Cristiana Collu, una raffinata, e per fortuna tatuata, intellettuale freestyling internazionale, alza la bandiera bianca dell’umiliazione professionale – e culturale – di fronte all’inadeguatezza della politica museale trentina, affidata a commercianti, bottegai, caffettieri e compagnucci della parrocchietta. Complice la politica del #sottovuotospinto.
E l’esimio padre-padrone – e padroncino – dell’incultura provinciale ironizza sui mezzi ( La Repubblica) e le modalità (un’intervista) delle sue dimissioni.
Immaginando un museo al servizio degli hobbisti e dei dopolavoristi.
Come dire: tutto è cultura tranne la cultura.