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#ResistANSA

Creato il 29 giugno 2015 da Pedroelrey

Anche da non addetti ai lavori per capire l’impatto dello scio­pero dell’ANSA bastava guar­dare i volti smar­riti e l’affannosa ricerca di “piz­zini” [elet­tro­nici e non] dei gior­na­li­sti di molti TG men­tre cer­ca­vano, quasi, in diretta di nar­rare le prime noti­zie sull’attacco in spiag­gia in Tuni­sia l’altro giorno come scrive, tra gli altri, su Twit­ter il segre­ta­rio nazio­nale FNSI.

Scio­pero che ha rac­colto soli­da­rietà bipar­ti­san sia dagli espo­nenti delle diverse forze poli­ti­che che dal mondo dello spet­ta­colo e che ha supe­rato, ad oggi, i 30mila tweet [inclusi i ret­weet] per l’hashtag #Resi­stANSA coniato da un redat­tore di ANSA Bologna.

ResistAnsa

L’azienda chiede il ricorso al trat­ta­mento di cassa inte­gra­zione gua­da­gni straor­di­na­ria [ex arti­colo 35 legge 416/81] o, in alter­na­tiva, pur­ché suf­fi­ciente a garan­tire uguale ridu­zione, con­tratti di soli­da­rietà per 65 gior­na­li­sti su un orga­nico com­ples­sivo di 324 e di 35 per i poli­gra­fici su un totale di 184; in entrambi i casi ci si pro­pone un taglio della forza lavoro di un quinto.

Sono entrato in pos­sesso del piano di rior­ga­niz­za­zione che è stato pre­sen­tato e che dal punto di vista azien­dale rias­sume le ragioni di un taglio così impo­nente. Docu­mento azien­dale riser­vato, dun­que non pub­bli­ca­bile, che con­tiene gli ele­menti fat­tuali alla base di del piano di riorganizzazione.

Il gra­fico sot­to­stante mostra l’andamento dei prin­ci­pali indi­ca­tori eco­no­mici di periodo dell’ultimo trien­nio e la stima di chiu­sura per l’anno in corso.

Poi­ché il costo pre­do­mi­nante [circa 70%] è quello del per­so­nale che, invece, per auto­ma­ti­smi di carat­tere con­trat­tuale e dalla pre­vi­denza di set­tore, dal 2015 ha ripreso a salire in maniera sen­si­bile, dal punto di vista azien­dale non resta che inter­ve­nire in tale ambito.

Di solito le aziende pen­sano ai con­tratti di soli­da­rietà quando chiu­dono i bilanci in per­dita, ma gli edi­tori pro­prie­tari dell’Ansa hanno deciso di gio­care d’anticipo: con­tratti di soli­da­rietà in pre­vi­sione di una per­dita di 5 milioni a fine anno.

Il gra­fico sotto ripor­tato mostra l’andamento delle diverse linee di pro­dotto dell’agenzia di stampa.

ANSA Linee di Prodotto

A fronte di tale anda­mento nel docu­mento si scrive: «Il noti­zia­rio gene­rale deve con­ti­nuare ad essere il punto di rife­ri­mento dell’informazione di base di qua­lità ed il timone dell’informazione in Ita­lia e sull’Italia».

Non si tratta dell’unica con­trad­di­zione del docu­mento rispetto alla realtà che foto­grafa. Soprat­tutto quel che col­pi­sce è quanto il piano di rior­ga­niz­za­zione sia vago, gene­rico, non con­tiene di fatto che titoli di capi­toli tutti da riem­pire di con­te­nuti, e di stra­te­gie ad hoc, senza i quali chiun­que, dal sot­to­scritto al CDR pas­sando per le isti­tu­zioni, che gio­cano un ruolo cer­ta­mente impor­tante nella par­tita, possa effet­ti­va­mente dire se oltre al taglio dei costi vi sia un’effettiva rior­ga­niz­za­zione del lavoro e dell’approccio al mer­cato degna di que­sto nome. Dall’inconsistenza di quanto scritto si sarebbe por­tati più a pen­sare di no.

ANSA, di pro­prietà degli edi­tori a cui for­ni­sce i ser­vizi che a loro volta tagliano, è stri­to­lata tra la crisi del set­tore e i tagli del Governo [e di molti altri com­parti della PA] alle agen­zie di stampa nel loro complesso.

Molte testate, a comin­ciare dichia­ra­ta­mente da Il Post di Luca Sofri, uti­liz­zano i social sosti­tuen­doli alle agen­zie di stampa per con­te­nere i costi e più in gene­rale gli edi­tori ridu­cono la richie­sta di ser­vizi. Le agen­zie di stampa asso­mi­gliano sem­pre di più a gior­nali online, come emer­geva già nel 2013 dallo stu­dio: “Il ruolo delle agen­zie di stampa nel XXI secolo”.

Il rap­porto tra le agen­zie e i loro clienti è cam­biato radi­cal­mente con l’avvento delle “nuove” tec­no­lo­gie dell’informazione e della comu­ni­ca­zione. Le agen­zie riman­gono però una fonte sot­to­stante alla catena dell’informazione; gra­zie ai social net­work, le agen­zie di stampa rac­col­gono infor­ma­zioni che ven­gono poi pro­pa­gate nella catena informativa.

Nel nuovo, sem­pre in muta­mento, eco­si­stema dell’informazione si rom­pono i vec­chi equi­li­bri: i gior­nali hanno meno biso­gno delle agen­zie stampa di un tempo gra­zie a social media e citi­zen jour­na­lism; men­tre dall’altro lato, le agen­zie imma­gi­nano in un futuro pros­simo di entrare in con­cor­renza con i loro clienti. Al tempo stesso le imprese, spesso clienti di entrambi, abbrac­ciano sem­pre più l’idea di diven­tare loro stessi edi­tori, pro­dut­tori di con­te­nuti dando vita a quello che viene rac­colto nella defi­ni­zione di brand jour­na­lism.

Se il taglio dei costi appare una medi­cina tanto amara quanto neces­sa­ria, senza un ridi­se­gno dell’organizzazione del lavoro e una ride­fi­ni­zione stra­te­gica degli asset, anche in que­sto caso, sarà dif­fi­cile venirne fuori.

ANSA Staino


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