L’Arabia Saudita sunnita ha rotto le relazioni diplomatiche con l’Iran sciita, acuendo la crisi interconfessionale apertasi nell’Islam all’indomani dell’esecuzione dell’imam sciita Nimr al Nimr in Arabia Saudita. Quest’ultima ha innescato proteste nei Paesi musulmani dove è forte la presenza degli sciiti, e in particolare in Iran dove sono state date alle fiamme l’ambasciata saudita a Teheran e il Consolato a Mashad.
(ANSA/AP Photo/Vahid Salemi)
L’Arabia Saudita rompe relazioni diplomatiche con l’Iran. Il ministro degli Esteri saudita ha annunciato ieri sera l’interruzione dei rapporti diplomatici tra Riad e Teheran dopo gli attacchi sferrati dall’Iran per l’uccisione dell’imam sciita Nimr al-Nimr, giustiziato sabato dalle autorità di Riad. Il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Hussein Jaber Ansari, nella consueta conferenza stampa del lunedì, sostiene che l’Arabia Saudita ha deciso di interrompere i rapporti diplomatici con l’Iran per nascondere i problemi interni al Regno.
Riad è stata quindi accusata di fomentare tensioni e conflittinella regione, ricordando la “guerra sanguinosa” nello Yemen, dove dal 26 marzo l’Arabia Saudita guida una coalizione militare araba contro i miliziani sciiti houthi sostenuti dall’Iran. L’obiettivo finale di Riad, prosegue Ansari citato dall’agenzia di stampa Irna, è quello di smontare la sicurezza e la stabilità regionale.
La decisione dell’Arabia Saudita di interrompere i rapporti diplomatici con l’Iran non farà distrarre la comunità internazionale dal “grande errore” commesso dalle autorità di Riad di giustiziare l’imam sciita Nimr al-Nimr, ha detto da parte sua il vice ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian, che citato dall’Irna ha sostenuto che “decidendo di tagliare i rapporti, l’Arabia Saudita non può far dimenticare il suo grande errore di aver giustiziato un religioso”. Il numero due della diplomazia iraniana ha quindi affermato che Riad ha commesso un “errore strategico nel prendere decisioni avventate e frettolose che hanno creato instabilità e lo sviluppo del terrorismo nella regione”. Numerose sono le proteste seguite all’esecuzione di al-Nimr nei Paesi a maggioranza sciita nel Medioriente. Abdollahian ha anche ritenuto che l’Arabia Saudita stia “minacciando gli interessi del suo popolo e dei musulmani nella regione con il suo tentativo di abbassare il prezzo del petrolio”.
La tensione resta alta. Un civile è stato ucciso e un bambino di otto anni è rimasto ferito dopo che uomini armati hanno aperto il fuoco contro la polizia ad Awamiya, villaggio natale di al-Nimr. Lo rende noto l’agenzia di stampa ufficiale saudita Spa, spiegando che la polizia è finita sotto attacco nella notte, ma senza precisare se ci siano state vittime tra gli agenti. Le forze di sicurezza hanno quindi isolato la zona dell’attacco.
In Iraq due bombe sono esplose in altrettante moschee sunnite. Lo riferisce la polizia irachena, sottolineando che potrebbe trattarsi di una ritorsione per l’esecuzione dell’imam sciita. In base alla ricostruzione fornita dalle forze della sicurezza irachena, nella notte uomini con indosso uniformi militari hanno lanciato bombe contro due moschee sunnite nella regione di Hilla a sud di Baghdad. Inoltre un muezzin è stato ucciso nella sua abitazione a Iskandariyahd.
Mappa dei Paesi sunniti e di quelli sciiti in Medio Oriente (© ANSA)