettessi la mia palla destra - però non lo faccio - che la maggior parte di voi sta pensando in questo momento al primo episodio della serie, sarei quasi sicuro di tornarmene a casa con entrambi i testicoli. Perché il primo resident Evil, l'originale, è un capolavoro assoluto dei videogiochi. Su questo punto non intendo discutere. E la sua bellezza oggettiva, la genialità del suo sistema di gioco, è 1) che è stato il primo gioco a darti la sensazione di essere il personaggio di un film dell'orrore, 2) aveva una trama degna di un romanzo o, per l'appunto, di un film; 3) in relazione ai punti 1 e 2, Resident Evil aveva, senza ombra di dubbio, anema e core, per dirla alla napoletana. Migliorando un'idea precedentemente sviluppata per il videogioco "Alone in the dark" (cioè quella delle inquadrature fisse a diversi angoli di ripresa) i programmatori della Capcom sono riusciti a creare una sorta di film interattivo in cui l'attore principale è il giocatore, il tutto in un contesto altamente credibile e pieno di suggestioni horror che hanno fatto storia. Il che è quanto di meglio uno possa mai chiedere ad un videogioco, non vi pare?
Dopo il terzo capitolo, però, la Capcom ha deciso di lasciare da parte l'idea più originale di tutto il concept, cioè quella della vista isometrica, in favore di una banalissima, stra-abusata terza persona, ed anche la trama si è fatta via via sempre più complicata e meno credibile. E nonostante la grafica dei vari capitoli sia aumentata di qualità ad un livello esponenziale, ne sono venute fuori solamente delle brutte copie dell'originale, che di originale non avevano proprio nulla. Ora, mi rendo conto che in definitiva sto parlando di archeologia dei videogiochi (basta guardarsi uno qualsiasi dei trailer della Nintendo wiiU che girano in questi giorni, per rendersene conto), ma il tutto era solo un pretesto per dire il cuore è tutto, quando si parla di arte. La tecnica non vale nulla, se in quello che fai non ci metti anche l'anima... la tecnologia e la scienza possono essere al servizio del cuore, ma il cuore non potrà mai essere sostituito da quest'ultime... non siete d'accordo anche voi?
WalkThrough completo (1/25) del primo Resident Evil
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