Magazine Cultura

Resoconto della mostra “A Casa” di Cristina Pancini, Milano

Creato il 13 marzo 2013 da Alessiamocci

La mostra personale della toscana Cristina Pancini, classe 1977 presso la Antonio Colombo spicca per grazia e delicatezza.

Resoconto della mostra “A Casa” di Cristina Pancini, MilanoIl titolo, A Casa, vuole richiamare  una dimensione domestica del vivere, ma, in realtà, le opere portate a Milano dalla curatrice Matilde Martinetti se a una casa fanno pensare è a una casa magica immersa nel bosco.

Infatti, subito nella prima sala, il visitatore è accolto da un agnellino con delle lance (sulla cui punta spiccano delle lampadine) in testa (Brilla per vedere, 2012), a mo’ di corna, da un gatto che gioca con qualcosa di invisibile (A due passi da casa) e da un lupo (cattivo?) in  agguato. La seconda sala, invece, della casa ha la forma espositiva.

Resoconto della mostra “A Casa” di Cristina Pancini, MilanoI quadri della Pancini, spesso di minuscole dimensioni, racchiusi in delicate cornici smaltate, sono stati sistemati tra alcuni arredi: uno spicca all’interno di un armadio, tra i vestiti appesi, un altro è sistemato in un cassetto di una scrivania.

Nelle intenzioni di Martinetti, l’esposizione dovrebbe ricordare una abitazione (di cui la parte degli animali sarebbe il cortile), ma, in realtà, mischiare mobili e quadri se da un lato confonde, da un altro, dato che i suppellettili scelti ed i vestiti appesi richiamano la matericità di quanto ritratto dall’autrice, e i colori da lei prediletti, crea un’atmosfera molto forte, ed accresce l’effetto di surreale che i volti ridenti e rotondi, curatissimi in ogni particolare e disegnati con evidente amore, infondono nel visitatore (meravigliosa la smorfia di Tu mangia a bocca aperta, dl 2012).

Ad accompagnare in questo spazio casalingo ci sono quadri con facce celate da mani vecchie (il ricordo) e mani giovani (il futuro). Ogni armadio, scrivania, specchio, salotto, corrisponde ad una diversa sfumatura del concetto di casa ma tutte assieme ci ricordano che Casa è un’idea che ci accompagna, non esclusivamente, un luogo fisico“, spiega l’autrice.

Resoconto della mostra “A Casa” di Cristina Pancini, MilanoInteressante l’uso dell’ampio spazio bianco che avvolge i soggetti (creati su carta con acquerello e matite), quasi a porli a metà tra strada tra il concreto ed il mondo onirico, astratti da qualsiasi riferimento spazio-temporale così da metterne in risalto la precisa funzione in questa affascinante narrazione.

Le opere, per la maggior parte del 2012, realizzate per lo più a matita, trasudano poesia, malinconia, atmosfera rarefatta.

Sembrano fatte di stoffa, sono colorate, sognanti, a esseri viventi si mischiano oggetti soavi, i volti, mai belli, sono sempre espressivi e amabili. L’uso leggiadro della matita ricorda Marco Mazzoni, di cui Pancini ha lo stesso senso della composizione.

Un’artista da tenere assolutamente d’occhio!

Written by Silvia Tozzi


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :