(Luca Bassanese, qui alla manifestazione nazionale per l’acqua del 26 marzo, sarà a Genova il 3 giugno)
L’acqua è un diritto: senza, non si vive. Lo dice l’OMS, secondo cui il fabbisogno di una persona è di 50 litri di acqua al giorno: al di sotto la salute inizia a risentirne. Lo dice l’ONU, con una risoluzione approvata a maggioranza lo scorso anno:
L’accesso a un’acqua potabile, pulita e di qualità, e a installazioni sanitarie di base, è un diritto dell’uomo, indispensabile per il godimento pieno del diritto alla vita.
L’Italia ha votato a favore di questa risoluzione, eppure oggi nel nostro paese l’acqua è una merce, non un diritto. E’ una merce perché la legge impone la privatizzazione entro la fine di quest’anno. E’ una merce perché la legge garantisce al gestore privato di fare profitti: non esiste più nemmeno il rischio di impresa!
I nostri nonni non hanno fatto la guerra di Liberazione per questo. I loro compagni, che hanno dato il sangue nella Resistenza non sono morti per questo. Hanno dato la loro unica e preziosa vita perché a noi toccasse un mondo migliore, un mondo in cui i diritti fossero garantiti.
Alziamoci adesso e diamoci da fare: la Resistenza oggi passa anche attraverso la lotta per l’acqua, una lotta che sta unendo il popolo italiano. Il 12 ed il 13 giugno ci sono i referendum per cancellare queste leggi ingiuste: col primo si ferma la privatizzazione, col secondo si tolgono i profitti dall’acqua. Dobbiamo spargere la voce e portare a votare circa 25 milioni di italiani. Non abbiamo i mezzi di comunicazione di massa dalla nostra parte, ma non siamo disarmati: siamo tanti e siamo diffusi sul territorio. Facciamoci un elenco di persone che conosciamo e una per una contattiamole, informiamole e chiediamo loro di fare altrettanto. Non è il momento di essere pessimisti, è il momento di attivarci, anche questa oggi è Resistenza!
Viva il 25 aprile, viva la Liberazione!