Resident Evil: Retribution – Paul W.S. Anderson

Creato il 25 febbraio 2014 da Maxscorda @MaxScorda

25 febbraio 2014 Lascia un commento

E la saga continua sino a questo quinto episodio. Tra i nuovi spettatori che poco o nulla sanno e i vecchi che tra films, giochi, animazione e quant’altro non ce la fanno ad uscirne vivi, Anderson impiega una mezza dozzina di minuti per riepilogare quanto e’ accaduto sino ad ora e diro’, un piccolo sospiro di sollievo col ripasso l’ho tirato anche io. Non intendendo riassumere nulla , invece iniziero’ col raccontare dell’assalto dell’Umbrella all’Arcadia la nave vista a fine dell’episodio precedente. Milla / Alice viene scaraventata nell’oceano da un’esplosione per svegliarsi poco in un tranquillo sobborgo americano con tanto di marito e figlia sordomuta. L’assalto di zombie sara’ letale ma si svegliera’ nuovamente, questa volta nelle mani della Umbrella per scoprire di essere prigioniera in una ex base sovietica in fondo al mare Baltico. Fuggira’ grazie a Albert Wesker, ex agente ed ex nemico giurato, assieme ad una squadra di soccorso cpn la quale dovra’ attraversare per salvarsi, simulcari di grandi citta’ come Mosca, New York  e Tokyo. Alla fine l’aspetta lo scontro finale, che gia’ prelude ad un sesto episodio.
Voglio ripeterlo a voce alta ancora una volta: a me Paul W.S. Anderson piace e parecchio.
Basti vedere come ha gestito la sigla iniziale, l’attacco all’Arcadia girato ad alta velocita’ e proiettato al contrario, che detta cosi’ sembra una fesseria ma sullo schermo fa la sua porchissima figura. Il film non ha praticamente soggetto o almeno ne ha uno perfetto per la trama di un videogioco perche’ di videogioco si tratta, con tanto di ondate di cattivi da affrontare lungo i diversi livelli della stazione di Umbrella. Non lo ritengo un difetto, semmai una prerogativa, non molto diversa da tante altre e comunque va bene se c’e’ capacita’ di gestire questa abnorme dose d’azione e c’e’ eccome dal momento in cui le splendide coreografie dei combattimenti s’intersecano con gli ottimi effetti speciali, a volte ingenui ma sempre efficaci. Ovviamente non mancano le citazioni che vanno da Alien a tutti gli altri morti viventi e ancor piu’ dal mondo di videogiochi dove non solo Resident Evil fa da modello ma Bioshock e’ piu’ che un semplice sussurro della memoria, cosi’ come lo e’ "Silent hill" e l’immancabile "Doom".
La saga continua bene, il film e’ piacevolissimo per quanto eccessivamente breve e sono contento che l’idea non si fermi qui.

Scheda IMDB


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