Il 2014 volge al termine e come già scritto per i precedenti due anni, cerco di tirare le somme di quest’anno passato, tolkienianamente meraviglioso, che tanto ha saputo donarmi.
Prima di parlare di numeri, mi preme fare tre considerazioni senza voler difendere un bel niente, questo lo lascio a chi vorrebbe sostituire il “Re” con uno proprio e, soprattutto, perché “mai discutere con un saccente, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza”.La prima considerazione la dedico al mio mondo, quello del collezionismo italiano. Il 2014 è stato un anno davvero importante e di forte sviluppo non perché prima fossero assenti i collezionisti – ci sono sempre stati – ma perché da quest’anno ho cercato di dargli una casa reale e una virtuale. A febbraio è nato il gruppo dei Collezionisti Tolkieniani Italiani che a oggi conta 371 membri. Un numero importante così come lo sono ognuno dei partecipanti che con sacrificio e passione cerca di far crescere la propria collezione in quantità e soprattutto in qualità. E qui permettermi di ringraziare tutti i membri del gruppo con i quali, ogni giorno, discuto e approfondisco un tema a me carissimo. Questa la casa virtuale, ma scrivevo anche della casa “reale” e questa è stata il Mathom, il Primo incontro dei Collezionisti Tolkieniani Italiani, l’evento che ho organizzato a Barletta durante la XXI Hobbiton della Società Tolkieniana Italiana. In tre giorni si sono registrati 420 collezionisti provenienti da tutta Italia con quali ho vissuto momenti di confronto, scambio e crescita “collezionistica”. In tale occasione ho avuto modo di conoscere moltissimi membri del gruppo e di portare alla loro e mia attenzione un lotto di libri provenienti direttamente da Oxford che sono appartenuti alla famiglia e agli editori inglesi di Tolkien e che oggi trovano posto nella mia collezione e in quella di tantissimi altri!
Davide Martini, Oronzo Cilli e Lorenzo Gammarelli
XXI Hobbiton, Barletta 5-7 settembre 2014
Una seconda considerazione parte da una sciocchezza letta ho letto alcuni mesi fa e che mi ha portato a chiedermi, in maniera retorica, se un collezionista o raccoglitore o compilatore, possa anche considerarsi studioso delle opere e della vita di Tolkien. La risposta, a quanto mi consta, è affermativa e chi lo mette in dubbio, lo fa solo per presa di posizione superficiale come chi giudica un libro tre giorni prima che questo arrivi nelle librerie. Un serio collezionista è di per sé uno studioso e non potrebbe essere altrimenti. I primi esempi che mi vengono alla mente sono due carissimi amici come Christina Scull e Wayne G. Hammond, riconosciuti studiosi di fama internazionale, curatori di molte edizioni rivedute di Tolkien e soprattutto tra i più importanti collezionisti al mondo. E qui vi rimando alla Lettera che ricevetti a settembre in occasione del Mathom, il Primo incontro dei Collezionisti Tolkieniani Italiani, l’evento che organizzai a Barletta durante la XXI Hobbiton della Società Tolkieniana Italiana. Questo per citare i più grandi. Se penso al sottoscritto, prima di rispondere, mi vengono in mente alcuni libri acquistati durante il solo 2014: Oxford Poetry 1914-1916che contiene la poesia giovanile Goblin Feet, The Devil’s Coach-Horses (1925), Essays and Studies by Members of the English Association (1929), Linguaphone (1930) con i due dischi che contengono le letture di Tolkien per le parole The Tabacconist’s e Wireless, Athelston: A Middle English Romance (1933); The Yorkshire Society for Celtic Studies (1934-1935), Beowulf and the Finnesburg Fragment (1950), Proceedings of the seventh International Congress of Linguistis (1952), Essays and Studies (1953), The Philological Society (1956), The Parlement of the Thre Ages (1959), An Introduction to Old Norse (1962), English and Medieval Studies (1962), Centenary Essays on Dante (1965), Beowulf Poet: A Collection of Critical Essays che contiene il Beowulf: The monsters and the critics (1968); Niekas (1968), The Wanderer (1969), l’articolo pubblicato sulla famosa rivista americana multilingue Quinton Linguo (1969) e Masterpieces of Terror and the Supernatural (1985) che raccoglie la prima versione del 1938 del V capitolo di The Hobbit, Riddles in the Dark. In quelli appena citati, in alcuni ci sono testi di Tolkien, in altri Tolkien vi ha collaborato, in altri ancora è citato perché membro del Comitato scientifico di quell'organizzazione o associazione universitaria, ad altri volumi Tolkien è legato al suo autore giacché questi era suo studente e proprio quel volume è stato oggetto di confronto fra i due. E così via. Secondo voi questi libri si acquistano per caso oppure ci vuole uno studio e una ricerca attenta e puntuale? Se poi aggiungete che per ogni libro presentato ho cercato anche di ricostruirne la storia e il contesto per far meglio comprendere quanto importante possa essere questo o quel libro nella storia accademica di Tolkien, la risposta mi sembra scontata.
Terza considerazione, quasi in continuità con la precedente, le grandi soddisfazioni nel campo degli studi tolkieniani. Non posso non ricordare e citare la mia scoperta riguardante il rapporto intercorso tra Tolkien e il movimento esperantista inglese fino ad ora fermo al 1932 con la lettera A Philologist on Esperanto. Uno studio che ha portato a un articolo a oggi pubblicato sulla rivista esperantista «Il Foglio Volante - La Flugfolio» (Maggio 2014), in esperanto per la rivista della Federazione Esperantista Italiana «L' Esperanto» e in portoghese sul sito TolkienBrasil. Sono previsti articoli e traduzioni in diverse lingue. Una traduzione in spagnolo che uscirà sulla rivista della Sociedad Tolkien Española; la versione inglese su «La Brita Esperantisto» (The British Esperantist), la rivista dell’Esperanto Association of Britain e la traduzione in francese per il sito Tolkiendil.com. Ma non solo, ed è un’anticipazione, questo studio presto sarà un libro e sarà una bella sorpresa!Altra informazione è l’annuncio di un altro mio libro sulla storia editoriale italiana delle opere di Tolkien, già anticipato in un’intervista che ho rilasciato al il Giornalea firma di Gianfranco de Turris, con la prefazione di Christina Scull e Wayne G. Hammond.Voglio qui ricordare le diverse conferenze alle quali sono stato invitato e in particolar modo l’ultima tenuta a Lecce, lo scorso 28 novembre, promossa dall’associazione La Contea del Fantasy del caro amico Giannandrea Sperti nell’accogliente e bellissima Libreria Liberrima
Ora chiudiamo con i numeri!
Passiamo agli arrivi. A chiusura di quest’anno la mia collezione raggiunge il numero complessivo di 3.020 pezzi, a fronte dei 2.700 del 2013, con 1.157 libri di e su Tolkien e 1.863 tra oggetti, stampe, ecc. Vediamo, nello specifico, cosa è “entrato” a far parte della mia collezione nell'anno che ci sta per lasciare.
26 edizioni de Il Signore degli Anelli, fra trilogie e volumi unici di cui: 2 americane, 1 dell’Azerbaijan, 1 in cinese semplice, 1 finlandese, 4 francesi, 5 inglesi, 1 islandese, 2 italiane, 1 lettone, 3 olandesi, 2 polacche, 1 portoghese, 1 tedesca e 1 ungherese;28 de Lo Hobbit di cui: 2 americane, 1 dell’Azerbaijan, 2 bulgare, 1 in cinese semplice, 1 danese, 6 francesi, 5 giapponesi, 1 greca, 2 inglesi, 1 italiana, 3 olandesi, 1 polacca, 1 portoghese e 1 svedese. Di questi voglio ricordare le prime edizioni: danese Hobbiten (1969), greca Το Χόμπιτ (1978), olandese De Hobbit (1960), bulgaro Билбо Бегинс (1975) e la prima traduzione dall’inglese in assoluto, lo svedese Hompen (1947).8 de Il Silmarillion di cui: 1, americana, 1 inglese, 1 argentina, 1 dell’Azerbaijan, 1 francese, 2 olandesi e 1 portoghese; 61 libri di Tolkien di cui: 4 italiane, 24 inglesi, 2 brasiliane, 1 polacca, 5 danesi, 2 israeliane, 2 giapponesi, 1 sudafricana, 1 spagnola, 3 francesi, 1 catalana, 1 castigliana, 1 indonesiana, 5 tedesche e 8 olandesi. Tra questi la prima edizione inglese di Smith of Wootton Major (1967) e la stessa in prima edizione sulla rivista americana Redbook (1967) oltre alla prima edizione pubblicata in Sud Africa nel 1968, De Smid van Groot Wootton.23 I libri su Tolkien di cui: 5 italiane, 14 inglesi, 1 olandese, 2 americane e 1 francese. Per un totale di 146 edizioni complessive.
Il numero totale della memorabilia (oggetti, stampe ecc) è stato di 161 pezzi.
Roger Garland, Linda Garland e Piero Crida
XXI Hobbiton, Barletta 5-7 settembre 2014
Non mi resta che augurarvi Buone feste, un felice fine di Anno e un meraviglioso inizio. E che il 2015 sia per tutti noi tolkieniani, semplicemente meraviglioso!
Il vostro Tolkieniano